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NET CRIME: Sottoposto a sequestro il sito sulla tangentopoli barese

31 Agosto 2002 Commenta

Il Compartimento della Polizia postale e delle comunicazioni “Umbria” di Perugia ha sottoposto a sequestro in data 27/08/02 il sito http://www.brogliomontani.it in osservanza del decreto n. 4561/02 dell’Ufficio del GIP del Tribunale Penale e Civile di Perugia. Il sito in questione ha assunto una certa notorieta’ in quanto espone, anche se ovviamente sotto una determinata prospettiva, gli episodi salienti che hanno contraddistinto alcune vicende giudiziarie pugliesi, per l’esattezza di Bari, collegate al triste filone di tangentopoli.


Perugia – In particolare il responsabile del sito con un proprio esposto-denuncia del 1992 riportante episodi di corruzione e concussione ha fatto nascere l’intera vicenda giudiziaria contraddistinta da un arresto, venti avvisi di garanzia e da una condanna in primo grado nei confronti di amministratori pubblici. In secondo grado, pero’, gli stessi sono stati assolti con formula piena dalla Corte di Appello di Bari.

Questa decisione giudiziaria non e’ stata mai accettata dal Montani che nel 1995 invio’ a tutte le istituzioni un esposto-denuncia che ebbe come conseguenza un procedimento a suo carico per calunnia nei confronti di alti magistrati con assoluzione finale ai sensi dell’art. 530 del c.p.p., 2° comma. Da quel momento il Montani ha continuato la propria battaglia personale inviando lettere aperte ed esposti a magistrati e rappresentanti di governo, persino al Capo dello Stato, invocando una giustizia a suo dire negata.

Il proprio sito, quindi, e’ divenuto un archivio ragionato e molto particolareggiato che raccoglie un’ampia documentazione comprovante non solo la complessa vicenda giudiziaria, ma anche tutte le successive iniziative.

Ancora una volta dall’analisi dell’intera vicenda, nonche’ delle conseguenze, non puo’ che trarsi una conclusione, che nell’epoca attuale ormai e’ scontata: Internet rappresenta uno dei mezzi di comunicazione e diffusione del pensiero dalle potenzialita’ enormi e di questo la stessa magistratura ne e’ consapevole. In altri tempi la voce del Montani sarebbe stata isolata e per niente presa in considerazione, ma la Rete puo’ dare, grazie ai suoi strumenti (siti web, mailing lists, newsletters, posta elettronica), un’insospettata pubblicita’ a qualsiasi evento che possa suscitare un certo interesse della comunita’.

Questo aspetto se da un lato costituisce un grande vantaggio in nome della sacrosanta liberta’ di manifestare il proprio pensiero, presenta un’inequivocabile rovescio delle medaglia qualora le notizie diffuse non abbiano fondamento o peggio ancora siano lesive di altrui diritti.

E’ questa, se vogliamo, una delle problematiche piu’ complesse del mondo di Internet e cioe’ gli effettivi limiti della liberta’ di espressione del proprio pensiero attraverso la Rete. Come e’ noto l’art. 21 della Costituzione sancisce in maniera inequivocabile tale diritto che assume una dimensione direi addirittura planetaria in un mondo come Internet nato come massima espressione della liberta’ in tutte le sue forme.

Indubbiamente, in considerazione proprio delle notevoli potenzialita’ di Internet, e’ necessario un giusto ed equilibrato bilanciamento tra la tutela della liberta’ di manifestazione e circolazione del pensiero e la tutela di altri interessi giuridicamente rilevanti che assumono anch’essi un rango di carattere costituzionale e potrebbero essere lesi da un esercizio sconsiderato della liberta’ in questione. Si pensi ad es. all’onore, alla reputazione, alla dignita’ personale, alla riservatezza, al buon costume, alla morale pubblica.

E’ ovvio che la soluzione vada trovata caso per caso di fronte ad un potenziale conflitto, cercando di tutelare l’interesse ritenuto preminente.
E’ vero che la societa’ di oggi assume un atteggiamento contraddittorio nei confronti delle nuove tecnologie favorendone lo sviluppo da un lato e contrastandole dall’altro in quanto fonte di pericoli, ma e’ pur vero che ormai si sente sempre piu’ forte,  principalmente a livello comunitario, quell’esigenza di regolamentare la Rete, anche per evitare che la magistratura continui a far ricorso a strumenti quali il sequestro giudiziario inadeguati a contrastare gli illeciti on-line sia ai fini dell’individuazione  dell’effettivo responsabile (webmaster, provider, ecc.) che per i risultati ottenuti, considerata la facilita’ di riprodurre i contenuti delle pagine web sequestrate su altri siti mirror.

Appare inevitabile, quindi, che il nostro ordinamento (come quello internazionale), debba assolutamente adeguarsi a questa nuova realta’ “virtuale” e non sempre i tradizionali Istituti previsti in epoche dove l’esistenza di Internet neppure si immaginava potranno essere efficienti.

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