E’ In Arrivo L’Open Source Nella P.A.?
ROMA. Il Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie Lucio Stanca con decretofirmato il 31 ottobre 2002 ha costituito una commissione di espertidenominata “Commissione per il software a codice sorgente aperto nellaPubblica Amministrazione” che entro tre mesi dovra’ procedere a un’analisidettagliata delle opportunita’ per le pubbliche amministrazioni derivantidal software open source. Il presidente della Commissione e’ il professoredi informatica del Politecnico di Torino Angelo Di Meo che ha gia’ lavoratoper diversi anni alla proposta di un progetto strategico italiano per ilsoftware libero.Finalmente il Ministro Lucio Stanca, in considerazione anche di analogheiniziative avviate dalla Commissione UE e dagli altri Paesi europei, hadeciso di predisporre uno studio specifico sulle potenzialita’ del softwarelibero allo scopo di preparare la P.A. ad un cambiamento che potremo direepocale nello specifico settore dell’ICT ed in particolare dell’E-Government.In effetti la decisione del Ministro e’ stata anche imposta dai nuoviorientamenti dell’Unione Europea in materia, difatti gia’ durante il verticee-Europe tenutosi a Siviglia, si ritenne opportuna una prima raccomandazionedi massima che consigliava ai Paesi membri un maggiore uso nei progetti die-government dell’open source. Successivamente la Commissione UE ha lanciatol’iniziativa Ida (Interscambio di applicazioni tra le amministrazionieuropee) per promuovere la nascita di una piena collaborazione fra i variPaesi membri in merito a nuove soluzioni in campo informatico, tra cuiovviamente l’introduzione del software libero. Queste iniziative sono stateben accolte e se vogliamo incoraggiate da Paesi come la Francia e laGermania che hanno previsto in specifici progetti la piena preferenza per l’open source.La neo-Commissione all’uopo costituita dal Governo Italiano sara’ chiamataad esprimersi su alcune importanti questioni che da sempre hanno alimentatola diffusa campagna nazionale a favore del software libero portata avanti daimportanti Istituzioni e studiosi che hanno costituito l’associazioneOpenPA.Innanzitutto si dovra’ dimostrare che la spesa complessiva per l’informaticaeffettivamente si riduce con l’uso del software aperto, poi va definita unapolitica di preferenza che non violi naturalmente le regole di mercato equindi sempre trasparente. Infine si dovra’ massimizzare l’effetto dipromozione di una nuova offerta di software, su base italiana ed europea.L’indagine della Commissione si presenta in un periodo particolarmentedelicato in quanto e’ in atto una diffusa ed organizzata informatizzazionedei pubblici Uffici che allo stato attuale e’ sicuramente fondata sull’utilizzo di un software di massa non open source.
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