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L’E-Commerce Vola Col Viagra

8 Gennaio 2003 Commenta

New York, USA – Il commercio elettronico non fa segnare innalzamenti diproduttivita’? Allora e’ meglio utilizzare un po’ di Viagra per risanare lecasse delle societa’ della new economy. E’ quello che accade, infatti, daqualche giorno nelle caselle di posta di centinaia di navigatori. Unasocieta’ farmaceutica americana ha deciso di pubblicizzare via e-mail lenuove offerte non solo in tema di Viagra, ma anche di una recente pillolataumaturgica per la sfera femminile: il Vitara. Si tratta dell’alternativaper donne della medicina dedicata alla cura delle disfunzioni erettilimaschili. Per poche decine di dollari e’ possibile ricevere in tutto ilmondo le confezioni di questi straordinari farmaci. Garanzia di questapromozione on-line e’ l’approvazione dei farmaci in vendita da parte dellaFood and Drug Administration (ente americano che autorizza lacommercializzazione dei medicinali). Questo genere di pubblicita’ invasiva,pero’, fa riflettere su alcuni aspetti del rapporto “spamming-farmaci”.Innanzitutto, vi sono i problemi relativi alla commercializzazione in tuttoil mondo di beni “sensibili” quali le medicine (che andrebbero vendutedietro presentazione di ricetta medica), inoltre, questo genere dipubblicita’ fa capire con solare chiarezza che lo spamming e’ davvero unpotente canale di divulgazione per qualunque prodotto e bisogna utilizzarlocon grande cautela, poiche’ i costi per la comunita’ virtuale sono davveroelevati.

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L’e-commerce vola col Viagra

8 Gennaio 2003 Commenta

Il commercio elettronico non fa segnare innalzamenti di produttivita’? Allora e’ meglio utilizzare un po’…di Viagra per risanare le casse delle societa’ della new economy.


New York, USA – Il commercio elettronico non fa segnare innalzamenti di produttivita’? Allora e’ meglio utilizzare un po’…di Viagra per risanare le casse delle societa’ della new economy.
E’ quello che accade, infatti, da qualche giorno nelle caselle di posta di centinaia di navigatori. Una societa’ farmaceutica americana ha deciso di pubblicizzare via e-mail le nuove offerte non solo in tema di Viagra, ma anche di una recente pillola taumaturgica per la sfera femminile: il Vitara. Si tratta dell’alternativa per donne della medicina dedicata alla cura delle disfunzioni erettili maschili. Per poche decine di dollari e’ possibile ricevere in tutto il mondo le confezioni di questi straordinari farmaci. Garanzia di questa promozione on-line e’ l’approvazione dei farmaci in vendita da parte della Food and Drug Administration (ente americano che autorizza la commercializzazione dei medicinali).
Questo genere di pubblicita’ invasiva, pero’, fa riflettere su alcuni aspetti del rapporto “spamming-farmaci”. Innanzitutto, vi sono i problemi relativi alla commercializzazione in tutto il mondo di beni “sensibili” quali le medicine (che andrebbero vendute dietro presentazione di ricetta medica), inoltre, questo genere di pubblicita’ fa capire con solare chiarezza che lo spamming e’ davvero un potente canale di divulgazione per qualunque prodotto e bisogna utilizzarlo con grande cautela, poiche’ i costi per la comunita’ virtuale sono davvero elevati.


Molti credono che gli effetti negativi dello spamming siano rappresentati esclusivamente dal fastidioso intasamento della propria casella di posta elettronica e dalla violazione delle norme sulla privacy, per quanto concerne il trattamento dell’indirizzo di posta (quale dato personale) senza il consenso del diretto interessato.
Non si crede con molta facilita’, pero’, che un ulteriore effetto negativo sia quello di determinare in capo alla collettivita’ spese ingenti di denaro per il solo fatto di ricevere posta indesiderata.
Vi sono svariati tentativi di stimare con particolare precisione il “prezzo” dello spamming per ogni singolo utente. Il piu’ autorevole fra questi e’ certamente quello effettuato per conto della Commissione Europea: Unsolicited Commercial Communications and Data Protection (del gennaio 2001) .
Secondo questa ricerca, il costo per ogni utente e’ di circa 30 euro all’anno “…Su scala mondiale, assumendo una comunita’ on-line di 400 milioni [di utenti Internet], il costo globale dello scaricamento di messaggi pubblicitari usando l’attuale tecnologia puo’ essere cautelativamente stimato in dieci miliardi di euro [all’anno]. E questa e’ solo la frazione di costo che viene sostenuta dagli utenti direttamente”
Il costo del provider, dunque, e’ escluso da questi calcoli e si puo’ intuitivamente capire che la cifra prima menzionata sara’ da ritoccare in eccesso per poter calcolare effettivamente i costi che lo spamming ha per l’intera comunita’ virtuale.

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