WEB RADIO: Pagheranno le royalties
Nei giorni scorsi il U.S. Copyright Office e’ giunto a una decisione in merito alla questione del pagamento delle royalties per la musica suonata attraverso le web radio Ora queste ultime dovranno pagare 70 centesimi di dollaro per ogni singola canzone trasmessa.
Washington, USA – Con l’aumentare delle connessioni veloci a Internet, sta crescendo anche l’interesse che i navigatori hanno verso le radio accessibili sul web.
Esistono in rete sia siti di radio tradizionali, che mettono a disposizione via Internet le proprie trasmissioni, sia siti amatoriali di utenti che offrono musica on-line gratuitamente.
I servizi offerti da questi siti, pero’, sono stati presi di mira sia dalle industrie discografiche sia dal Copyright Royalty Arbitration Panel (CARP), il quale ha chiesto tempo fa al U.S. Copyright Office l’imposizione di royalties per ciascuna canzone suonata.
E’ di questi giorni la decisione raggiunta dall’Ufficio per il copyright americano, che ha stabilito a carico delle web radio il pagamento di licenze alle industrie discografiche.
Le royalties sono state convenute in 70 centesimi di dollaro, esattamente la meta’ di quanto chiesto inizialmente dal CARP (1,40 dollari).
Pur sembrando importi molto bassi, i costi per le numerose web radio saranno davvero elevati.
Tale imposizione e’ giuridicamente corretta, in quanto le leggi sul copyright prevedono per gli autori e per i titolari dei diritti d’autore (per es., le case discografiche) il diritto a essere remunerati per tutte le utilizzazioni fatte della propria opera.
Allo stato attuale, la decisione presa dalla U.S. Copyright Office potra’ essere impugnata alla Corte di Appello del Distretto della Columbia entro trenta giorni.
Se le sorti della vicenda non dovessero cambiare, i primi pagamenti mensili potrebbero avvenire gia’ dal prossimo novembre.
Non e’ da trascurare, infine, che le “tasse” cosi’ stabilite avranno efficacia retroattiva al 1998.
La soluzione momentaneamente raggiunta se da un lato viene incontro alle esigenze delle case discografiche, dall’altro non e’ pienamente soddisfacente.
Le industrie del settore lamentano che il pagamento di 70 centesimi per canzone verra’ sì utilizzato per compensare gli artisti e le etichette discografiche, ma certamente non riflette in alcun modo il valore del mercato della musica attuale.
Tale affermazione, fatta da Cary Sherman, presidente della Recording Industry Association of American (RIAA), turba non poco le web radio, le quali sottolineano gli elevatissimi costi che dovranno sostenere per continuare le trasmissioni.
John Jeffrey, vice presidente di Live 365 Inc., la piu’ grande rete di radio via Internet, afferma che i costi ammonterebbero a circa 100.000 dollari al mese, solo per il suo gruppo di societa’.
In tal modo, molti webcasters cesseranno le prorpie attivita’, impedendo la crescita di un settore in grande espansione e, soprattutto, molto apprezzato da un gran numero di navigatori.
Come gia’ precisato in altra occasione vi e’ da dire che la determinazione di compensi per gli artisti, le cui canzoni vengono suonate in rete, e’ certamente lecita, anzi e’ un diritto degli autori.
Il punto su cui si potrebbe discutere, invece, sta nella quantificazione di queste royalties. Utilizzando il sistema menzionato, si andrebbero a penalizzare molto di piu’ le piccole web radio.
Se, invece, si applicasse una percentuale sul fatturato di ciascun webcaster, le cose sarebbero diverse. Pagare per ogni singola canzone potrebbe costituire un obbligo cui le piccole web radio non potrebbero adempiere affatto.
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