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INTERNET: Le Major attaccano i Net Cafe’

2 Ottobre 2002 Commenta

Le case discografiche non hanno mai amato particolarmente i Net Cafe’, proprio per la possibilita’ offerta da alcuni di masterizzare cd musicali con canzoni scaricate direttamente dalla rete. La British Phonographic Industry e la Sony hanno preso di mira circa un anno fa una catena di Internet Cafe’ inglesi a causa di violazioni delle leggi sul copyright, ma le loro richieste risarcitorie sono davvero elevatissime.


LONDON, United Kingdom – Nati con il preciso obiettivo di fornire servizi di pubblica utilita’ all’interno delle grandi metropoli, gli Internet Cafe’ si sono trasformati lentamente in “fucine” di cd masterizzati. Sicuramente non tutti i Net Cafe’ hanno seguito questa strada, ma alcuni di essi, infatti, hanno escogitato una invitante attrattiva per i propri clienti: scaricare canzoni dalla rete e registrarle direttamente in cd vergini.
Una grande catena di questi Internet Cafe’ – la Easyinternetcafe’ – ha proposto gia’ un anno fa offerte similari al pubblico inglese, ma ha subito attirato su di se’ le ire delle grandi major discografiche. In particolare, la British Phonographic Industry e la Sony Music Entertainment hanno richiesto in questi giorni ai Giudici della High Court londinese di emettere un’ordinanza che impedisca alla Easyinternetcafe’ di parlare pubblicamente di una negoziazione in corso fra di loro per la violazione dei diritti d’autore (in Italia tale trasgressione rientrerebbe nella duplicazione abusiva di opere dell’ingegno, ai sensi dell’art. 171-ter, l. 633/41).

Circa un anno fa, infatti, la BPI e la Sony avevano domandato un milione di sterline alla Easyinternetcafe’, affinche’ quest’ultima interrompesse il servizio di masterizzazione dei cd presso le proprie filiali. La catena dei Net Cafe’ ha ritenuto “eccessiva” la richiesta fatta e ha protestato pubblicamente contro le case discografiche. Alcuni impiegati della Easyinternetcafe’, infatti, hanno indossato vesti color arancio e hanno manifestato davanti alle Royal Courts of Justice, chiedendo il diritto di esprimersi liberamente. I Net Cafe’, infatti, si sentono oppressi dalle smodate richieste risarcitorie delle case discografiche, le quali, invece, vorrebbero mantenere tutte le cause giudiziarie pendenti per violazione del copyright lontano dai clamori dei media.

La configurazione giuridica degli Internet Cafe’ non e’ ancora oggetto di analisi specifica, forse a causa della loro recente costituzione nei Paesi tecnologicamente piu’ avanzati.

Potrebbero essere configurati almeno sotto due fattispecie. In primo luogo, potrebbero essere avvicinati alla funzione svolta dai c.d. “call centre”, cioe’ quei centri in cui si mettono a disposizione degli utenti apparecchi telefonici. Questa somiglianza, pero’, e’ solo apparente, poiche’ il call centre offre sevizi molto limitati, tanto e’ che l’utente puo’ solo usufruire delle strutture per telefonare. In sostanza, questi centri operano come dei “carrier”, ovvero come dei meri operatori telefonici, non responsabili di quello che passa sulla propria rete (ai sensi della direttiva 200/31/CE, c.d. “direttiva sull’e-commerce”, da attuare ancora in Italia, ma delegata al Governo con la legge n. 39/02, che disciplina – fra l’altro – la responsabilita’ degli Internet Service Providers).
Piu’ aderente alla fattispecie in oggetto e’, invece, la assimilazione alla figura del provider. Infatti, come un ISP, il Net Cafe’ si presenta quale soggetto “prestatore di servizi”, poiche’ offre l’accesso a Internet. Si tratta, dunque, di un servizio a pagamento, con la messa a disposizione di tutte le apparecchiature tecniche in grado di fornire la navigazione in rete. Qualora si convenisse con tale ragionamento, quindi, dovrebbe discendere che la disciplina degli ISP puo’ essere applicata anche ai Net Cafe’. Si potrebbe allora ricorrere alle previsioni di cui agli artt. da 12 a 16 della direttiva menzionata, secondo cui il prestatore di servizi non puo’ essere responsabile dei contenuti che veicolano attraverso i propri sistemi, qualora: 1) non sia esso stesso a dare origine alla trasmissione; 2) non selezioni il destinatario della trasmissione; 3) non selezioni ne’ modifichi le informazioni trasmesse.
Nel caso, pero’, dei Net Cafe’ che offrono specificamente la possibilita’ di masterizzare i cd con le canzoni illegalmente scaricate dalla rete, la situazione appare molto differente rispetto alle disposizioni menzionate poc’anzi. Infatti, questi sono casi in cui si va oltre la posizione del prestatore di servizi che venga a conoscenza dell’illiceita’ del materiale messo a disposizione da un proprio utente: come nel caso del provider che fa hosting, questi deve agire prontamente per “rimuovere le informazioni o per disabilitarne l’accesso” – e quindi “successivamente” all’immissione del materiale illecito e a propria insaputa – (art. 12, l. 39/02 cit.).

Dunque, non si puo’ non concludere che il Net Cafe’ che favorisca la masterizzazione dei cd concorra con i propri clienti nei reati di duplicazione abusiva di opere protette dalle leggi sul copyright (reati puniti con la reclusione fino a tre anni, ai sensi della nostra l. 633/41, art. 171-ter, cosi’ come modificato dalla l. 248/00).

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