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Quando lo Spamming è… un’arte

3 Gennaio 2003 Commenta

L’attivita’ degli spammers e’ divenuta davvero un’arte: non solo quella di accaparrare gli indirizzi e-mail, ma anche quella di trovare i piu’ astuti escamotage per inviare con certezza migliaia di lettere pubblicitarie.


New York, USA – Stanchi di essere inondati da lettere promozionali che pubblicano qualunque genere di prodotto? Non sopportate piu’ la fastidiosa attivita’ di pulizia quotidiana di messaggi inutili dalla vostra casella di posta elettronica?
Purtroppo, questo malcostume virtuale generalizzato non accenna a diminuire e gli autori di questo spamming trovano sempre nuovi metodi per sommergerci di comunicazioni “spazzatura”. I nostri indirizzi di posta elettronica sono custoditi non solo dalle abili mani degli spammers, ma anche da tutti coloro che acquistano comodi e pratici CD, in cui sono contenuti migliaia di recapiti e-mail. Il problema e’ dunque molto serio e, di conseguenza, anche gli spammatori si fanno piu’ esperti.
Essi continuano, infatti, a trovare sempre nuovi e ingegnosi metodi per superare i (labili) filtri di cui dotiamo le nostre caselle di posta. Parole errate, nomi di mittenti che ci sembrano familiari, ecc. e i nostri sofisticati strumenti protettivi vanno in tilt.
L’americano medio – e’ stato calcolato – riceve piu’ di 2.200 junk mail all’anno e si stima che la cifra salga a 3.600 nel 2007.


Qualche breve nota su come si svolge l’attivita’ di spamming.
Prima di iniziare, gli spammers devono procedere a una necessaria raccolta dei dati, oggetto della propria “occupazione”. Affinche’  gli attacchi riscuotano un discreto successo, infatti, i messaggi non sollecitati devono essere inviati al maggior numero di indirizzi di posta. Questa fase, dunque, appare fondamentale e prodromica alla vera e propria attivita’ di spamming e dev’essere gestita in maniera alquanto accurata. Bisogna cercare di coniugare, infatti, due criteri precisi: velocita’ di reperimento degli indirizzi e grande quantita’ dei medesimi.
D’altro canto, pero’, per poter compiere un “lavoro” davvero efficace, bisogna far pervenire la pubblicita’ dei propri prodotti a un bacino di utenza piu’ ampio possibile. Per questo motivo, e’ fondamentale l’utilizzo dei c.d. “generatori random”. Si tratta di software che permettono di generare automaticamente un numero (teoricamente) infinito di indirizzi di posta elettronica, afferenti a uno specifico dominio (solitamente si punta a un fornitore di grosse dimensioni). Poniamo il caso del dominio @tin.it: il programma inviera’ il messaggio in primis all’indirizzo a@tin.it, poi aa@tin.it, poi b@tin.it, ecc.

Poiche’ si presume che nella realta’ non vi siano cosi’ tanti indirizzi nelle modalita’ e nelle quantita’ “pensate” da uno di questi generatori random, moltissime e-mail torneranno indietro.
Lo spammer, invece, che vuole andare “a colpo sicuro” dovra’ optare per altri strumenti e andare alla ricerca di “veri” indirizzi di posta. Poiche’, solitamente, questi ultimi sono tenuti privati (e sono lasciati a poche persone) lo spammer non potra’ entrarvi in possesso e non potra’ neppure conoscere dell’esistenza di quel determinato indirizzo. Allora e’ d’obbligo spostarsi in ambiti in cui e’ piu’ facile che si trovino indirizzi e-mail lasciati “in pubblico dominio”: il web, i forum e i newsgroup.
In questa attivita’, lo spammer si avvale di specifici software che esplorano automaticamente le pagine web, i forum e i newsgroup alla ricerca di caratteri disposti in maniera tale che sembrino degli indirizzi e-mail. Questi programmi – chiamati spambot – hanno la capacita’ anche di entrare nei codici HTML di una pagina web e leggere gli indirizzi di posta ivi contenuti (quindi, non solo se la e-mail e’ indicata “in chiaro” nella pagine web).

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