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MicroSoft Vince Nel Pubblico Interesse

4 Novembre 2002 Commenta

Los Angeles, USA – Nei giorni scorsi si e’ chiusa una delle piu’ importantivicende giudiziarie degli ultimi anni. La MicroSoft, accusata di averviolato le leggi antitrust, ha vinto la quinquennale causa intentata controdi lei da numerosi Stati americani. Il Giudice Colleen Kollar-Kotelly harigettato le richieste dell’accusa (pene molto severe per il gigantedell’informatica) e ha pienamente approvato l’accordo raggiunto fra BillGates e il Dipartimento di Giustizia USA. Soddisfazione in casa MicroSoft,che vede finalmente archiviata l’annosa vicenda antitrust, anche a costo didover sottostare al controllo del Governo e ad altre pattuizioni racchiusenell’accordo approvato dal Giudice. Il Dipartimento di Giustizia, inoltre,afferma che, con la definizione in questi termini della controversia, siriuscira’ ad avere anche una maggiore concorrenza nel crescente mercato delsoftware. In particolare, i contenuti del patto sono i seguenti: laMicroSoft sara’ controllata per cinque anni da una Commissione di treesperti, che avranno piena liberta’ di esaminare i libri contabili e i pianistrategici dell’azienda; la MicroSoft non potra’ evitare che gli altriproduttori e i consumatori rimuovano le icone dai propri prodotti; laMicroSoft non potra’ favorire i clienti che acconsentiranno di adottare isuoi software (per es., Explorer per Internet o Media Player per lariproduzione audio/video); la MicroSoft sara’ obbligata a rivelare lespecifiche tecniche di Windows per consentire ai propri concorrenti dicreare programmi compatibili con il sistema operativo e dovra’ rivelare ilproprio protocollo Internet ai produttori di software per server. Di certosi tratta di un’importante scolta nella storia della societa’ di Bill Gates,che ora dovra’ svelare i segreti a tutti i concorrenti e anche aiconsumatori, ma, comunque, la societa’ rimarra’ intatta e non verra’ piu’smembrata in due parti come chiesto tempo fa dall’accusa. I nove Statiaccusatori, guidati dalla California, Iowa e Connecticut, non hanno ancoradeciso se appellare o meno la sentenza, ma sicuramente adesso stannoincassando ancora il duro colpo subito. Il Giudice, infatti, ha affermatoche la strategia dell’accusa – cioe’ di riportare alcune condotteanticompetitive della casa di Redmond – non e’ stata suffragata da provevalide e per questo non e’ stata ritenuta fondata. La MicroSoft, dunque,vince la causa, col favore del Dipartimento di Giustizia (ormai passatosotto il controllo dei repubblicani, piu’ permissivi in materia antitrust) evede i suoi titoli volare nel dopo-borsa, subito dopo la pronuncia dellasentenza.

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MICROSOFT: Vince nel pubblico interesse

4 Novembre 2002 Commenta

E’ terminata dopo cinque anni la causa che ha visto come protagonista la MicroSoft, accusata di violare le leggi antitrust. Dopo alterne vicissitudini giudiziarie, il Tribunale guidato dal Giudice Colleen Kollar-Kotelly ha ritenuto opportuno condurre le parti in gioco a un accordo sulla controversia insorta. Il Giudice, respingendo le pene richieste dall’accusa, ha affermato che questo patto risponde a esigenze di pubblico interesse.


