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La RIAA Sconfitta Dalla Pirateria Musicale

20 Gennaio 2003 Commenta

LONDON, UK – Il presidente della RIAA (Recording Industry Association ofAmerica), Cary Sherman, ha affermato che il fenomeno dello scambio illegaledi musica su Internet non potra’ mai essere totalmente sradicato. Anche sequalche sito pirata chiudera’ i battenti in seguito a estenuanti causegiudiziarie, la rete brulichera’ sempre di luoghi virtuali alternativi dovecondividere illegalmente musica. Frasi non particolarmente rivoluzionarieper chi utilizza frequentemente la rete, ma altamente importanti e degne disignificato se provengono da una delle piu’ rilevanti organizzazionidell’industria musicale, come la RIAA. Quest’ultima, infatti, e’ da tempoimpegnata nella lotta ai cyberpirati musicali e, oltre a intentare causegiudiziarie contro siti web illegali, occupa anche una posizione di fortepressione politica nei confronti del legislatore americano, battendosiaffinche’ questi emani norme sempre piu’ rigide per la violazione deidiritti d’autore. La dura realta’ della natura anarchica di Internet sembraaver fatto rassegnare anche le nobili esigenze di giustizia diorganizzazioni cosi’ autorevoli come la RIAA. Inutile sprecare tempo edenaro, dunque, per trascinare in aule di Tribunale i pirati musicali diturno presenti in rete e attendere l’esito delle (non sempre favorevoli)sentenze dei giudici. Sembra essere piu’ saggia, invece, l’idea dieffettuare un maggior controllo sulla proliferazione di questi siti web, inmodo tale da trovare valide alternative per far crescere ugualmente ilbusiness della musica. Non si tratta, pero’, di abbandonare le battagliecontro i peer-to-peer e i siti web illegali, ma di affiancare a tutto questoun oculato controllo di quello che accade in Internet. All’interno del nuovoobiettivo di monitoraggio della rete trovera’ spazio la promozione dei sitiweb legali per il download di musica in rete. Tutte le energie delle piu’importanti case discografiche, infatti, sono state impiegate in questiultimi tempi per mettere a punto siti web alternativi ai tipici negozi dicd. Rispettando le leggi sul diritto d’autore, dunque, e’ possibile offrireal pubblico dei navigatori corretti canzoni digitali anche a prezzicompetitivi. Le case discografiche sono ormai proiettate in questa nuovadimensione di business. Si conferma quindi l’antico adagio: “Se non puoisconfiggere il tuo nemico, fattelo amico!”.

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La RIAA sconfitta dalla pirateria musicale

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Il presidente della RIAA (Recording Industry Association of America), Cary Sherman, ha affermato che il fenomeno dello scambio illegale di musica su Internet non potra’ mai essere totalmente sradicato. Anche se qualche sito pirata chiudera’ i battenti in seguito a estenuanti cause giudiziarie, la rete brulichera’ sempre di luoghi virtuali alternativi dove condividere illegalmente musica.


LONDON, UK – Il presidente della RIAA (Recording Industry Association of America), Cary Sherman, ha affermato che il fenomeno dello scambio illegale di musica su Internet non potra’ mai essere totalmente sradicato. Anche se qualche sito pirata chiudera’ i battenti in seguito a estenuanti cause giudiziarie, la rete brulichera’ sempre di luoghi virtuali alternativi dove condividere illegalmente musica.
Frasi non particolarmente rivoluzionarie per chi utilizza frequentemente la rete, ma altamente importanti e degne di significato se provengono da una delle piu’ rilevanti organizzazioni dell’industria musicale, come la RIAA. Quest’ultima, infatti, e’ da tempo impegnata nella lotta ai cyberpirati musicali e, oltre a intentare cause giudiziarie contro siti web illegali, occupa anche una posizione di forte pressione politica nei confronti del legislatore americano, battendosi affinche’ questi emani norme sempre piu’ rigide per la violazione dei diritti d’autore. La dura realta’ della natura anarchica di Internet sembra aver fatto rassegnare anche le nobili esigenze di giustizia di organizzazioni cosi’ autorevoli come la RIAA.
Inutile sprecare tempo e denaro, dunque, per trascinare in aule di Tribunale i pirati musicali di turno presenti in rete e attendere l’esito delle (non sempre favorevoli) sentenze dei giudici. Sembra essere piu’ saggia, invece, l’idea di effettuare un maggior controllo sulla proliferazione di questi siti web, in modo tale da trovare valide alternative per far crescere ugualmente il business della musica. Non si tratta, pero’, di abbandonare le battaglie contro i peer-to-peer e i siti web illegali, ma di affiancare a tutto questo un oculato controllo di quello che accade in Internet. All’interno del nuovo obiettivo di monitoraggio della rete trovera’ spazio la promozione dei siti web legali per il download di musica in rete. Tutte le energie delle piu’ importanti case discografiche, infatti, sono state impiegate in questi ultimi tempi per mettere a punto siti web alternativi ai tipici negozi di cd. Rispettando le leggi sul diritto d’autore, dunque, e’ possibile offrire al pubblico dei navigatori corretti canzoni digitali anche a prezzi competitivi. Le case discografiche sono ormai proiettate in questa nuova dimensione di business.
Si conferma quindi l’antico adagio: “Se non puoi sconfiggere il tuo nemico, fattelo amico!”.


E’ su questa linea di sviluppo che si colloca la recente affermazione del presidente della RIAA. Una volta capito che sarebbe impossibile punire (per sempre) tutti i pirati della rete, ci si e’ resi conto di poter guardare al fenomeno di Internet come a un nuovo spazio virtuale dove fare un nuovo tipo di business.
Anche alcuni sondaggi svolti dalla Jupiter Research dimostrano che gli utenti sarebbero disponibili a pagare piccole somme di denaro per ottenere copie digitali delle canzoni. Circa il 19% degli intervistati ha confermato questo orientamento (con un aumento del 3% rispetto ai risultati dell’anno scorso).

L’obiettivo da perseguire subito e’ dunque quello di creare uno spazio virtuale dove acquistare musica in tutta liberta’ e in maniera legale. Tutto questo spingera’ molto probabilmente anche il mercato della discografia mondiale, che in questi anni sta scontando il fenomeno “boomerang” di Internet. Solo nel 2001 la IFPI (International Federation of the Phonographic Industry) e i suoi gruppi nazionali associati hanno scoperto 1060 server non autorizzati, 28000 siti web pirati, 700 milioni di file musicali non autorizzati. La IFPI, poi, ha stimato che il 99% di tutta la musica digitale scambiata sulla rete sia illegale e che nel maggio 2002 erano presenti circa 500 milioni di file musicali disponibili per la copia.

Urge pertanto una radicale risistemazione del commercio della musica on-line. E le parole di “rassegnazione” della RIAA non fanno altro che rafforzare questa esigenze di cambiamento.

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