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E’ Il Momento Del Telelavoro

29 Novembre 2002 Commenta

MILANO. Il 27 novembre scorso si e’ tenuto a Milano un importante convegnoche ha avuto per oggetto l’impatto del telelavoro sull’ambiente, l’economiae l’occupazione. Il convegno e’ stato organizzato dall’istituto di ricercaAvanzi e dalla Camera di Commercio di Milano nell’ambito di SustainableTeleworking (www.sustel.org), progetto internazionale finanziato dallaCommissione Europea.Il telelavoro costituisce un’attivita’ tipica della new economy ed altro none’ che una modalita’ di prestazione di lavoro svolta da un dipendente in unqualsiasi luogo ritenuto idoneo (esterno alla sede di lavoro) dove laprestazione sia tecnicamente possibile. E’ caratterizzato dal supporto ditecnologie dell’informazione e della comunicazione, che consentono ilcollegamento con l’Ente per il quale viene svolta la prestazione.La Comunita’ Europea ha subito compreso l’importanza del telelavoro ed havisto nello stesso uno strumento di importanza strategica per realizzareimportanti obiettivi quali: aumentare la flessibilita’ e la produttivita’delle aziende e, nello stesso tempo, accrescere la competitivita’internazionale.Il ruolo centrale del telelavoro, per una crescita equilibrata dell’Europa,e’ stato sottolineato in due importanti relazioni ufficiali: Il Libro BiancoDelors e il Rapporto Bangemann sulla societa’ dell’informazione. Quest’ultimo ha indicato le azioni necessarie affinche’ il telelavoro diventi unapriorita’ per la Commissione europea. Il progetto e’ divenuto operativo nel1994. Esso e’ stato aggiornato nel 1996 come “piano d’azione continuo”,sulla base del successo nella liberalizzazione del settore delletelecomunicazioni e nella realizzazione del Quarto Programma Quadro(1995-1998), soprattutto attraverso una gran quantita’ di misure di sostegnoalla ricerca e sviluppo tecnologico.Piuttosto di recente la Commissione si e’ occupata anche dei probleminormativi e contrattuali relativi al telelavoro, in particolare, di quellirelativi alla protezione sociale, alla salute e alla sicurezza eultimamente, per l’esattezza il 23 maggio 2002 e’ stato sottoscritto aBruxelles anche l’accordo-quadro sul telelavoro tra le organizzazioniindustriali e sindacali europee (tra le quali l’Unice per i datori di lavoroed il CES per i sindacati).Purtroppo, pero’, nel nostro paese, esiste ancora un notevole ritardo nellosviluppo di questa nuova forma di lavoro dovuto non tanto a vincoli dinatura tecnica ed economica (sotto questo profilo il telelavoro e’perfettamente realizzabile), ma, piuttosto, a quelli di tipo culturale edorganizzativo. Nel nostro Paese, infatti, stenta ad affermarsi quellacultura del decentramento e della flessibilita’ che e’ alla base delleprincipali esperienze di telelavoro realizzate a livello internazionale.

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