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Nuovi e maggiori spazi per l’eCommerce.

6 Giugno 2003 Commenta

Nasce una nuova area espositiva dedicata allo shopping on-line. Si tratta di E-commerceland, un’area esclusiva di 5.000 metri quadri, con 50 operatori B2C. La citta’ del commercio elettronico che sorgera’ tra le mura di Smau 03, in partnership con Costameno.it, guida in Rete per lo shopping on-line, e Anee, associazione dei servizi e dei contenuti multimediali, ha l’obiettivo di far conoscere meglio l’e-commerce ai visitatori. Gli utenti potranno acquistare e prendere contatti con il marketplace a loro piu’ congeniale e infine concludere l’acquisto, pagando direttamente allo stand nella modalita’ desiderata.


Anche se non originalissimo e’ comunque molto interessante questo progetto denominato e-commerceland che nasce per incoraggiare in qualche modo lo sviluppo del commercio elettronico che nel nostro paese stenta a decollare tra alti e bassi continui.
Da poco, come e’ noto, e’ entrato in vigore il Decreto Legislativo n. 70 del 9 aprile 2003 che ha dato attuazione alla direttiva n. 2000/31/CE relativa a taluni aspetti giuridici dei servizi della societa’ dell’informazione nel mercato interno, con particolare riferimento al commercio elettronico. Il Decreto in argomento e’ diretto a promuovere la libera circolazione dei servizi della societa’ dell’informazione, ed ha come obiettivo principale l’eliminazione degli ostacoli che attualmente limitano lo sviluppo del commercio elettronico.
Le norme dettate da questo nuovo Decreto legislativo vanno ad integrare e modificare in alcuni punti la preesistente disciplina del commercio elettronico interno ed in particolare si fa riferimento alle disposizioni del d.lgs. n. 114 del 31 marzo 1998 (detto anche decreto Bersani), relativo alla riforma della disciplina del commercio, che all’art. 21 prevede espressamente il commercio elettronico, nonche’ alla circolare n. 3487/C del 1° giugno 2000 del Ministero dell’Industria, alla legge 23 dicembre 2000 n. 388, alla circolare del Ministero dell’Industria 10 aprile 2001, n. 379 nonche’ al d.lgs. n. 185/99 per quanto riguarda la tutela del consumatore.
E’ auspicabile, quindi, che iniziative come e-commerceland accomunate ad interventi legislativi come quello di cui sopra possano rivitalizzare lo shopping on line che va visto in tutte le sue possibili applicazioni anche quelle piu’ recenti come i c.d. marketplace nati per determinate categorie merceologiche con la possibilita’ di organizzare anche veri e propri mercati locali in grado di rispondere in modo flessibile alle esigenze dei diversi buyer.

Con lo sviluppo del commercio elettronico si sono diffuse nuove modalita’ di vendita e di gestione delle relazioni fra produttori e fra produttori e consumatori. Sono quindi entrati a far parte del linguaggio comune nuove terminologie per indicare queste innovazioni rese possibili dall’utilizzo delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT).
Il termine marketplace indica un “luogo” a disposizione di fornitori e clienti nel quale mettere in relazione domanda ed offerta di beni e servizi. Caratteristica principale dei marketplace e’ rappresentata dalla compresenza di piu’ fornitori (piu’ o meno concorrenti sulle medesime tipologie di beni e servizi) e dalla possibilita’ di creare una fitta rete di relazioni fra fornitori e potenziali clienti.
I marketplace sono principalmente dedicati allo scambio di beni e servizi in un’ottica di “business to business” rispetto alla vendita diretta di piccoli quantitativi ad un singolo cliente privato (caratteristica del commercio business to consumer).
All’interno di un marketplace e’ quindi possibile ritrovare proposte di prodotti simili e/o complementari tra loro (quali quelli necessari per una determinata filiera produttiva), consultare i cataloghi dei partecipanti, attivare forme di contrattazione innovative (quali ad esempio le aste on line), acquistare e pagare direttamente on line per arrivare sino alla vera e propria integrazione fra sistemi informativi dei partecipanti.

I marketplace possono essere classificati in base a diversi fattori, fra i quali:
1. il cosiddetto “gestore” del marketplace (che puo’ essere un soggetto estraneo al marketplace, uno dei partecipanti, oppure anche un’autorita’ pubblica);
2. le modalita’ con cui interagiscono i partecipanti al marketplace, siano essi fornitori o acquirenti di beni e servizi (il cosiddetto trading model);
3. la formazione del prezzo dei beni e dei servizi: aste, contrattazione a piu’ partecipanti, offerte segrete (il pricing model);
4. la fonte di ricavi e comunque la gestione economica del marketplace (il revenue model).
Ma tra i nuovi sviluppi dell’e-commerce si annoverano anche le c.d. aste on line che con il D.P.R. n. 101 del 4 aprile 2002 hanno trovato una specifica regolamentazione anche nel campo della Pubblica Amministrazione.

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