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Stanca: I soldi sono l’ultima cosa; Rileva il cambiamento!

17 Aprile 2003 Commenta

Il Ministro delle tecnologie, per quanto senza portafogli, sapra’ che qualunque programma governativo non passa senza adeguata copertura finanziaria. Nel pieno rispetto del sano detto partenopeo -siamo del resto a Caserta- che “senza denari non si cantano Messe”. Si e’ tenuto presso il Palazzo Reale un importante Convegno dal titolo “La digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, Obiettivo di Governo”; il Convegno ha costituito un primo incontro di presentazione di un progetto di formazione rivolto all’Alta Dirigenza statale sui temi dell’Information & Communication Technology.
Il progetto e’ concreta attuazione del Programma di Governo per lo sviluppo della societa’ dell’Informazione. E’ correlato, precisamente, alla prima delle tre direttrici strategiche individuate dal Programma: la trasformazione della Pubblica Amministrazione tramite le tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione.
Il progetto e’ stato sviluppato dalla Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione, su richiesta del Dipartimento della Funzione Pubblica e del Dipartimento per l’Innovazione e le Tecnologie.
Il Convegno ha visto la partecipazione, oltre che delle maggiori autorita’ locali e di autorevoli studiosi, sia del Ministro per la Funzione Pubblica Luigi Mazzella, che ha aperto i lavori, che del Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie Lucio Stanca, che ha chiuso i lavori.

In una stupenda cornice quale il Palazzo Reale di Caserta si e’ svolto un importante Convegno che ha coinvolto diversi Dirigenti di prima fascia dell’Amministrazione Statale e che ha costituito solo la fase iniziale di tutta una serie di impegni di almeno 10 giorni tra conferenze generali, tavole rotonde tematiche, laboratori e case study che avranno un unico comune denominatore: il cambiamento ed il progresso della P.A. alla luce delle nuove tecnologie.

Tra gli interventi di maggiore rilevanza si ricorda quello del Ministro per la Funzione Pubblica Luigi Mazzella il quale ha ricordato, che “non si possono conseguire senza l’informatica obiettivi di qualita’ nei servizi” ed e’ necessario, quindi, promuovere un connubio tra conoscenza informatica e conoscenza amministrativa.

Interessante anche l’intervento del capo dell’Ufficio legislativo del MIT avv. Enrico De Giovanni che ha ricordato l’illuminante Direttiva in materia del Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie Lucio Stanca avente per oggetto “Le linee guida in materia di digitalizzazione dell’Amministrazione” datata 20 dicembre 2002 e pubblicata sulla G.U. n. 52 del 4 marzo 2003.
Con tale Direttiva, indirizzata a tutte le amministrazioni centrali dello Stato ed agli enti pubblici sottoposti alla vigilanza ministeriale, il Ministro Stanca ha inteso dare un decisivo colpo d’acceleratore ad un cambiamento gia’ avviato dalla P.A. al fine di ottenere miglioramenti rapidi, verificabili e percepibili nell’azione pubblica realizzando, altresi’, un passo ulteriore: “fare delle tecnologie della comunicazione ed dell’informazione un fattore di crescita organizzativa, procedurale, formativa e culturale per le amministrazioni, allo scopo di operare una reale attuazione delle norme in azioni concrete per la modernizzazione dell’intero apparato pubblico”.
L’avv. De Giovanni ha anticipato la prossima pubblicazione sulla G.U. di un corposo documento che dettera’ in maniera particolareggiata alcune linee guida sull’adozione del protocollo informatico e sul trattamento informatico dei documenti. Lo stesso avvocato ha ritenuto opportuno fare il punto dell’attuale situazione normativa in tema di documento informatico e di organizzazione informatica della P.A. con la tanto discussa soppressione dell’AIPA e nascita della Agenzia per l’Innovazione Tecnologica.
Tale trasformazione e’ stata resa necessaria dall’esigenza di una politicizzazione dell’attivita’ di informatizzazione della P.A. ed ha trovato la sua massima espressione nell’art. 26 della Legge Finanziaria 2003 che nel prevedere il fondo per il finanziamento di progetti di innovazione tecnologica nelle Pubbliche Amministrazioni costituisce una disposizione di base e di sostegno per lo stesso Piano di e-government del nostro paese, ma non solo, in quanto definisce con precisione le funzioni, nello specifico settore, del Ministero per l’Innovazione e le Tecnologie.

