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E-GOVERNMENT: Ritardi imprevisti

28 Ottobre 2002 Commenta

La Finanziaria 2003 ha finito per incidere anche sulle risorse del Ministero per l’Innovazione e le Tecnologie e quindi inevitabilmente sul Piano di Azione di e-government in corso d’opera. Come e’ noto il finanziamento attuale dell’intero Piano di oltre 400 milioni di euro (attinti dai proventi derivati dalla vendita nel 2000 delle licenze UMTS), ha subito una forte contrazione e solo 100 milioni di euro sono stati concessi dal Governo. Inevitabilmente il termine per la digitalizzazione della pubblica amministrazione slittera’ di almeno un anno: dal 2004 al 2005. Questo ritardo coinvolgera’ anche i progetti pilota del governo elettronico come la carta d’identita’ elettronica e la carta nazionale dei servizi.

Sicuramente e’ stato un duro colpo per il Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie il giro di vite della Finanziaria 2003, ma d’altro canto qualche avvisaglia gia’ vi era stata con il Documento di programmazione economica-finanziaria per gli anni 2003-2006 dove per quanto venisse ribadito che “il progresso tecnologico costituisce uno dei principali fattori della crescita economica, sia a livello microeconomico, sia a livello macroeconomico ed e’ pertanto urgente e necessario superare i ritardi che l’Italia registra sotto molti aspetti”, successivamente veniva dedicato poco spazio alla banda larga, ponendo, invece, particolare attenzione agli incentivi per l’acquisto di apparati per l’accesso alle reti (decoder, modem, router).
Il Ministro Stanca, pero’, non si e’ minimamente scoraggiato nella sua opera tesa alla realizzazione del piano di e-government. Come gia’ preannunciato entro novembre la Commissione di valutazione si pronuncera’ sui 415 progetti inviati al Ministero per l’Innovazione da Regioni, Province e Comuni ed i 120 milioni di euro stanziati verranno suddivisi tra i vincitori del bando in funzione dei programmi presentati.
Ma uno degli obiettivi piu’ pubblicizzati ed anche piu’ sentiti dell’intero piano nazionale e’ sicuramente rappresentato dalla realizzazione della carta d’identita’ elettronica e della carta nazionale dei servizi.

Come e’ noto la carta di identita’ elettronica e’ stata concepita non solo come documento di riconoscimento personale, ma anche come unica carta multifunzionale di accesso a tutti quei servizi, erogati per via telematica dalla pubblica amministrazione, che richiedono la identificazione certa dell’utilizzatore.

Creata nel 1998 la carta d’identita’ elettronica deve offrire, quindi, ai cittadini le seguenti caratteristiche:
• maggiore sicurezza nel processo di identificazione ai fini di polizia;
• utilizzo quale strumento di identificazione in rete per i servizi telematici;
• completa interoperabilita’ su tutto il territorio nazionale.
Questo progetto con l’avvento del nuovo Governo e’ stato ripreso, rivalidato e rilanciato anche in considerazione del fatto che dal 1998 al 2001 erano state svolte solo attivita’ di sperimentazione dell’emissione della carta e ne erano state consegnate solo 100.000 in 83 comuni pilota.
La sperimentazione ha consentito di valutare la complessita’ del processo di emissione, delle implicazioni organizzative all’interno dei comuni e dei requisiti di formazione per gli operatori coinvolti.
Per dare un sostanziale impulso all’introduzione della carta d’identita’ elettronica i Ministri competenti hanno deciso successivamente di passare alla seconda fase di sperimentazione per verificare l’utilizzo della carta sia per motivi di pubblica sicurezza sia per identificare il cittadino in rete.
Al fine di accelerare l’erogazione di servizi in rete da parte delle Autonomie locali, la carta d’identita’ elettronica e’ stata affiancata dalla Carta Nazionale dei Servizi con il compito della sola identificazione in rete del cittadino. Poiche’ quest’ultima carta non viene utilizzata con funzioni di riconoscimento a vista, naturalmente le modalita’ di formazione ed emissione sono piu’ flessibili. Questo aspetto consente una piu’ agevole diffusione della carta nazionale dei servizi che puo’ essere realizzata con il coinvolgimento di tutte le pubbliche Amministrazioni e degli operatori di mercato, in particolare i certificatori, che gia’ oggi operano in questo settore con i necessari requisiti di sicurezza e qualita’.

La gestione della carta d’identita’ elettronica e della carta nazionale dei servizi dovrebbe essere, quindi, degli enti locali e gia’ in 55 comuni ormai la carta d’identita’ elettronica e’ una realta’, poiche’ le amministrazioni sono state dotate delle apparecchiature necessarie per stampare le nuove card di riconoscimento. I tagli della finanziaria, purtroppo, rischiano di rallentare il passaggio alla fase successiva e cioe’ all’estensione delle nuove tecnologie anche agli altri comuni fino ad arrivare a tre milioni di tessere entro il 2003. Ma probabilmente si potrebbe ovviare a tale inconveniente di natura economica attraverso il ricorso a forme di sponsorizzazione e convenzioni con istituti di credito.

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