Cyber-Accattoni unitevi!
Bologna – Un nuovo fenomeno sta emergendo nel mare magnum del Web: il cyber-accattonaggio, ovvero la vicenda virtuale di gente in ristrettezze economiche che chiedono aiuto alla comunita’ di Internet. Attraverso i propri siti web elemosinano offerte in denaro e molti di loro sono riusciti a riprendersi da pessime situazioni. Vi sono esempi di ragazze-madri o disoccupati in cerca di lavoro, di persone rovinate da perdite al gioco, ecc.
Storie diverse, ma che hanno in comune una stessa finalita’: ricevere pagamenti in denaro a titolo gratuito.
Il tutto e’ nato circa un anno fa, quando una ragazza ventinovenne newyorkese di nome Karyn Bosnak propose alla comunita’ virtuale la sua storia, caratterizzata da un “rosso” di 20.000 dollari.
Attraverso il sito SaveKaryn.com, i generosi utenti della rete potevano donare somme di denaro anche minime per venire incontro alle esigenze di primaria urgenza della ragazza.
La vicenda ha destato tanto successo da far meritare alla sua ideatrice un contratto per la pubblicazione di un libro sulla peripezia accadutale, sponsorizzato da un produttore televisivo americano.
Da quel momento in poi, la missione di generosita’ nel web e’ stata seguita da numerosi altri utenti, che hanno trovato in questo nuovo mezzo comunicativo anche la soluzione ai propri problemi economici.
Il caso di questi cyber-accattoni (c.d. cyber-beggings) ha suscitato anche l’interesse di docenti universitari (in particolare dei rami della scienza delle comunicazioni) che hanno notato come la fortuna di questo fenomeno sia strettamente legata alla originalita’ delle storie portate dagli sfortunati utenti.
Cio’ non significa che si debba necessariamente versare in condizioni precarie solo per causa di strane contingenze, ma vuol dire che – come qualunque altra attrazione rivolta al pubblico – quest’ultimo e’ maggiormente colpito da quegli elementi che contraddistinguono un dato episodio da altri simili.
Per esempio, nel caso specifico del cyber-begging, si e’ affermato che assume importante rilievo la buona realizzazione del sito web dello sfortunato utente, il quale deve curare il proprio sito rendendolo simpatico e facilmente apprezzabile dagli altri navigatori della rete. Qualunque sia l’angolazione della visuale con cui si giudicano eventi come questi citati (Internet al servizio della sociologia o viceversa), sta di fatto che la rete appare sempre piu’ come il mezzo comunicativo per eccellenza, confermandosi strumento di coesione fra i cittadini di qualunque Paese del mondo.
Da un punto di vista prettamente sociologico, infatti, si puo’ affermare che il fenomeno in oggetto rappresenti in se’ la massima espressione di quelle che sono le potenzialita’ del mezzo di Internet e di come la gente ormai consideri familiare l’utilizzo di questo strumento.
Appare evidente come la forza comunicativa di Internet riesca a superare non solo gli ostacoli fisici fra un soggetto e l’altro, ma anche quelli sentimentali.
Riesce possibile attraverso semplicissime pagine web comunicare una necessita’, uno stato di bisogno, insomma, un’emozione. Tutto cio’ puo’ non essere esclusivamente finalizzato alla ricerca dell’anima gemella o di amicizie virtuali/fisiche, ma puo’ essere utilizzato nei casi di quei fenomeni sociali che suscitano compassione, come le richieste di aiuto economico provenienti da diverse tipologie di persone del mondo.
E’ proprio questo senso di appartenenza alla comunita’ virtuale che fa scaturire la fisiologica istanza di soccorso degli utenti piu’ disagiati. A parte gli (eventuali, ma non impossibili) casi di false richieste, per lo scrivente siamo di fronte a una delle pagine piu’ commuoventi della storia della rete.
Decidersi a chiedere aiuto a persone estranee, di per se’, mette seriamente in gioco la propria reputazione (ovvero la stima che gli altri consociati hanno di se’) e cio’, a maggior ragione, su Internet dove il messaggio di aiuto e’ potenzialmente accessibile a chiunque da qualunque parte del mondo.
A questo proposito non si puo’ non ricordare l’art. 21 della Costituzione italiana, in base al quale Internet puo’ essere facilmente annoverato fra ogni “altro mezzo di diffusione” attraverso cui si puo’ veicolare liberamente qualunque manifestazione del pensiero.
Accanto a questo importante principio costituzionale si potrebbe anche affiancare, per il caso specifico qui analizzato, la disposizione dell’art. 25 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, che afferma: “Ogni individuo ha diritto a un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia…”.
Dal combinato di queste due norme emerge la legittimità di chiedere attraverso qualsiasi forma espressiva un sostentamento per poter condurre una vita piu’ dignitosa, che possa garantire salute e benessere.
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