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Le Prospettive Della Posta Elettronica Nella P.A.

10 Febbraio 2003 Commenta

ROMA. Il Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie Lucio Stanca nel corsodella 1^ Conferenza Nazionale dell’Alta Dirigenza dello Stato hasottolineato che la rete e l’e-mail portano alla Pubblica Amministrazionenon solo efficienza interna e nei rapporti con i cittadini, ma anche grossirisparmi. Di conseguenza si auspica per il futuro un’utilizzo della postaelettronica sempre piu’ diffuso con il preciso obiettivo di attivare unacasella e-mail per ogni dipendente. Entro la fine della legislatura la postainterna della pubblica amministrazione dovra’ essere esclusivamente ine-mail. Alcuni risultati concreti si sono gia’ ottenuti, ad esempio, harilevato Stanca, il Ministero degli Esteri, utilizzando la postaelettronica, “ha ottenuto una riduzione di 17 tonnellate di carta solo perlo scambio di telegrammi con le sedi estere”. Sempre agli Esteri, l’utilizzointensivo della posta elettronica interna ha di fatto “annullato losmistamento di carta”, alla Farnesina.Appare ormai evidente dagli ultimi interventi del Ministro Stanca,specialmente da quest’ultimo, che la volonta’ ministeriale e’ quella distringere i tempi sull’informatizzazione della P.A. ed in particolar modosulla piena realizzazione della c.d. teleamministrazione cioe’ dialogo inRete tra gli Uffici Pubblici con possibilita’ di strutturare flussi dilavoro (workflow) sempre in forma elettronica, impostando una praticaamministrativa unica, a perfezionamento progressivo, qualunque sia il numerodegli uffici o delle amministrazioni interessate.Due sono i presupposti fondamentali per il conseguimento di un taleobiettivo:1. le singole amministrazioni devono saper attenuare la difesa esasperatadei propri confini, in cui funzionano come compartimenti stagni. Non deveessere piu’ l’utente a farle comunicare fra loro portando ad esse la propriadocumentazione, ma tale funzione deve essere svolta dalla connessionedigitale, in quanto in una logica di amministrazione moderna in rete e’l’informazione che circola da un sistema ad un altro.2. Al fine poi di dare un minimo di affidabilita’, sia dal punto di vistadella provenienza che dell’autenticita’, ai messaggi di posta elettronicadella P.A., e’ indispensabile, ormai, una regolamentazione definitiva dellafirma digitale specie a seguito del d.lgs. n. 10/2002. E difatti proprio direcente su proposta del Presidente del Consiglio e del Ministro perl’Innovazione e le Tecnologie e di concerto con altri sei ministri, ilConsiglio dei Ministri ha approvato il D.P.R. che definisce il Regolamentodi attuazione della Direttiva Comunitaria n. 93/1999, completando cosi’ ilquadro normativo per l’utilizzo di questo innovativo strumento digitale.]]>

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Le prospettive della posta elettronica nella P.A.

10 Febbraio 2003 Commenta

Roma – Il Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie Lucio Stanca nel corso della I Conferenza Nazionale dell’Alta Dirigenza dello Stato ha sottolineato che la rete e l’e-mail portano alla Pubblica Amministrazione non solo efficienza interna e nei rapporti con i cittadini, ma anche grossi risparmi. Di conseguenza si auspica per il futuro un’utilizzo della posta elettronica sempre piu’ diffuso con il preciso obiettivo di attivare una casella e-mail per ogni dipendente. Entro la fine della legislatura la posta interna della pubblica amministrazione dovra’ essere esclusivamente in e-mail.
Alcuni risultati concreti si sono gia’ ottenuti, ad esempio, ha rilevato Stanca, il Ministero degli Esteri, utilizzando la posta elettronica, ”ha ottenuto una riduzione di 17 tonnellate di carta solo per lo scambio di telegrammi con le sedi estere”.
Sempre agli Esteri, l’utilizzo intensivo della posta elettronica interna ha di fatto ”annullato lo smistamento di carta”, alla Farnesina.

