Cybercrimine: Sempre piu’ incisiva l’azione dell’Unione Europea.
Bruxelles – La Commissione europea ha annunciato la presentazione di un piano per creare una task force paneuropea in grado di far fronte ai sempre piu’ numerosi attacchi hacker alle reti di computer. In seguito all’attacco del virus SQL, infatti, le autorita’ governative mondiali hanno preso a cuore il problema della vulnerabilita’ dei network e considerano la faccenda preoccupante quanto l’attacco terroristico dell’11 settembre.
Si trattera’, in particolare, di un’agenzia europea di 15 esperti e sceriffi del web che sorvegliera’ dal 2004 le reti Internet europee per difenderle dagli attacchi di hacker e virus. Il progetto della nuova agenzia prevede oltre a un organico di 15 cyber-esperti anche la possibilita’ di aggiungere personale distaccato dai vari Stati membri. La gestione sara’ assicurata da un Consiglio d’amministrazione composto da rappresentanti dei Quindici, del Consiglio Ue e dell’industria del settore.
Gli hackers continuano a fare paura e dopo il recente attacco alla rete da parte del virus SQL che ha assunto dimensioni di carattere mondiale, la guerra UE ai pirati informatici ormai e’ aperta.
Gia’ il 19/04/02 il Consiglio dell’Unione Europea con una specifica proposta di decisione-quadro aveva ribadito la necessita’ di una maggiore cooperazione tra gli stati membri ed in particolare fra i relativi organi giudiziari per combattere in maniera efficace i crimini informatici attraverso un’opportuna armonizzazione delle diverse normative penali.
La necessita’ di tale proposta era stata dettata dalla rilevazione di numerosi attacchi contro sistemi di informazione da parte della criminalita’ organizzata e dalle sempre piu’ pressanti preoccupazioni di attacchi terroristici contro i sistemi di informazione dei paesi dell’UE.
La situazione negli ultimi tempi e’ addirittura degenerata e troppe sono state le dimostrazioni di insicurezza della Rete. E’ ovvio, quindi che i diversi provvedimenti ed interventi di natura internazionale che si sono succeduti nel tempo (si pensi, ad esempio, alla comunicazione della Commissione europea del 6 giugno 2001 intesa a creare un’agenzia europea contro i crimini informatici, alla decisione n. 276/1999/CE del 25 gennaio 1999 del Parlamento Europeo che ha come oggetto la sicurezza delle reti telematiche e la tutela dei minori on line, alla Conferenza internazionale di Palermo che ha visto confrontarsi esperti informatici, esponenti delle forze di polizia, giuristi e studiosi di tutto il mondo sull’evoluzione del cybercrime e la convenzione di Budapest sul cybercrimine risalente ormai ad oltre un anno fa, che in considerazione dei gravi reati commessi tramite la Rete, si e’ contraddistinta per la notevole severita’ che ha dato luogo a contestazioni anche da parte di autorevoli giuristi italiani e che sancisce la specializzazione legislativa e la cooperazione investigativa contro il crimine informatico) non sono stati ritenuti sufficienti a combattere con la dovuta efficacia un fenomeno dilagante come i crimini informatici e/o telematici.
Anzi, nell’ambito dell’Unione, nonostante queste iniziative di carattere internazionale, si e’ sempre avuta la netta sensazione di aver fatto molto poco in concreto per reprimere questa nuova forma di delinquenza specializzata che opera nel settore informatico e telematico.
L’unico modo, quindi, per combattere piu’ da vicino questo fenomeno non poteva essere che quello di creare una task force altamente specializzata nella repressione dei crimini informatici e/o telematici (nonostante gia’ operi, per la verita’, a livello internazionale in questo settore l’Europol).
Anzi considerato che nel frattempo molti governi hanno investito nella formazione di agenti specializzati nei servizi di prevenzione e nell’aggiornamento tecnologico, l’idea base sarebbe quella di una collaborazione aperta con i vari Stati membri e le loro strutture specialistiche (si pensi all’Italia che ha come propri organismi la polizia delle Comunicazioni e il Gruppo anticrimine tecnologico, Gat, della Guardia di Finanza).
Le prime reazioni a questa iniziativa europea sono state contrastanti, difatti l’EuroISPA, l’associazione europea degl’ISP, il cui rappresentante e’ Joe McNamee vede l’azione della Commissione come “un segno positivo” dopo tanta indifferenza verso il problema, mentre Rolf Hegel numero uno dell’Europol ha reagito negativamente considerando insufficiente l’azione della Commissione europea.
In effetti, e’ opportuno sottolineare, che al di la’ di operatori specializzati che agiscano in prima linea contro il cybercrimine, cio’ che indispensabile nell’ambito dei paesi dell’Unione e che non puo’ piu’ essere procrastinato e’ un opportuno adeguamento dei sistemi legislativi, specie quelli sanzionatori, chiamati a fronteggiare questa nuova generazione di reati che costituiscono ormai una realta’ e non certo un’utopia.
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