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E-Government e Open Source

16 Novembre 2002 Commenta

Il Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie Lucio Stanca con decreto firmato il 31 ottobre 2002 ha costituito una commissione di esperti denominata “Commissione per il software a codice sorgente aperto nella Pubblica Amministrazione”, che entro tre mesi dovra’ procedere a un’analisi dettagliata delle opportunita’ per le pubbliche amministrazioni derivanti dal software open source. Il presidente della Commissione e’ il professore di informatica del Politecnico di Torino Angelo Di Meo che ha gia’ lavorato per diversi anni alla proposta di un progetto strategico italiano per il software libero.

Finalmente il Ministro Lucio Stanca, in considerazione anche di analoghe iniziative avviate dalla Commissione UE e dagli altri Paesi europei, ha deciso di predisporre uno studio specifico sulle potenzialita’ del software libero allo scopo di preparare la P.A. ad un cambiamento che potremo dire epocale nello specifico settore dell’ICT ed in particolare dell’E-Government.
In effetti la decisione del Ministro e’ stata anche imposta dai nuovi orientamenti dell’Unione Europea in materia, difatti gia’ durante il vertice e-Europe tenutosi a Siviglia, si ritenne opportuna una prima raccomandazione di massima che consigliava ai Paesi membri un maggiore uso nei progetti di e-government dell’open source. Successivamente la Commissione UE ha lanciato l’iniziativa Ida (Interscambio di applicazioni tra le amministrazioni europee) per promuovere la nascita di una piena collaborazione fra i vari Paesi membri in merito a nuove soluzioni in campo informatico, tra cui ovviamente l’introduzione del software libero. Queste iniziative sono state ben accolte e se vogliamo incoraggiate da Paesi come la Francia e la Germania che hanno previsto in specifici progetti la piena preferenza per l’open source.
La neo-Commissione all’uopo costituita dal Governo Italiano sara’ chiamata ad esprimersi su alcune importanti questioni che da sempre hanno alimentato la diffusa campagna nazionale a favore del software libero portata avanti da importanti  Istituzioni e studiosi che hanno costituito l’associazione OpenPA (basta pensare che gia’ agli inizi del 2000 rappresentanti dell’AIPA, del Ministero della Pubblica Istruzione, dell’ALCEI, e della rivista Interlex sostenevano che lo Stato era troppo dipendente dai prodotti Microsoft contraddistinti da costi piuttosto elevati).

Innanzitutto si dovra’ dimostrare che la spesa complessiva per l’informatica effettivamente si riduce con l’uso del software aperto, poi va definita una politica di preferenza che non violi naturalmente le regole di mercato e quindi sempre trasparente. Infine si dovra’ massimizzare l’effetto di promozione di una nuova offerta di software, su base italiana ed europea.

Come e’ noto per software Open Source si intende un programma di cui e’ possibile conoscere il codice sorgente, cioe’ la sua vera struttura, che negli altri software e’ invisibile perche’ cancellata dalla compilazione in linguaggio macchina. Questo tipo di software deve essere di libera distribuzione, anche se non necessariamente gratis (ma nella maggior parte dei casi lo e’), non deve presentare discriminazioni di utilizzo nei confronti di determinate categorie di persone o di materie e deve essere liberamente modificabile da chiunque.
Onestamente non credo che la Commissione abbia difficolta’ ad evidenziare gli indubbi vantaggi dell’Open Source quali:
1. la trasparenza e affidabilita’ in quanto conoscere il codice sorgente insieme al programma compilato significa conoscere le reali potenzialita’ del software oltre che le modalita’ di funzionamento;
2. il risparmio in quanto il software Open Source in genere e’ gratuito o comunque di basso prezzo; in ogni caso si eviterebbero quei contratti-capestro tipici di molti fornitori;
3. la maggiore ampiezza del mercato che consente una scelta piu’ oculata in un regime di piena concorrenzialita’;
4. l’indubbio beneficio delle economie locali, anche in termini occupazionali, dovuto al fatto che la produzione di questo tipo di software e’ affidata ad imprese indipendenti.

Il problema risiede altrove e si sostanzia nella maggiore notorieta’ dei prodotti piu’ pubblicizzati (Microsoft), quindi nella loro maggiore conoscenza ed uso, per non parlare poi dell’assistenza tecnica che li contraddistingue. Chiaramente, questi aspetti, talvolta possono anche condizionare le politiche di mercato e questo periodo e’ particolarmente delicato in quanto e’ in atto una diffusa ed organizzata informatizzazione dei pubblici Uffici che allo stato attuale e’ sicuramente fondata sull’utilizzo di un software di massa non open source.

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