Le ultime statistiche economiche del 2002, riportate in questi giorni dai principali quotidiani nazionali, mostrano (ma era attesa) una sensibile ripresa dei volumi degli scambi collegabili all’ E-commerce.
Il commercio via internet, da sempre uno dei uno degli ambiti piu’ interessanti per quanto riguarda le potenzialita’ della rete, sembra dunque aver ripreso vigore dopo anni di incertezza. L’E-commerce, passato con estrema rapidita’ da “miracolo economico†a “flop†e’ stato da sempre oggetto di speculazioni finanziarie non indifferenti. Di qui la naturale attenzione della finanza globale verso il fenomeno.
I dati odierni interrompono dunque un lungo periodo di diffidenza, sia per quanto riguarda il b2b (business to business, il rapporto tra imprese) sia per il b2c (il rapporto diretto col consumatore) seppur in misura meno rilevante per il secondo. Nel 2002 il volume d’affari e’ stato di 2 miliardi di euro per il b2b e di 710 milioni di per il b2c.
Resta dunque ancora basso, il volume d’affari per il b2c ma il consolidamento del sistema sembra stia dando i suoi frutti positivi. Il numero dei siti, secondo l’Osservatorio del Politecnico di Milano, e’ cresciuto del 200% rispetto al 2000 passando da 2350 a 7000. A farla da padrone nel commercio on-line tre categorie: assicurazioni (20%), informatica ed elettronica (18%) e turismo (17%).
Il sistema economico finanziario sembra insomma essersi reso conto che era necessario piu’ tempo per poter permettere alle imprese di creare sistemi sicuri ed efficienti e riuscire cosi’ a rendere davvero appetibile e competitivo l’E-commerce rispetto al mercato tradizionale (soprattutto per quel tipo di beni o servizi “standardizzatiâ€, come libri, cd, dvd e accessori per computer, dove la scelta fisica da parte del cliente conta poco).
A bene vedere infatti il commercio su internet permette un tipo di rapporto col cliente del tutto innovativo. e i vantaggi sono numerosi sia per la categoria dei consumatori che per quella degli imprenditori.
Il cliente puo’ infatti accedere ad una scelta piu’ ampia di quella normalmente accessibile grazie alla possibilita’ di entrare in contatto con realta’ extranazionali, europee e non. Si allarga quindi la rosa dei prodotti e dei servizi disponibili, con la indiretta conseguenza dello sviluppo e della creazione di novita’ legate indissolubilmente alla rete (basti pensare al diffusissimo sistema d’aste offerto da www.ebay.com).
Dal punto di vista tecnico poi E-commerce significa la venuta meno della necessita’ di uno o piu’ luoghi fisici dedicati all’esposizione e alla contrattazione col cliente, che vengono ora dematerializzati e ricreati nei siti web. Questa dematerializzazione provoca una riduzione dei costi per l’imprenditore, vantaggio il quale poi si riflette sul cliente che assiste ad un generoso calo dei prezzi.
I vantaggi sono molti altri ma gia’ questi basterebbero per renderci conto di quanto possa offrire in futuro questo tipo di realta’, che continua, nonostante i recenti dati positivi, a zoppicare.
Cerchiamo dunque, analizzando i dati, di capire da cosa dipenda questa difficolta’ e cosa si sta gia’ facendo per risolvere il problema.
L’ostacolo maggiore e’ indubbiamente costituito dai sistemi di pagamento, quasi sempre con carta di credito, che fino a poco tempo non offrivano particolari garanzie. Dati risalenti al 2001, prodotti dalla Consumers International su un campione di 14 paesi tra occidentali ed asiatici, riportavano infatti numerosi problemi, legati alla mancata di consegna del 9% dei prodotti, a enormi ritardi fino al mancato rimborso per un altro 6% di essi.
Ancora: la gia’ citata dematerializzazione del sistema commerciale ben si presta a truffe e raggiri di sorta.
Questi ed altri ostacoli ci permettono quindi di iniziare a comprendere le difficolta’ incontrate dall’ E-commerce, difficolta’ che si sta cercando di eliminare, anche grazie alla decisione di attribuire un bollino blu (per l’Italia) a quei siti giudicati sicuri ed affidabili, in maniera tale da tutelare i consumatori e garantire gli imprenditori.
Tornando ai dati iniziali dunque e’ lecito pensare che si stia chiudendo la fase di prova del commercio su internet e se ne stia aprendo una seconda, quella del suo vero pieno sviluppo. Sviluppo che oltre a riguardare direttamente gli imprenditori inizia a creare nuove figure e nuove possibilita’ per il cliente, come ad esempio i nuovi servizi di affiliazione, messi a disposizioni da siti commerciali (tra i tanti www.amazon.com) a siti di altro genere. Grazie a questi accordi il sito affiliato crea un commercio indiretto, indirizzando specifiche offerte commerciali al proprio pubblico e garantendo una pubblicita’ ulteriore al sito principale, in cambio di modeste percentuali sugli acquisti effettuati (e’ possibile trovare un esempio di questa nuova realta’ sul sito www.thelittlefan.com, neonato sito che, tra i tanti, dedicato alla musica in genere, permette, tramite il meccanismo dell’affiliazione, di acquistare on line beni di svariata natura, come libri, dvd, cd etc.).
Sembra dunque si stia facendo strada la certezza che l’immaterialita’ e l’assoluta assenza di barriere proprie della rete porteranno in futuro alla nascita di un modo del tutto nuovo di intendere il rapporto cliente-imprenditore.
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