Los Angeles, USA – Nei giorni scorsi si e’ chiusa una delle piu’ importanti vicende giudiziarie degli ultimi anni. La MicroSoft, accusata di aver violato le leggi antitrust, ha vinto la quinquennale causa intentata contro di lei da numerosi Stati americani. Il Giudice Colleen Kollar-Kotelly ha rigettato le richieste dell’accusa (pene molto severe per il gigante dell’informatica) e ha pienamente approvato l’accordo raggiunto fra Bill Gates e il Dipartimento di Giustizia USA.
Soddisfazione in casa MicroSoft, che vede finalmente archiviata l’annosa vicenda antitrust, anche a costo di dover sottostare al controllo del Governo e ad altre pattuizioni racchiuse nell’accordo approvato dal Giudice. Il Dipartimento di Giustizia, inoltre, afferma che, con la definizione in questi termini della controversia, si riuscira’ ad avere anche una maggiore concorrenza nel crescente mercato del software.
In particolare, i contenuti del patto sono i seguenti: la MicroSoft sara’ controllata per cinque anni da una Commissione di tre esperti, che avranno piena liberta’ di esaminare i libri contabili e i piani strategici dell’azienda; la MicroSoft non potra’ evitare che gli altri produttori e i consumatori rimuovano le icone dai propri prodotti; la MicroSoft non potra’ favorire i clienti che acconsentiranno di adottare i suoi software (per es., Explorer per Internet o Media Player per la riproduzione audio/video); la MicroSoft sara’ obbligata a rivelare le specifiche tecniche di Windows per consentire ai propri concorrenti di creare programmi compatibili con il sistema operativo e dovra’ rivelare il proprio protocollo Internet ai produttori di software per server. Di certo si tratta di un’importante scolta nella storia della societa’ di Bill Gates, che ora dovra’ svelare i segreti a tutti i concorrenti e anche ai consumatori, ma, comunque, la societa’ rimarra’ intatta e non verra’ piu’ smembrata in due parti come chiesto tempo fa dall’accusa.

I nove Stati accusatori, guidati dalla California, Iowa e Connecticut, non hanno ancora deciso se appellare o meno la sentenza, ma sicuramente adesso stanno incassando ancora il duro colpo subito. Il Giudice, infatti, ha affermato che la strategia dell’accusa – cioe’ di riportare alcune condotte anticompetitive della casa di Redmond – non e’ stata suffragata da prove valide e per questo non e’ stata ritenuta fondata. La MicroSoft, dunque, vince la causa, col favore del Dipartimento di Giustizia (ormai passato sotto il controllo dei repubblicani, piu’ permissivi in materia antitrust) e vede i suoi titoli volare nel dopo-borsa, subito dopo la pronuncia della sentenza.


Non sembra vero, ma adesso i segretissimi misteri della piu’ grande software house al mondo saranno oggetto si studio e di analisi approfondite da parte di tutta la concorrenza.
Sara’ possibile, dunque, scendere nelle piu’ profonde specificazioni tecniche del sistema operativo Windows per poter conseguire quella interoperabilita’ di cui si sente tanto parlare nel mondo del software.
Tutti i programmi per elaboratore presenti nel mercato possiedono proprie specifiche caratteristiche che li rendono un mondo a se’ stante di fronte alla varieta’ di prodotti presenti in commercio.
Chi subisce questa diversita’ di prodotti e’ soprattutto il consumatore/utente finale, che non puo’ far altro che stare alle condizioni di questo o di quel determinato produttore, senza poter autonomamente scegliere di utilizzare a proprio piacimento i diversi software presenti sul mercato.
Anche i produttori di software subiscono il risvolto negativo del progresso tecnologico: pur potendo disporre di moderni strumenti tecnici, ciascun produttore non puo’ creare soluzioni compatibili con i software prodotti da altre case. Tutto cio’ frena notevolmente lo sviluppo delle applicazioni per computer e crea un circolo vizioso, secondo cui la tecnologia non puo’ svilupparsi in maniera autonoma, poiche’ vincolata alle scelte societarie di altre aziende.

E’ diritto di ciascun produttore di software, infatti, consentire il c.d. reverse engineering, cioe’ quella procedura che rende possibile accedere al codice sorgente di un programma, per ottenere le informazioni necessarie per conseguire l’interoperabilita’ con altri programmi (si veda l’art. 64-quater, l. 633/41) inoltre, le attivita’ ammesse per poter giungere alla menzionata interoperabilita’ sono molto limitate: esse devono riguardare le informazioni ottenute; poi, non possono essere usate a fini diversi dal conseguimento dell’interoperabilita’, non devono essere comunicate a terzi e non devono essere utilizzate per creare imitazioni del software studiato.

Ora la MicroSoft sara’ obbligata a fornire tutte le necessarie informazioni in forza dell’accordo appena approvato, che, secondo il Giudice, e’ ispirato a esigenze di pubblico interesse, poiche’ offre nuove chances per lo sviluppo di una sana concorrenza nel mercato del software.

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