Uso Improprio Delle Norme Sulla Protezione Dei Dati Nell’Unione Europea ?
Brussels – Secondo Jacob Söderman, mediatore europeo, determinati atti legislativi di applicazione della normativa europea sulla protezione dei dati, potrebbero essere in contrasto con il principio della trasparenza nelle attivita’ pubbliche. In determinate fattispecie, infatti, le norme sulla protezione dei dati sono state invocate ed applicate per impedire la pubblicazione di informazioni, ovvero per limitare il diritto di accesso a documenti probatori. Söderman, a tal proposito, ha inviato una lettera al Presidente della Commissione europea Romano Prodi. Cio’ e’ quanto pubblicato in un comunicato stampa sul sito del Mediatore Europeo: in sostanza, e’ preoccupato che l’uso delle norme sulla protezione dei dati, specialmente del regolamento 45/2001, non sia conforme al loro scopo di aiutare a garantire il rispetto del diritto individuale alla vita privata, cosi’ come previsto dall’articolo 8.1 della Convenzione europea dei diritti dell’Uomo: Ogni persona ha diritto al rispetto della sua vita privata e familiare, del suo domicilio e della sua corrispondenza. Al contrario, queste norme si stanno utilizzando per mettere in dubbio il principio di trasparenza nelle attivita’ pubbliche. CIo’ sembra suggerire che esiste un diritto a partecipare anonimamente ad attivita’ pubbliche. L’articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell’Uomo non prevede un tale diritto che appare, oltretutto, essere incompatibile con il diritto di trasparenza e con il diritto di accesso ai documenti. Celare l’identita’ di coloro che partecipano ad attivita’ pubbliche priverebbe i cittadini della possibilita’ di comprendere e controllare le loro attivita’. Allo stesso modo, l’esperienza internazionale dimostra che la trasparenza e’ una delle migliori difese contro la corruzione.
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