Appare ormai evidente dagli ultimi interventi del Ministro Stanca, specialmente da quest’ultimo, che la volonta’ ministeriale e’ quella di stringere i tempi sull’informatizzazione della P.A. ed in particolar modo sulla piena realizzazione della c.d. teleamministrazione cioe’ dialogo in Rete tra gli Uffici Pubblici con possibilita’ di strutturare flussi di lavoro (workflow) sempre in forma elettronica, impostando una pratica amministrativa unica, a perfezionamento progressivo, qualunque sia il numero degli uffici o delle amministrazioni interessate.
Due sono i presupposti fondamentali per il conseguimento di un tale obiettivo:

1. le singole amministrazioni devono saper attenuare la difesa esasperata dei propri confini, in cui funzionano come compartimenti stagni.
Non deve essere piu’ l’utente a farle comunicare fra loro portando ad esse la propria documentazione, ma tale funzione deve essere svolta dalla connessione digitale, in quanto in una logica di amministrazione moderna in rete e’ l’informazione che circola da un sistema ad un altro.
Il cittadino, quindi, da casa, dall’ufficio, dall’estero dovra’ interloquire sempre con la pubblica amministrazione ed accedere ad una infinita’ di servizi on line, ponendo cosi’ fine alle code.

Ovviamente anche la dirigenza statale dovra’ essere preparata culturalmente e tecnicamente ad una tale trasformazione per cui lo stesso Ministro varera’ uno specifico “programma di formazione per l’alta dirigenza dello Stato per favorire la conoscenza delle positive implicazioni derivanti dall’impiego delle nuove tecnologie nella organizzazione pubblica”.

2. Al fine poi di dare un minimo di affidabilita’, sia dal punto di vista della provenienza che dell’autenticita’, ai messaggi di posta elettronica della P.A. e’ indispensabile, ormai, una regolamentazione definitiva della firma digitale specie a seguito del d.lgs. n. 10/2002.
E difatti proprio di recente su proposta del Presidente del Consiglio e del Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie e di concerto con altri sei ministri, il Consiglio dei Ministri ha approvato il D.P.R. che definisce il Regolamento di attuazione della Direttiva Comunitaria n. 93/1999, completando cosi’ il quadro normativo per l’utilizzo di questo innovativo strumento digitale, una sorta di bancomat con microchip, che viene inserito in un apposito lettore, collegato al computer, consentendo di firmare in modo digitale sicuro ed inalterabile qualsiasi documento elettronico.
Dalle prime indiscrezioni (il testo non e’ ancora ufficiale), non sembra, per la verita’, che siano state introdotte particolari novita’ con questo nuovo regolamento, ma piu’ che altro sono state definite alcune situazioni dubbie.

Viene, innanzitutto, attribuito definitivamente valore giuridico ai documenti informatici su cui viene apposta la “firma digitale”, garantendo non solo l’autenticita’ della firma e del soggetto da cui proviene, ma anche l’integrita’ del documento stesso. Naturalmente tale cambiamento produrra’ molti vantaggi pratici, diretti ed indiretti, per il Paese, a partire dalle imprese fino allo sviluppo dell’e-commerce.
Inoltre con questo provvedimento vengono definitivamente introdotte e regolamentate due novita’: la liberalizzazione del settore dei servizi di certificazione, che elimina cosi’ la necessita’ di una preventiva autorizzazione per l’esercizio di questa attivita’, e l’introduzione di due categorie di firma digitale (comunque gia’ previste dal d.lgs. n. 10/2002).
Una “firma leggera” che, per esempio, puo’ essere utile per l’identificazione personale e l’accesso ai servizi della Pubblica amministrazione e una “firma pesante”, con la massima sicurezza per la sottoscrizione di documenti piu’ rilevanti.

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