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NEW ECONOMY: Dalla Cina … con furore !

2 Gennaio 2003 Commenta

Importanti segnali di rilancio dell’economia cinese provengono da molte societa’ hi-tech e portali Internet, che nate qualche anno fa, attualmente stanno ottenendo lusinghieri risultati di bilancio.
Difatti, nonostante il governo cinese mantenga un atteggiamento diffidente nei confronti del fenomeno Internet, censurando motori di ricerca come Google, chiudendo gli Internet Cafe’ ed esercitando un controllo serrato anche della posta elettronica privata, pare che portali come NetEase.com, Sina.com e Sohu.com stiano contribuendo al rilancio della nuova tecnologia in Cina e non solo. Infatti, molti portali Internet e societa’ del settore hi-tech americani che operano in Cina vedono le loro quotazioni al Nasdaq volare verso l’alto.

Cina – Mentre la new economy attraversa un periodo di crisi in diversi paesi europei, sorprende la notizia dei grandi progressi registrati sul fronte dell’economia cinese.
In realta’, la sorpresa e’ relativa, in quanto dietro una simile rinascita si nasconde sempre (ma non troppo) la forte spinta economica statunitense. Difatti molte societa’ hi-tech che operano in Cina sono di origine o di capitale americano.
Attualmente gli USA concentrano circa i 4/5 delle attivita’ di commercio elettronico mondiale: per ciascuna delle principali categorie di contrattazione virtuale gli Stati Uniti detengono il 75% dei siti commerciali transattivi, seguiti a lunga distanza dal Canada.

La formidabile diffusione del commercio in rete, avvenuta nel Nordamerica trae origine da una specifica forza strutturale, peraltro inimitabile: le microimprese innovative.
La fitta rete di piccole imprese americane di recente costituzione, dotate delle dimensioni ideali per l’ambiente Internet e in grado di accedere ai mercati mondiali e competervi esattamente come le imprese multinazionali, hanno registrato impressionanti tassi di crescita e di redditivita’.

In realta’ l’intensa attivita’ di monitoraggio del sistema commerciale nordamericano, dimostra una limitata evidenza dei cospicui aumenti di produttivita’ consentiti dagli investimenti realizzati dall’industria IT, tuttavia l’impatto delle tecnologie dell’informazione e’ significativo: il settore informatico e telecomunicativo godono di tassi di sviluppo mediamente doppi rispetto all’incremento del PIL nazionale, gli investimenti in impianti e attrezzature sono da ascriversi per circa il 45% alle aziende IT, il decremento dei prezzi dei prodotti informatici contribuisce notevolmente al contenimento dell’inflazione.

Nel ruolo di nazione con il maggiore volume di comunicazioni commerciale per via elettronica, il piu’ elevato numero di connessioni a Internet e la migliore qualita’ e velocita’ di accesso alle reti, gli USA rappresentano, quindi, il paese leader del mercato elettronico.
Certo, perche’ gli operatori economici adottino su larga scala l’utilizzo della rete per comunicare con i consumatori e i clienti, sono necessari meccanismi che garantiscano la sicurezza della identita’ delle parti contraenti e l’assoluta consapevolezza della produzione di effetti obbligatori di qualsiasi accordo stipulato elettronicamente. Proprio, in considerazione di tali presupposti fondamentali, il governo federale statunitense ha sempre sostenuto la pianificazione e lo sviluppo di un contesto legale uniforme a livello nazionale e globale per riconoscere, facilitare e promuovere le transazioni elettroniche internazionali: a tal fine lo US Federal Government ha collaborato con l’UNCITRAL per la produzione di un modello di legge uniforme che consenta l’uso dei contratti internazionali nel commercio elettronico, e dispone, di concerto con la Camera di Commercio Internazionale, la creazione di un codice commerciale uniforme valido per le contrattazioni su rete aperta. Le aziende leader del settore, generalmente trasmettono, nello svolgimento della attivita’ caratteristica, informazioni riservate per le quali la segretezza e la inalterabilita’ della comunicazione divengono imprescindibili: l’impianto governativo statunitense e’ da molti anni promesso alla implementazione di soluzioni innovative volte all’incremento della sicurezza delle reti aperte: le tecnologie di crittografia, la firma digitale e la certificazione elettronica sono traguardi da ascriversi interamente all’incessante attivita’ delle agenzie governative e della grandi imprese americane.

La stessa amministrazione americana e’ fermamente convinta che nessuna attivita’ impositiva discriminatoria debba gravare sul commercio elettronico, cosi’ come nessun tipo di barriera tariffaria o non tariffaria deve essere elevata nei confronti degli scambi commerciali elettronici, nel completo rispetto dei principi di tassazione internazionale. Gli indirizzi presidenziali premono verso la creazione di un mercato elettronico globale i cui codici etici e di comportamento debbono essere stabiliti dal potere negoziale delle parti coinvolte, piuttosto che da interventi normativi del legislatore, la cui visione potrebbe risultare eccessivamente prudente e finanche lesiva del principio di libera iniziativa economica.

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