Non e’ mancato anche il riferimento all’imminente D.P.R. sulla firma elettronica (attualmente il Capo dello Stato ha firmato il provvedimento che e’ stato trasmesso alla Corte dei Conti tramite il Ministero della Giustizia) che recepisce integralmente (dopo il d.lgs. n. 10/2002) la Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio n. 1999/93/CE.

Ma indubbiamente il momento topico del Convegno e’ stato l’intervento del Ministro Stanca che dopo essersi compiaciuto per il rispetto di un impegno preso il 4 febbraio alla 1^ Conferenza dell’Alta Dirigenza dello Stato ha sottolineato che “il fattore piu’ potente di un processo di trasformazione e’ la tecnologia, mentre il piu’ critico e’ la risorsa umana” tra cui rientrano naturalmente i Dirigenti dello Stato.
Sempre secondo il Ministro le vecchie applicazioni informatiche rendevano automatico l’esistente, oggi invece la Rete ci consente di trasformare l’esistente. In altri paesi come la Francia questo passaggio della P.A, in Rete con la possibilita’ di ottenere servizi on line da parte sia di cittadini che di imprese viene visto giustamente come una svolta storica.

Ma esiste una coscienza in tal senso dei nostri attuali Dirigenti?
In effetti troppo spesso la materia dell’informatizzazione viene delegata erroneamente ai soli tecnici che da soli possono fare ben poco, in quanto e’ il Dirigente che deve governare questo processo di digitalizzazione che implica inevitabilmente la trasformazione e l’adeguamento della macchina organizzativa, tanto per intenderci la spesso menzionata, ma forse poco compresa reingegnerizzazione. Lo stesso Ministro ha rilevato nel corso del Convegno che non c’e’ piu’ spazio per alcuna sperimentazione in campo informatico: bisogna agire, attuare il cambiamento, costruire qualcosa di nuovo.
Naturalmente il processo di modernizzazione non puo’ solo riguardare la P.A., ma tutto il paese e del resto mentre nell’uso del telefonino siamo i primi in Europa, purtroppo nell’uso del computer siamo fra gli ultimi. Qualche progresso e’ stato fatto dato che la stessa Commissione Europea nella propria classifica inerente l’attuazione dei servizi di e-government ha fatto salire l’Italia dal 12° al 9° posto, ma c’e’ ancora molta strada da fare ed onestamente non sembra che l’aggiornamento delle pagine gialle dei servizi in rete della P.A. preannunciato dal Ministro potra’ essere molto di aiuto.

Il problema e’ che come rilevato da Stanca manca una coscienza ed una capacita’ al cambiamento della classe dirigente ed il Convegno ha confermato tale impressione, visto che l’intervento del Ministro e’ stato seguito da pochissimi Dirigenti Generali, poiche’ la maggior parte era gia’ in viaggio presa dai propri impegni di lavoro. Netta e’ stata la sensazione di una minima sensibilita’ dei partecipanti alle problematiche di settore, spinti evidentemente solo da una curiosita’ che si spera (si sa la speranza e’ l’ultima a morire) possa trasformarsi in effettivo interesse.

Ma come e’ possibile pretendere da un Dirigente che questi, tanto geloso delle proprie competenze, possa rendere disponibili on line servizi a tutta la collettivita’ ed usufruibili da qualsiasi parte del pianeta? E’ bello sentir parlare il Ministro per l’Innovazione, ma spesso si ha la sensazione di assistere alla prospettazione di un quadro troppo utopico e davvero poco aderente alla realta’.

La conferma la si ha quando lo stesso Stanca a conclusione del proprio discorso sostiene che i soldi sono l’ultima cosa, perche’ cio’ che rileva e’ la capacita’ di gestire il cambiamento.
Ebbene il Ministro, per quanto senza portafoglio, sa benissimo che un qualsiasi progetto o programma governativo non passa senza l’adeguata copertura finanziaria, il tutto nel rispetto di quel sano detto partenopeo (siamo del resto a Caserta) che “senza denari non si cantano Messe”.

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