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Internet: Digital divide anche in Italia?

20 Luglio 2003 Commenta

Il 50% del traffico su Internet si concentra in cinque regioni: Toscana, Lombardia, Lazio, Emilia Romagna e Campania. Fra queste, la Toscana e’ quella che presenta, nell’ ultimo anno, l’aumento piu’ consistente di utenza: + 16%, toccando, nel trimestre gennaio-marzo 2003, quota 940 mila.

Deludono i risultati della ricerca intitolata “Local Internet”  condotta dalla nota societa’ Nielsen-NetRatings, sul traffico della Rete che evidenziano il notevole uso di Internet solo in cinque regioni italiane, mentre il resto del nostro paese sembra trovarsi in un inaspettato stato di arretratezza.
Una simile sperequazione di carattere tecnologico creera’ sicuramente problemi alla riorganizzazione dello stato italiano in senso federale che trova il suo presupposto fondamentale in una visione condivisa per l’attuazione dell’e-government.
In effetti, secondo i piani del Ministero dell’Innovazione, l’attuazione del federalismo dipende dallo sviluppo di forme nuove e piu’ efficienti di amministrazione che hanno come riferimento il livello di governo rappresentato dalle regioni e dal relativo sistema delle autonomie locali. In tale ottica le tecnologie dell’informazione e della comunicazione sono la risorsa strategica che consente di porre in modo nuovo il problema del rapporto tra autonomia locale e necessita’ di coordinamento e di armonizzazione dei processi innovativi a livello nazionale. Infatti le tecnologie dell’informazione e della comunicazione sono essenzialmente “strumenti per la cooperazione e il coordinamento”, cioe’ tecnologie che possono facilitare e semplificare il rapporto tra soggetti diversi.
Ma e’ evidente che una simile funzione delle tecnologie ICT puo’ essere realizzata qualora la loro diffusione sia omogenea nel nostro paese, cosa che allo stato attuale non si puo’ dire sia stata ottenuta.
Stabilire una visione condivisa sugli aspetti chiave e’ l’elemento indispensabile per garantire con successo la realizzazione di sistemi di servizi interoperabili sul territorio nazionale.
Il livello di autonomia dei diversi livelli territoriali deve essere scelto sulla base della specifica tipologia di sistemi e di servizi erogati. In molti casi il livello territoriale piu’ idoneo a costituirsi quale punto di governo dei sistemi e’ il livello regionale. Possono comunque esistere situazioni in cui i livelli territoriali sub-regionali (provinciali, locali) possano diventare parte del sistema in parallelo o in assenza del livello regionale.
Gli elementi su cui costruire la visione condivisa sono quindi:

1. I livelli di governo coinvolti e le responsabilita’ nella definizione degli aspetti essenziali dei sistemi.
2. La titolarita’ dei dati disponibili e dei servizi erogati.
3. La localizzazione dei dati, delle informazioni, dei servizi disponibili.
4. Le modalita’ di accesso ai dati, alle informazioni, ai servizi locali, riguardo a:
a) l’identificazione del sistema locale che gestisce specifici dati o che mette a disposizione specifici servizi;
b) le primitive di accesso e scambio dei dati e dei servizi: una volta identificati i dati ed i servizi di interesse, devono essere definite in modo standard le modalita’ di accesso a questi.
5. Le politiche di adesione al sistema, anche da parte di enti “terzi” e di soggetti privati.

Naturalmente e’ auspicabile che il trasferimento delle soluzioni, che rappresentera’ una delle modalita’ di attuazione per l’utilizzo dei fondi di e-government destinati alle regioni ed agli enti locali, possa avvenire mediante un accordo quadro a livello nazionale con regioni, comuni, province e comunita’ montane.
Tale accordo quadro sara’ articolato, a livello nazionale, secondo azioni di settore, che vedono, per ogni settore, la condivisione delle amministrazioni centrali di riferimento, delle regioni, dei comuni, delle province e delle comunita’ montane.
I settori coinvolti saranno quelli relativi ai principali sistemi federati, quali ad esempio il sistema del lavoro, della sanita’, del fisco, della cultura, dell’ambiente, della formazione.
Tali azioni avranno come riferimento lo sviluppo ed il rafforzamento delle logiche di cooperazione gia’ promosse ed attuate nei progetti avviati con il primo avviso di e-government e dovranno consentire:
• Il coinvolgimento di tutte le amministrazioni pubbliche, mediante l’inclusione anche di quelle che non sono attualmente coinvolte nella realizzazione dei progetti di e-government. A tale proposito particolare attenzione verra’ posta nel favorire la partecipazione, in forma associata, dei piccoli comuni.
• La piena valorizzazione delle esperienze in corso di attuazione, con particolare riferimento a quelle che rappresentano gia’ oggi esempi significativi di cooperazione tra regioni, comuni, province e comunita’ montane.
• L’individuazione per ogni settore della o delle soluzioni di riferimento nell’ambito di quelle gia’ in corso di realizzazione.

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