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COPYRIGHT: Apriamo un chiosco per copiare CD ?

9 Dicembre 2002 Commenta

Sembra incredibile, ma in Australia si sta definendo una trattativa con la collecting society AMCOS, per creare catene di chioschi dove poter masterizzare i cd. Gli autori delle canzoni verranno pagati regolarmente e il tutto dovrebbe rientrare nella legalita’, ma l’accordo non e’ stato ancora firmato.


Adelaide, AUSTRALIA – Greg Moore, leader della Little Ripper Kiosk, tempo fa ha avuto la brillante idea di realizzare catene in franchising di chioschi per la materizzazione di cd. Nello progetto da lui concepito, ciascun punto di vendita verrebbe installato nei piu’ diversi locali pubblici cittadini.
Per poter concretizzare quest’idea, pero’, occorre la licenza dei titolari dei diritti d’autore relativi alle canzoni oggetto del nuovo business. La Little Ripper Kiosk, dunque, ha iniziato mesi fa alcune trattative con la AMCOS (Australian Mechanical Copyright Owners Society Limited), societa’ di gestione fra le piu’ importanti in Australia, per ottenere il permesso di attivare il servizio al pubblico. Nello scorso agosto, Richard Mallet, direttore della AMCOS (nel settore licenze on-line e meccaniche), ha confermato che la societa’ era in trattative con Moore. Quest’ultimo – soddisfatto – ha commentato la notizia in maniera positiva, anche se le modalita’ operative dei chioschi erano ancora il principale oggetto delle trattative (la AMCOS, infatti, voleva che ciascun punto mettesse a disposizione strumenti che potessero leggere i cd, contattare il sito del venditore e consentire all’utente di pagare una royalty e ottenere la masterizzazione del cd medesimo).
Purtroppo, pero’, le contrattazioni non sono proseguite, perche’ alcune delle societa’ rappresentate dalla AMCOS non sarebbero state d’accordo con la proposta di Moore.
A questo punto e’ lecito chiedersi: perche’ mai le case discografiche vogliano impedire la nascita di nuovo setto di vendita della musica? Si potrebbe parlare a riguardo di abuso di posizione dominante per le societa’ di gestione collettiva dei diritti d’autore (e le loro rappresentate)?

Certamente le collecting societies si trovano in una situazione di posizione dominante sul mercato , poiche’ la loro stessa natura implica un accentramento di diritti e di prerogative tali per cui esse si pongono a un livello superiore, piu’ elevato rispetto a quello di coloro che volessero esercitare gli stessi diritti e le loro stesse prerogative, ma in maniera individuale.
C’e’, comunque, chi  ha evitato a priori di qualificare come dominante la posizione nel mercato di tali societa’. E’ un’interpretazione del tutto particolare e originale, che si fonda sul requisito della “necessita'” dell’esistenza delle collecting societies. Se i singoli autori – si afferma – trovano insormontabili difficolta’ nella gestione e nella tutela dei propri diritti, e’ indispensabile la costituzione di societa’ di gestione collettiva dei diritti, le quali hanno come unico scopo lo svolgimento di queste funzioni. Sono, dunque, un “male” necessario.
Sarebbe meglio non parlare ne’ di posizione dominante ne’ di conseguente restrizione o limitazione della concorrenza, perche’ (prendendo in considerazione il settore musicale) “senza societa’ di percezione dei diritti musicali non vi sarebbe alcun mercato per i diritti in esame e, quindi, alcuna possibilita’ di concorrenza” .
Al di la’ dell’interpretazione appena proposta, si ritiene che la peculiarita’ della situazione in cui si trovano le collecting societies consista nel separare dal normale ambito di appartenenza quelle specifiche situazioni soggettive di cui gli enti intermediari si fanno garanti, creando in tal modo un “universo parallelo” nel quale esse confluiscono.
Ne deriva una separazione che, se vista dal basso, risulta ai piu’ un vero e proprio dominio sul mercato. E’ necessario, invece, adottare una differente ottica, che consiste nel considerare questo dominio inevitabile e non negativo, ma anzi, per la maggior parte degli operatori, auspicabile e “necessario”  per un piu’ corretto uso delle risorse che si gestiscono. C’e’ anche chi  nota che l’esistenza di tali societa’ e’ ben giustificata nella loro situazione di preminenza, poiche’ esse hanno anche il compito di “fronteggiare” le potenti organizzazioni degli utilizzatori, come la radio, la televisione, la produzione cinematografica e fonografica, ecc. Se l’industria dello spettacolo e del divertimento e’ cosi’ forte, non c’e’ da stupirsi se le collecting societies sentano la necessita’ di difendersi in maniera opportuna, creando attivita’ di gestione e tutela dei diritti sempre piu’ organizzate.

Pur essendoci questa divergenza di opinioni circa la situazione di preminenza sul mercato delle collecting societies, rimane ferma la disciplina che viene dettata nel Trattato CE (e nelle legislazioni dei singoli Paesi membri) per le situazioni di posizione dominante.
Esse sono sanzionate solamente ove diano luogo a un abuso. Le attivita’ di chi si trovi in posizione dominante non possono essere oggetto di interventi da parte degli Stati fino a quando non si presenti quel quid che le possa far ricadere appunto in un abuso.

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