La qualita’ della presenza istituzionale in Rete.
Il governo italiano presenta il miglior sito web: ai primi posti i siti istituzionali, quelli dei Ministeri delle Finanze, dell’Innovazione e degli Italiani nel mondo. Seguono quelli di Polizia di Stato, Carabinieri, Senato e Ministero della Sanita’. In coda, invece, i siti web di Guardia di Finanza e Corpo forestale.
E’ il risultato di una recente ricerca (giunta ormai alla sua quinta edizione annuale) condotta dagli studenti della facolta’ di Scienze della formazione dell’Universita’ di Trieste, coordinati dal professor Francesco Pira, docente di Teorie e tecniche della comunicazione pubblica.
Nel complesso la ricerca ha riguardato in tutto 28 siti, tra i quali quelli ministeriali, delle forze dell’ordine, e i siti web campione della Biennale di Venezia, dell’Istituto per la promozione industriale e della Provincia di Bolzano.
In generale i siti hanno riscosso un buon successo per i contenuti e la grafica, mentre le insufficienze vanno all’interattivita’, specie per le persone disabili. Il sito del governo ottiene il miglior piazzamento sia per il restyling apportato alla grafica, sia per l’inserimento di un nuovo motore di ricerca e di una aggiornata e completa rassegna stampa.
Come e’ ormai noto, fino a tre anni fa, il panorama dell’informazione su Internet era desolante: uffici pubblici, ministeri, enti o agenzie governative neppure lontanamente pensavano di usare questo mezzo come strumento di diffusione del sapere.
Oggi, le cose sono sensibilmente cambiate, anche se ci appare che la fase attuale sia una fase di transizione o, meglio, di assestamento.
Si sta facendo largo, in numerosi siti, una particolare attenzione alla qualita’ dell’informazione offerta ed alla sua sistemazione organica, tale da garantire un approccio il piu’ “indolore†possibile all’utente che si avvicina alla rete.
L’opera sara’ probabilmente completa quando anche l’informazione giuridica utilizzera’ in pieno le potenzialita’ offerte dalla rete Internet e si trasformera’ in informazione interattiva, tale da permettere non solo la consultazione ma anche la partecipazione dell’utente a determinati procedimenti, sia in fase di ricerca che nell’utilizzo stesso dell’informazione.
Sara’ allora necessario un passaggio da una staticita’ dell’informazione, assai diffusa, ad un utilizzo dinamico delle risorse che la rete offre. E’ il passaggio, ad esempio, da un sito puramente informativo – anche se accurato ed autorevole – ad un sito che, accanto all’informazione, offra una sorta di interattivita’, in poche parole la partecipazione dell’utente ad un qualche processo, dal piu’ semplice al piu’ complesso.
Come e’ risultato dall’indagine in questione alcuni siti della P.A. stanno gia’ mettendo in pratica questo modo nuovo di concepire l’utilizzo di Internet, ma e’ necessario ancora lavorare molto per ottenere un effettivo aumento e miglioramento dei servizi disponibili in rete, cosi’ da rendere quest’ultima appetibile per quanti siano interessati ad ottenere prestazioni a valore aggiunto, vale a dire senza code agli sportelli, senza spostarsi da casa, con possibilita’ di verifica costante dello stato delle pratiche, con la possibilita’ di avvalersi di sistemi di pagamento elettronico ecc.
A tale scopo saranno utili forme di incentivazione per le amministrazioni centrali, regionali e locali alla creazione o alla implementazione di siti web da cui accedere ai servizi ed alle informazioni. Al fine di consentire un migliore sfruttamento del Web da parte della Pubblica Amministrazione si rende opportuno promuovere la sperimentazione di forme di utilizzo nuove ed ulteriori della RUPA, allo scopo di realizzare una migliore soddisfazione dei cittadini e delle imprese. L’integrazione delle tecnologie di trasporto voce ed immagini con il trasporto dati potrebbe, ad esempio, consentire, oltre all’abbattimento per la P.A. dei costi legati alle tariffe telefoniche, l’accesso di ogni cittadino a qualunque punto della rete ed ai servizi interattivi dalla stessa offerti al costo di una telefonata urbana ed il collegamento tra pubbliche amministrazioni a costo zero.
In questa ottica, il Ministero per l’Innovazione e delle Tecnologie ha acquisito, gia’ dall’anno scorso, un nuovo dominio di secondo livello “.gov.it†che sara’ il suffisso di tutti quei siti dell’Amministrazione Centrale e Periferica che possiedano determinati requisiti di affidabilita’. Inoltre proprio di recente, per l’esattezza il 30 maggio 2002 il Ministro Stanca ha mantenuto fede alle promesse ed e’ stata emanata dal Presidente del Consiglio dei Ministri una direttiva che, in linea con quanto fissato dalla direttiva del 13 marzo 2001, definisce i criteri di accessibilita’, usabilita’ ed efficacia ai quali i siti della P.A. dovranno attenersi per conseguire il nuovo suffisso.
