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Stanca: Usare L'Open Source Nella Pubblica Amministrazione; Anche Italia.Gov E' Sviluppato Con Software Linux E Apache

12 Giugno 2003 Commenta

Roma – Conclusa l’indagine conoscitiva della Commissione del MIT: la scelta di soluzioni e servizi informatici sulla base del rapporto tra costi e benefici. L’indagine (http://www.mininnovazione.it/ita/comunicati/open%20software%20PA.pdf) ha radiografato utilizzo e costi del software negli uffici pubblici italiani. Il Governo apre dunque all’uso del codice informatico a sorgente aperta, open source, nella Pubblica Amministrazione ma, contestualmente, dispone che le scelte di soluzioni e di servizi siano effettuate solo sulla base di un’attenta analisi del rapporto tra costi e benefici. Queste, in estrema sintesi, le indicazioni conclusive della “Indagine conoscitiva sul software a codice sorgente aperto nella Pubblica Amministrazione”, condotta da una commissione ministeriale promossa e costituita nel gennaio scorso da Lucio Stanca, ministro per l’Innovazione e le Tecnologie, con l’obiettivo di approfondire la conoscenza del fenomeno dell’open source al fine di consentire alla Pubblica Amministrazione una corretta valutazione della possibilita’ del suo utilizzo. “L’open source e’ un fenomeno significativo nel quadro dello sviluppo delle tecnologie dell’informatica e delle comunicazioni (Ict). Per questo il Governo ha voluto affrontare il tema del suo impatto sul sistema della Pubblica Amministrazione rendendolo oggetto di un dibattito tecnico, economico ed istituzionale”, ha proseguito il ministro, precisando che “l’indagine, condotta in maniera scientifica, rigorosa ed oggettiva, ha fornito elementi che consentiranno di formulare a breve una serie di proposte e di impegni”. In particolare, ha sostenuto Stanca, -si legge in una nota a cura dell’ Ufficio Stampa del Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie-, “sentite anche le Amministrazioni Regionali e locali, contiamo di emanare una direttiva che renda obbligatorio per le Pubblica Amministrazione l’uso di almeno un formato aperto dei dati per consentirne l’accesso e la tutela del patrimonio informativo; contestualmente nella scelta dei sistemi e delle soluzioni informatiche, le stesse amministrazioni dovranno considerare prodotti open source, ma sempre sulla base di un rigoroso criterio di analisi costi benefici”. Secondo il ministro, inoltre, “ulteriori indicazioni verranno fornite per promuovere condizioni contrattuali con le aziende leader nel settore delle tecnologie della informatica e delle comunicazioni tali da garantire l’accesso ai codici sorgente dei pacchetti acquisiti su licenza dalla Pubblica Amministrazione nel rispetto dei diritti di proprieta’ intellettuale”. La Commissione, a fronte di un opinione ormai diffusa nel contesto scientifico ed industriale secondo cui e’ riconosciuto da varie parti come l’open source possa essere ritenuto “uno dei possibili strumenti per favorire e sostenere lo sviluppo di una industria italiana ed europea nel settore dell’ICT”, ne ha valutato le argomentazioni a supporto attraverso un confronto con il mondo accademico ed imprenditoriale convergendo sulla posizione comune che “se il software open source puo’ giocare un ruolo importante, lo sviluppo di industrie delle tecnologie dell’informatica e delle comunicazioni in grado di competere a livello mondiale richiede investimenti massicci e continui che contribuiscano a creare una strategia industriale del settore”. L’open source puo’ inoltre essere considerato come elemento importante per lo sviluppo di settori chiave come la telefonia mobile o l’industria degli elettrodomestici di nuova generazione. Per quanto riguarda l’utilizzo dei software a codice sorgente aperto, prosegue la nota, l’indagine ha messo in evidenza che, nonostante l’attuale evoluzione tecnologica e qualitativa di tali soluzioni ne abbia favorito la diffusione in alcuni Paesi della Unione Europea i progetti di dimensioni significative restano comunque rari. Vi e’ comunque un forte interesse dei governi europei di verificarne i potenziali benefici economici e sociali. Dall’analisi emerge che, sul fronte dell’offerta di prodotti da parte del mercato, la maturita’ delle soluzioni OS ha avuto come conseguenza che aziende leader nell’Information Technology da tempo supportano distribuzioni dei propri prodotti di punta su piattaforme software open source o sviluppano offerte commerciali che ne promuovono l’ utilizzo. In conclusione il ministro Stanca ha ricordato che “gia’ da tempo le strutture dei miei uffici sono orientate a considerare nelle scelte tecnologiche anche soluzioni open source, come si evince dal fatto che il portale www.italia.gov.it e’ sviluppato con software Linux e Apache”.]]>

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