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Un altro sito sulla ricerca legislativa ?

2 Febbraio 2003 Commenta

Roma – E’ nato da poco un nuovo sito dedicato alla ricerca legislativa e curato da uno staff di collaboratori parlamentari, avvocati e giornalisti. Il sito si chiama ricercalegis ed a breve attivera’ un servizio a pagamento di ricerca legislativa ad ampio raggio in tutti i settori di attivita’ ed avuto riferimento alle leggi entrate in vigore nonche’ alle attivita’ delle commissioni ed ai dibattiti in aula. Sara’ possibile effettuare la richiesta attraverso la compilazione di un semplice modulo.

Nonostante l’ottima iniziativa posta in essere da validi esponenti del mondo parlamentare, giuridico e giornalistico ritengo che il sito in argomento non puo’ e non deve costituire il futuro della ricerca legislativa su Internet, se cosi’ fosse verrebbero vanificate in un sol colpo le effettive potenzialita’ della Rete che non puo’ essere ridotta ad un semplice punto di contatto, ma deve assumere direttamente una funzione di primo piano nel campo della ricerca.
L’avvento di Internet, difatti, ha sconvolto le tradizionali metodologie di trattamento documentario.
Con la rete e’ cambiato il concetto di sistema informativo, passato da una dimensione locale ad una globale, e si e’ anche allargato il significato di informazione, non piu’ intesa come equivalente al documento, ma, grazie agli ipertesti, comprensiva di una soggettiva concatenazione di concetti.
Con la rete la tecnologia dell’informazione si trova a fronteggiare problemi diversi; il punto cruciale non e’ piu’ la raccolta ed organizzazione delle fonti, quanto l’accesso mirato a quelle rilevanti; spesso l’informazione a disposizione e’ troppa, confusa, non attendibile, disordinata, non strutturata.
In tale contesto notevole puo’ essere il contributo dell’intelligenza artificiale, specialmente avuto riferimento alla cd. estrazione di conoscenza che e’ una tecnica che consente di filtrare, navigando nella rete, solo le informazioni pertinenti ad un dato settore di interesse (ad esempio solo le informazioni finanziarie); gli strumenti si basano su due tipici paradigmi di I.A.: i nuclei concettuali (conceptual cluster) ed i parser del linguaggio naturale. Con i primi vengono descritti gli elementi della materia di interesse mediante tutte le possibili espressioni e forme linguistiche ( ad es. societa’, capitali, azioni, stock, interesse, ratei, profitto, ecc.), segnalando anche quali caratteristiche ci si aspetta dai dati che si cercano, ad esempio, in notizie di carattere finanziario ricorreranno i nomi di societa’ quotate in borsa, di organismi finanziari, di quote azionarie, ecc.

Con il secondo strumento si filtrano (parsing) le stringhe di parole in modo da rintracciare all’interno le ‘parole civetta’.

Una tecnica piu’ raffinata di I.A. da applicare sempre in tale settore e’ il data mining. Letteralmente mining e’ l’attivita’ del minatore, cioe’ lo scavo, l’estrazione di materiali preziosi da materiali di scarto: nel data minig il materiale prezioso da rintracciare e’ la conoscenza, cioe’ informazioni nuove e originali su determinati fenomeni, estratte da grandi quantita’ di dati.
La conoscenza scoperta con il data mining e’ qualcosa di piu’ del risultato di analisi statistiche, in quanto dovrebbe evidenziare non solo la frequenza di certi fenomeni, ma i modi in cui vengono a concatenarsi  circostanze o fattori (association rules).
Data una grande quantita’ di dati, si tratta di individuare combinazioni di dati o attribuzioni di valori che si ripetono con continuita’, per stabilire dipendenze o connessioni (ad es., dai dati sulle vendite di un prodotto e’ possibile individuare le classi di consumatori ecc.).
In informatica il KDD (knowledge discovery in databases) viene utilizzato per l’acquisizione semi-automatica di conoscenza da grandi masse di dati esistenti. Un perfezionamento dunque dei tipici processi induttivi di apprendimento automatico.
La metodologia del data mining puo’ essere applicata per:
• individuare indirizzi giurisprudenziali su temi specifici. Gli indirizzi giurisprudenziali indicano la tendenza ad uniformare le decisioni in un settore ad una certa linea, in modo che non e’ cosi’ forte e vincolante nel nostro sistema come e’ lo stare decisis del diritto comune, ma che sta diventando sempre piu’ rilevante. Spetta alla teoria giuridica esplicitare e dare sistematicita’ a tali formazioni giurisprudenziali, spesso collegandole a teorie giuridiche consolidate. Il data mining consente di monitorare il mantenimento o l’evoluzione di tali indirizzi, e di conseguenza, delle teorie giuridiche sottostanti. La piu’ tipica applicazione in questo settore riguarda l’interpretazione giurisprudenziale di concetti giuridici vaghi (negligenza, stato di necessita’, legittima difesa, ecc.) o dipendenti dall’evoluzione storico-sociale (il comune senso del pudore, l’ordine pubblico,  la tutela dalla privacy).
• verificare l’aderenza di provvedimenti a linee guida. Si tratta di verificare se nella emissione di decisioni, anche di tipo amministrativo, o procedurale, si e’ seguito criteri espressi altrove; in questo caso i criteri guida non sono sviluppati all’interno del processo decisionale, ma definiti all’esterno; poiche’ una delle caratteristiche principali del data mining e’ quella di esplicitare relazioni intercorrenti fra i vari fattori presi in considerazione nel formarsi della decisione, si tratta di verificare se tale concatenazione di fattori e’ coerente con le direttive previste dalle linee guida.

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