La direttiva in argomento ritiene che in considerazione della rilevanza della materia e’ necessario che ciascuna amministrazione individui strutture di coordinamento esistenti o istituisca specifiche strutture o gruppi di lavoro cui affidare l’attuazione di questa normativa inerente la conoscenza e l’uso del dominio internet “.gov.it” e l’efficace interazione del portale nazionale “italia.gov.it” con le pubbliche amministrazioni e le loro diramazioni territoriali.
Se tutto procedera’ secondo quanto previsto, saranno, quindi, presto in rete veri e propri portali della pubblica amministrazione utilizzabili per consultare leggi e decreti, reperire moduli e certificati, ottenere le autorizzazioni richieste alle imprese, cercare di mettere insieme domanda e offerta di lavoro. Tra i numerosi vantaggi del piano due sono quelli piu’ evidenti: la possibilita’ da parte dei cittadini di consultare in rete i dati catastali a livello nazionale e la realizzazione di un grande risparmio da parte della pubblica amministrazione attraverso aste telematiche di tutti i beni necessari.
D’altra parte, l’avverarsi della “societa’ globale dell’informazioneâ€, con l’universalita’ e l’interoperabilita’ delle infrastrutture e dei servizi, rende del tutto inadeguati gli approcci settoriali via via seguiti nell’affrontare il tema “informatica e pubblica amministrazione†e impone una visione d’insieme dei vari problemi ad esso attinenti e delle loro reciproche relazioni, quali: la tutela della privacy e la sicurezza (dei dati e delle informazioni, degli archivi, dei sistemi informatici e delle reti di telecomunicazioni); la proprieta’ intellettuale (dei dati e delle informazioni in circolazione) e il commercio elettronico; i documenti elettronici e la fiscalita’ per l’acquisizione di beni e servizi informatici telematici; l’integrazione computer-tv e le tecnologie “puliteâ€, in grado cioe’ di ridurre i rischi per gli utenti sullo stesso piano tecnologico ecc.
La presenza in rete (World Wide Web) delle Pubbliche amministrazioni e delle loro articolazioni e’, quindi, ormai molto ampia e ricca.
Pur in presenza di molti siti web, i cittadini e le imprese necessitano di una bussola che consenta loro di accedere e orientarsi nell’interezza del patrimonio informativo, potendo poi selezionare e personalizzare la tipologia delle informazioni delle PP.AA. a cui si desidera solitamente accedere. Tale funzione deve essere svolta da un portale della P.A., previsto dal Ministro Lucio Stanca nella sua recente direttiva e gia’ da un anno on line all’indirizzo www.italia.gov.it che, proprio per le sue caratteristiche di progettazione e costruzione, deve svolgere anche la funzione di indicare a tutte le Pubbliche Amministrazioni, centrali e locali, le caratteristiche minime di qualita’, usabilita’ e accessibilita’, quali, ad esempio, l’assenza di barriere elettroniche per i disabili.
In particolare su quest’ultimo aspetto si ritiene improcrastinabile, anche alla luce delle risultanze della ricerca (ed e’ gia’ stato proposto dal Ministero per l’Innovazione e le tecnologie) uno specifico intervento normativo.
In ogni caso esso deve costituire un punto di impegno per chi organizza, progetta e/o gestisce i servizi delle Amministrazioni pubbliche basati sulle nuove tecnologie. Infatti proprio perche’ le tecnologie dell’informazione consentono di superare moltissime barriere, che nel passato escludevano cittadini non “normodotatiâ€, e’ necessario che non si creino nuove barriere, cioe’ barriere elettroniche che perpetuino lo stato di esclusione.
Da ricordare, comunque, che a prescindere dalle iniziative del Ministero per l’Innovazione e le Tecnologie, gia’ il 13 marzo 2001 la Presidenza del Consiglio dei Ministri aveva ritenuto opportuno, riconoscendo l’importanza dell’argomento, emanare una specifica direttiva avente per oggetto le linee guida per l’organizzazione, l’usabilita’ e l’accessibilita’ dei siti Web delle Pubbliche Amministrazioni. La circolare era indirizzata a chiunque all’interno delle indicate Pubbliche Amministrazioni avesse responsabilita’ collegate alla progettazione, realizzazione e manutenzione di sistemi informativi basati sulle tecnologie del Web e si poneva in linea con il piano di azione e-Government.
Particolarmente interessante e’ l’allegato A della direttiva che fornisce suggerimenti su come organizzare le pagine del sito, sull’inserimento delle immagini ed animazioni (limitandole al massimo), sull’inserimento di componenti multimediali, di collegamenti ipertestuali, sull’utilizzazione di componenti interattive, frames, tabelle.
L’attenzione maggiore comunque viene rivolta ai requisiti dell’usabilita’ per cui le informazioni debbono essere organizzate e strutturate in maniera da garantire la massima fruibilita’ e dell’accessibilita’ per cui i siti debbono essere progettati in modo da garantire la loro consultazione anche da parte di individui affetti da disabilita’ fisiche o sensoriali, o condizionati dall’uso di strumenti con prestazioni limitate o da condizioni ambientali sfavorevoli.
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