Microsoft: E' Il Momento Di Chiedere Il Risarcimento Dei Danni ?
Lodi – E’ risaputo che il software gestionale non puo’ essere, quasi mai, rilasciato privo di errori, in quanto non e’ possibile prevedere, in modo esaustivo, una casistica cosi’ complessa. Ne consegue che la validita’ di un fornitore di programmi gestionali, rispetto agli altri, si misura anche per la velocita’ nel porre rimedio agli errori e nonostante cio’, quando si verificano, succede il “finimondo”. E’ quanto e’ stato diffuso in una nota a cura dell’ufficio stampa di Zucchetti: per contro, la dottrina sostiene che chi realizza software di produttivita’ individuale e software di base (come quelli di Microsoft) deve rilasciarli esenti da errori e soprattutto sicuri, in quanto non esiste alcuna scadenza che obbliga il produttore a rilasciare i programmi entro una determinata data. I media scrivono che sembra che la recente e nefasta propagazione del virus SQHell si e’ verificata perche’ gli hacker hanno trovato un “punto debole”, dal punto di vista della sicurezza, nel programma “SQL Server” di Microsoft. I danni cagionati in tutto il mondo sono incalcolabili e un esempio lo possiamo trarre da quanto e’ capitato alle Poste Italiane che a causa di questo virus informatico non hanno potuto erogare, per diverse ore, i propri servizi. Analizzando il contratto che regola la licenza d’uso del programma “Microsoft SQLServer” – secondo Domenico Zucchetti, presidente della nota software house italiana – rileviamo che contiene una clausola di vendita sintetizzabile in una formula tipo “cosi’ com’e'”; cio’ significa che la societa’ di Redmond non presta alcun tipo di garanzia al licenziatario, ne’ si assume o riconosce responsabilita’ alcuna per danni derivanti dall’utilizzo del prodotto in questione, compresi gli eventuali danni incidentali ed indiretti. Va ricordato pero’ che il nostro Codice Civile, in questo ed in casi analoghi, a tutela del contraente, pone un limite alla liberta’ contrattuale delle parti, vietando che possa preventivamente escludersi la responsabilita’ del debitore contraente nei casi di “dolo o colpa grave” imponendo, in tali circostanze, il risarcimento dei danni. Ovviamente cio’ deve essere riconosciuto da chi ha cagionato il danno oppure dal Gudice. Pertanto la norma supera qualsiasi regolamentazione pattizia tra le parti, ivi comprese, ovviamente, le deliberatorie sottoscritte dagli utenti a favore del fornitore (nel nostro caso Microsoft). A supporto da quanto previsto dal nostro Codice Civile ci sono anche norme speciali in materia di danni causati dall’uso di sistemi informatici. I sistemi informatici (ed il software) sono cosi’ essenziali e la scarsa funzionalita’ cosi’ dannosa che, in molti Istituti normativi, gli stessi vengono equiparati alle “attivita’ pericolose” (si veda, ad esempio, la normativa sulla Privacy). In questo specifico caso, il Giudice non dovrebbe solo constatare se il danno e’ stato causato da software, ma anche se “Microsoft ha fatto di tutto per evitare il danno”. Ricordando la visita a Roma di Bill Gates e in riferimento a quanto capitato alla Poste Italiane a causa del virus SQHell, non e’ sfuggito che Gates ha passato qualche minuto del suo preziosissimo tempo anche con i massimi dirigenti delle Poste Italiane. Bene ! Credo che Gates, in occasione del rendez-vous con i dirigenti delle Poste Italiane, non abbia ricevuto solo applausi ossequiosi e benemerenze, come invece e’ avvenuto durante gli altri appuntamenti dove e’ stato ricevuto con un trattamento da capo di stato estero di alto livello. Forse qualcuno ha davvero cominciato a chiedere il risarcimento dei danni ?]]>
Scritto da
Commenta!