P.A.: Accordo tra Ministero dell’Innovazione e Federcomin
Il Ministro per l’Innovazione e le tecnologie Lucio Stanca e il Presidente di Federcomin (la Federazione di Confindustria che rappresenta le aziende di telecomunicazioni, radiotelevisione, ed informatica) Alberto Tripi hanno firmato un Protocollo d’intesa che ha lo scopo di individuare temi strategici di comune interesse per le imprese, le pubbliche amministrazioni e i cittadini, e favorire la cooperazione tra gli operatori del settore Ict (Information and communication technologies) e la Pubblica Amministrazione. In particolare sara’ possibile tramite studi di fattibilita’, gruppi di lavoro, task force, collaborare: per lo sviluppo del nuovo Piano Nazionale di e-government; per effettuare studi e ricerche nel settore Ict e nella net-Economy; per intraprendere iniziative tendenti a sensibilizzare le imprese, le pubbliche amministrazioni, i mezzi di informazione e l’opinione pubblica; per la determinazione di iter dei processi normativi, nazionali e nell’ambito dell’Unione europea; per l’esercizio di azioni di stimolo nel campo della formazione delle nuove professionalita’ legate al settore Ict; per l’implementazione di misure di supporto al sistema produttivo nazionale (quali, ad esempio, e-Business e Distretti industriali digitali).
Napoli – Continua incessante l’attivita’ del Ministro per l’Innovazione che va a collocarsi nell’ambito di quelle iniziative tendenti a garantire a tutti i cittadini l’accesso on-line ai diversi servizi erogati dalle Pubbliche Amministrazioni (grazie all’utilizzazione di alcuni strumenti quali la carta d’identita’ elettronica, l’atto elettronico, la firma digitale,) ed a collegare funzionalmente l’uso delle nuove tecnologie in ambito pubblico con una profonda riforma del modo d’essere e d’operare della Pubblica Amministrazione, al suo interno e nei rapporti con i cittadini.
Ben consapevole di non poter portare avanti i progetti di e-government senza la collaborazione di partners privati, il Ministro Stanca si e’ aperto alla Federcomin che ha fornito volentieri il proprio appoggio.
In effetti il periodo e’ piuttosto delicato in quanto e’ in questa fase, che si colloca tra l’iniziale predisposizione dei piani di e-government e la loro maggiore efficacia in conformita’ alle esigenze dei cittadini, che e’ necessario spingere l’acceleratore per la realizzazione degli obiettivi finali.
Naturalmente il buon successo di tali iniziative e’ sempre subordinato al progresso tecnologico, basti pensare ai servizi a larga banda (DSL, fibraottica, satellite, sat-DSL, wireless e altro) che risultano in Italia ancora poco diffusi (pari a circa 2% del totale del mercato della connettivita’) contro una media europea di circa il 3.5% e che lo stesso Ministro considera un pilastro fondamentale per l’esecuzione del progetto di e-government e per lo sviluppo del Paese, sia in termini di crescita economica e culturale, sia in termini di qualita’ dei servizi offerti ai cittadini.
Non poche, pero’, sono le difficolta’ da superare per una perfetta riuscita dei piani del Ministero dell’Innovazione e non tutte di carattere tecnologico. Tra le principali si annoverano:
1. Scarsa funzionalita’ della RUPA: sono collegati non tutti i Ministeri e solo gli Organi centrali. Molto bassa (5%) e’ la percentuale dei servizi offerti on line.
2. Esclusione degli Organi periferici: qualunque progetto telematico pubblico non tiene conto delle realta’ periferiche. E’ giusto attribuire rilevanza agli enti locali, ma non esistono solo gli organi centrali dei Ministeri.
3. La inoperativita’ della firma digitale: allo stato attuale la firma digitale ancora non e’ operativa. Mancano indispensabili regole tecniche solo in parte fornite con il DPCM del 1999. Anzi l’avvento del d.lgs. n. 10/2002 necessario per adeguarsi alla direttiva europea n. 1999/93/CE, con l’introduzione della distinzione tra firma elettronica leggera e firma elettronica avanzata ha ulteriormente complicato le cose gia’ in un momento delicato.
4. La sicurezza relativa dei pagamenti in rete: tanti sono i casi di truffe legate all’utilizzo di carte di credito per pagamenti on line e cio’ e’ reso possibile grazie a quelle tecniche di “sniffing†che consentono di catturare dati durante le transazioni in Rete oppure direttamente dai database delle societa’ di e-commerce o delle banche.
5. La necessita’ della reingegnerizzazione: in altri termini mancano le necessarie attenzioni e le competenze specifiche per affrontare i problemi di “change managementâ€. Troppo spesso infatti il cambiamento viene affidato alla prassi dell’intervento normativo (decreti, regolamenti, circolari applicative, ecc…), pur nella generale consapevolezza che il funzionamento delle organizzazioni non si cambia per editto. E’ quindi indispensabile, per ottenere grandi trasformazioni, adeguare le procedure amministrative alle esigenze dell’informatizzazione.
6. Formazione: Una formazione idonea a sostenere il cambiamento non puo’ essere quella tradizionale, in aula, concepita come trasmissione di conoscenze da chi sa a chi non sa. La formazione che serve per un effettivo cambiamento deve calarsi nella prassi, raccordare il “sapere†con il “saper fare†e con il “voler fareâ€.
Occorre legare strettamente la formazione che accompagna i progetti di cambiamento tecnologico ed organizzativo a target realistici e misurabili di implementazione del cambiamento stesso e di conseguente modifica dei comportamenti lavorativi.
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