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INTERNET: Il mercato immobiliare non decolla in Rete

11 Ottobre 2002 Commenta

Secondo una recente indagine statistica condotta dalla AcNielsen, la nota societa’ che dal 1990 effettua un monitoraggio completo delle principali categorie merceologiche presenti in Rete, i siti delle maggiori societa’ immobiliari o di analogo contenuto non sono particolarmente visitati, anzi la media dei navigatori e’ talmente bassa che solo un  sito (www.tecnocasa.it) riesce a superare i 100.000 accessi unici al mese, ottenendo comunque un risultato che rapportato alla media di visite relative ad altre categorie merceologiche, e’ piuttosto modesto.

Sorprendenti i risultati di questa ricerca statistica sul mercato immobiliare on-line che in un periodo come quello attuale contraddistinto dalla new economy e principalmente dal commercio elettronico non riesce ad affermarsi in Rete nella maniera dovuta.
Eppure le particolari caratteristiche di Internet quali la versatilita’, la multimedialita’, la rapidita’ ed immediatezza delle informazioni sono l’ideale non solo per l’acquisto e la vendita di beni immobili, ma anche per la ricerca di qualsiasi notizia che possa essere utile nello specifico settore. Difatti in altri paesi come gli Stati Uniti, la Francia, l’Inghilterra negli ultimi tempi si e’ registrata un’autentica esplosione dei portali immobiliari quali century21.com, homestore.com, realtor.com.
I responsabili dell’Ac Nielsen hanno ritenuto che questa crisi italiana e la conseguente disparita’ rispetto alle comparate realta’ internazionali siano dovute a diverse ragioni quali la mancanza di esperienza, la minore dimensione del mercato immobiliare e la quasi inesistente pubblicita’ inerente a tali siti.
In realta’ penso che il problema sia piu’ di carattere generale ed investe il difficile rapporto che gli italiani hanno con le nuove tecnologie, Internet compreso.

E’ indubbio, che l’ Information and Communication Technology (I.C.T) sia in grado di esprimere quelle potenzialita’ che consentono di ripensare i processi organizzativi, i modelli di organizzazione del lavoro (pensiamo, in particolare, ai “workflow management system”, alla condivisione, attraverso opportuno middleware, di banche dati diverse, ecc) e se vogliamo la nostra stessa vita quotidiana. Di conseguenza, i concetti e le tecniche del “process reengineering” cominciano, cosi’, a trovare eco nella nostra societa’ e cresce la consapevolezza della esigenza di coniugare l’innovazione tecnologica ed il cambiamento organizzativo.

Ma purtroppo, cio’ che costituisce un serio problema e’ lo scarto che ancora persiste tra potenzialita’ tecnologiche ed il livello del loro effettivo utilizzo, nel senso che, seppure gli strumenti informatici e telematici siano ormai facilmente disponibili presso le famiglie italiane, manca ancora la consapevolezza delle loro potenzialita’ e la necessaria confidenzialita’.

Il primo logico passo per risolvere tale problematica e’ chiaramente quello della formazione, da intendersi non tanto dal punto di vista quantitativo (poiche’, ormai non pochi sono i corsi di alfabetizzazione informatica ed anche di livello superiore che vengono offerti sul mercato), ma principalmente dal punto di vista qualitativo, difatti una formazione idonea a sostenere un radicale cambiamento del modo di concepire l’apporto delle nuove tecnologie nel mercato del lavoro, non puo’ essere quella tradizionale, in aula, concepita come trasmissione di conoscenze da chi sa a chi non sa. La formazione che serve allo scopo deve calarsi nella prassi, raccordare il “sapere” con il “saper fare” e con il “voler fare”.
Ma e’ opportuno sottolineare, che la causa principale dei problemi di sviluppo dei sistemi informativi e di una nuova economia fondata sugli stessi in Italia, e’ costituita dalla notevole mancanza di elasticita’ e quindi dall’esistenza di una mentalita’ ancora troppo legata alle abitudini tradizionali e poco incline ad avvalersi dei vantaggi delle tecnologie digitali.
Questo problema non sussiste affatto in altri paesi europei come la Francia, l’Inghilterra, la Germania che hanno accettato senza grandi riserve le novita’ tecnologiche e stanno sfruttando a pieno i reali vantaggi.

A pensare che i siti delle varie societa’ immobiliari sono nella maggior parte dei casi (tecnocasa.it, gabetti.it, puntocasa.it, casaclick.it, caseonline.it, ilmattoneonline.it) ben congegnati, facili da consultare, veloci e ricchi di informazioni.
Ma purtroppo in questo campo il popolo italiano deve ancora crescere e si spera nel prossimo cambiamento generazionale.

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