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E-Commerce In Crisi? No, Grazie Ai Micropagamenti

5 Dicembre 2002 Commenta

Australia – La situazione del commercio elettronico non e’ delle piu’ rosee.Accurate informazioni statistiche hanno sempre riscontrato una scarsadiffusione di questo tipo di commercio sia in America sia – soprattutto – inEuropa. I motivi in base ai quali non si riesce a vedere lo “slancio”dell’e-commerce consistono fondamentalmente nella “insicurezza” di qualunquecompratore a lasciare in rete i propri dati personali (e, soprattutto, ilnumero di carta di credito). Il rischio che corre il consumatore,nell’ipotesi dell’acquisto di un bene, per esempio, consistenell’eventualita’ che un hacker intercetti il numero della carta e loriutilizzi per fare altri acuisti a danno del vero titolare. In gergotecnico, si dice che l’hacker “sniffa” il numero della carta, cioe’ eglifiuta (dall’inglese to sniff) quel dato, osservando un determinato flusso diinformazioni in rete (tale reato e’ perseguibile ai sensi dell’art.617-quater c.p.). Un rimedio a questo problema potrebbe essere nonutilizzare la carta di credito e, a tal riguardo, si sono prospettatediverse alternative. Una prima soluzione e’ stata quella di introdurre cartedi credito ricaricabili, il cui furto non arreca ingenti danni al suotitolare, ma solo la perdita del credito (di solito molto basso) che siaveva. Un altro strumento, che sembra essere tornato ultimamenteall’attenzione di tutti, e’ il “micropagamento”, cioe’ far pagare alnavigatore piccole somme per poter accedere a diversi servizi: lettura diarticoli di testate giornalistiche, fruizione dei motori di ricerca, ecc. Unmodo per effettuare questi micropagamenti e’ quello di addebitare sullabolletta telefonica dell’utente la cifra spesa (sara’ poi il gestoretelefonico a pagare il venditore la relativa spettanza).

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