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NET CRIME: La Procura di Perugia indaga su un filmino porno immesso in Rete

20 Settembre 2002 Commenta

PERUGIA. La Procura di Perugia sta indagando in merito all’immissione in Rete di un vecchio filmato porno amatoriale che pero’ negli ultimi tempi ha raggiunto una notevole notorieta’ grazie ai particolari canali di diffusione, specialmente avuto riguardo al sistema di file sharing. Il filmato, della durata di una ventina di minuti, ha come protagonisti due fidanzati, una ragazza all’epoca minorenne ed un ragazzo comunque giovanissimo ripresi in atteggiamenti particolarmente intimi sul divano di un soggiorno.Nonostante il filmato in questione sia datato, la grande efficacia del file sharing ha fatto acquistare al video amatoriale una tale fama che gli stessi organi giudiziari hanno ritenuto opportuno per non dire necessario intervenire con decise indagini allo scopo di individuare i responsabili di questo autentico fenomeno di massa moralmente e socialmente riprovevole.Il reato per il quale si procede e’ tristemente attuale, difatti in considerazione della minore eta’ della protagonista sono configurabili quelle fattispecie criminose introdotte dalla legge n. 269 del 3 agosto 1998 emanata contro lo sfruttamento della prostituzione, della pornografia, del turismo sessuale in danno di minori quali nuove forme di riduzione in schiavitu’; quindi con un obiettivo ben preciso ed in tale ottica viene previsto un campo d’applicazione estremamente vasto che va dal commercio, distribuzione, divulgazione, pubblicizzazione con qualsiasi mezzo, anche per via telematica, di materiale pedopornografico (art. 600-ter cod. pen.) fino a sanzionare anche la semplice detenzione (art. 600-quater cod. pen.). Il grosso problema, in questo caso, e’ rappresentato dall’insolito sistema attraverso il quale e’ stato diffuso il filmato incriminato e cioe’ il file sharing che non lascia tracce, in quanto si fonda sullo scambio di files tra utenti, senza che il server centrale memorizzi alcunche’. Un metodo di indagine, comunque, e’ possibile per stanare i responsabili di queste violazioni, ma presenta molti rischi e non e’ di facile applicazione: e’ il classico caso dell’agente provocatore cioe’ di un agente di polizia che sotto uno pseudonimo cerchi di entrare in contatto con presunti pedofili tramite specifici canali di file sharing allo scopo di carpire notizie preziose. Ma attenzione alla corretta applicazione dell’art. 14 della legge n. 269/98.

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