L’AntiSpam Si Fa Pubblicita’
Bologna – In commercio da un certo periodo di tempo, i software anti-spamsono variamente strutturati, ma sono concepiti con l’obiettivo comune ditutelare i propri utilizzatori da messaggi indesiderati. Fra questiprogrammi ve n’e’ uno che, pero’, si contraddistingue per la caratteristicadi inserire in ogni e-mail in uscita un breve messaggio che suona cosi’:”Questa casella di posta e’ protetta da junk mail dal Matador, programmadella MailFrontier Inc.”. Di primo acchito, non sorprenderebbe poi molto cheogni messaggio di posta venga inviato con questa specie di “signature”;potrebbe essere inquadrato come un “normale” mezzo che la casa produttricepredispone per pubblicizzare il prodotto. Per es., nelle e-mail di Yahoo! eHotmail la signature e’ presente sempre e mai nessuno si e’ lamentato dicio’. Il prodotto di MailFrontier, pero’, differisce dagli esempi fatti,poiche’ non si tratta di un servizio gratuito, come quelli che consentonol’accesso alla casella di posta Web-based (che giustificano, quindi, unasimile pubblicita’). Inoltre, la peculiarita’ di questo sistema consistenella circostanza che l’utente non puo’ in alcun modo eliminare questadicitura, a meno che egli non la cancelli manualmente ogni volta per ognimessaggio di posta o vada sulle FAQ della societa’ per leggere comerimuovere quella “tag line”: procedure, dunque, che non sono agevoli perpersone poco esperte. La societa’ produttrice si difende dalle critichemosse per l’uso di questa attivita’ pubblicitaria, annunciando che vi sara’la possibilita’ di eliminare molto facilmente la signature nella prossimaversione (a pagamento) del software. La societa’ produttrice si difendedalle critiche mosse per l’uso di questa attivita’ pubblicitaria,annunciando che vi sara’ la possibilita’ di eliminare molto facilmente lasignature nella prossima versione (a pagamento) del software. Inoltre, sicontestano le accuse affermando che la predisposizione di quel messaggio e’chiaramente indicata nelle “terms & conditions” e nelle FAQ del prodotto. Ilproblema di fondo, pero’, e’ che l’utente medio non e’ cosi’ diligente daleggere ogni volta i termini contrattuali di un software; non si vuoleagevolare l’ignorantia legis, ma occorre puntualizzare che troppo spesso unutente (che e’ sempre parte debole dei rapporti contrattuali) viene aconoscenza di clausole solo dopo averle accettate, proprio perche’ non sonostate chiare e trasparenti sin dall’inizio (come richiesto dalla direttiva97/7/CE, riguardante la protezione dei consumatori in materia di contratti adistanza).
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