Brevi Note In Margine Ad Un Convegno Sulla Tutela Dei Minori In Rete
Roma – La tutela dei minori in rete sembra essere arrivata ad una svolta: si susseguono incessantemente iniziative istituzionali, e non, dirette a risolvere questo grave problema. Accanto alla miriade di proposte di legge presentate in Parlamento da larga parte dei gruppi parlamentari, affrontano, a volte in modo estremamente confuso, la tutela del minore in internet vi sono iniziative più concrete per affrontare ex professo il problema della prevenzione e della repressione della criminalità sui minori. E’ fatto recente ad esempio la predisposizione del “Primo piano nazionale di contrasto e prevenzione della pedofilia”, che è stato presentato il 3 ottobre scorso a Roma dal Comitato Ciclope (Comitato Interministeriale Coordinamento Lotta Pedofilia). Il primo impegno assunto dal Comitato è stato quello della costituzione di un Osservatorio sulla pedofilia. Obiettivo dell’Osservatorio sarà quello di creare una struttura operativa di monitoraggio, che raccolga ed elabori tutti i dati provenienti sia dalle amministrazioni centrali e locali, sia dagli organismi, anche non istituzionali, operanti a livello nazionale, europeo e internazionale. Altra iniziativa importante sarà quella dell’istituzione di un numero telefonico di emergenza per i minori. La gestione di questa linea, che avverrà tramite l’assegnazione del numero telefonico 114, sarà affidata ad associazioni che da anni operano al fianco delle istituzioni nella lotta alla pedofilia e allo sfruttamento dei minori. Altro strumento preventivo di tutela dei minori in rete è sicuramente costituito dalla preannunciata predisposizione di strumenti di filtraggio del materiale illecito o dannoso per i minori; tali strumenti dovrebbero consentire alle famiglie ed agli educatori in generale di tenere immune il minore dalla possibilità di esere “adescato” in rete da un lato e di evitare che il minore possa accedere a contenuti “illeciti”, quando non semplicemente nocivi per il suo sviluppo, dall’altro. Tali strumenti peraltro caldeggiati anche dallo stesso Ministro per l’innovazione e le tecnologie, nel corso dell’ audizione alla commissione parlamentare per l’infanzia tenutasi nell’ambito dell’indagine conoscitiva sull’abuso e lo sfruttamento dei minori del 30 gennaio 2002, saranno distribuiti gratuitamente dai siti web delle amministrazioni interessate e dal portale nazionale della Pubblica Amministrazione (www.italia.gov.it). Altre iniziative sono dirette ad aggiornare il pubblico: tra queste la giornata di studi sulla tutela dei minori in rete tenutasi a Milano ed organizzata da REGISTER.it, dalla Registration Authority Italiana e dalla Commissione Europea. Nel contesto di tale giornata di studi sono stati presentati alcuni casi di tutela nazionale ed internazionale dei minori attuati attraverso l’uso di strumenti telematici e non, come il network “wiredsafety.org” diretto dall’avv. Perry Aftab, un vero e proprio “mito” oltreoceano nella lotta allo sfruttamento dei minori in rete o il portale italiano Davide.it, espressione di un associazione di volontariato che riunisce 1000 aderenti in tutta italia e che propone un dispositivo tecnologico in grado di filtrare i contenuti illeciti o dannosi su internet. Tra gli altri strumenti di tutela si segnalano le iniziative del conosciutissimo Telefono azzurro, che si è sempre battuto per una tutela stringente del minore in rete, realizzata con modalità che, a parere del sottoscritto, sono le più corrette per il sostegno psicologico al minore vittima di abusi e per un’educazione preventiva dei bambini e, sopratutto, delle famiglie che li devono controllare. Nel corso dell’incontro sono emersi alcuni dubbi sul ruolo decisivo degli strumenti tecnologici di filtraggio che non siano supportati da un’attenta opera di educazione all’uso delle nuove tecnologie. Tali strumenti, infatti, in primo luogo non costituiscono un blocco immediato alle conversazioni che avvengono in chat, sui forum e più in generale con l’uso della posta elettronica, in secondo luogo non possono essere collocati fisicamente sui server dei provider, poichè impedirebbero la libera circolazione delle informazioni e devono quindi essere collocati direttamente sul computer dell’utente da parte dei familiari o degli educatori. L’opera di repressione dei reati informatici connessi agli abusi su minori dovrebbe essere oggetto di un più vasto coordinamento fra le forze di polizia che operano oggi nel nostro paese. In tal senso andrebbe modificata la normativa italiana che assegna alla polizia delle comunicazioni a pena di nullità le indagini in materia di contrasto alla criminalità pedo-pornografica per consentire anche alle altre forze di polizia, che dispongono oggi di eccellenti strumenti di indagine di partecipare, beninteso senza intralci, alla lotta alla criminalità informatica. Del pari occorrerebbe formare la magistratura, e sopratutto i titolari di poteri di indagine, a condurre indagini o a prendere decisioni così delicate come quelle che coinvolgono i bambini e l’uso degli strumenti informatici e telematici. Troppo spesso infatti l’esito di un indagine in Italia è stata condizionata dalla passione e dalla dedizione di appartenenti alle forze di polizia e alla magistratura o all’opposto dalla loro impreparazione e non dall’utilizzo degli scarsi strumenti che l’ordinamento ha messo a loro disposizione per essere al passo con la sorprendente conoscenza informatica dei moderni “orchi”.
Scritto da
Commenta!