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Furto di identita’ personale: un problema di dimensione mondiale.

10 Settembre 2003 Commenta

I grandi nomi dell’e-commerce Usa, da Amazon a eBay e Microsoft, hanno formato una coalizione per combattere i sempre piu’ frequenti furti di identita’ sul web. La neonata Coalition on Online Identity Theft, organizzata dall’Information Technology Association of America (ITAA), punta alla sensibilizzazione dei consumatori e dei legislatori riguardo un crimine che, secondo gli analisti, ha toccato negli ultimi anni almeno 7 milioni di americani adulti.
Pochi mesi fa lo Stato della California si era visto costretto ad approvare una legge che imponesse alle aziende di avvisare i consumatori riguardo qualsiasi incidente avesse potuto compromettere i loro dati. E un’altra legge nazionale, il Fair Credit Reporting Act , e’ stata appena varata in tutela di chi e’ stato vittima di furto d’identita’.
L’ITAA e altre associazioni di settore pero’ si oppongono a questi provvedimenti in quanto graverebbero le aziende di un peso economico di non poco conto e potrebbero avere conseguenze negative sulla fiducia, gia’ scarsa, dei consumatori riguardo le vendite on-line.

Ormai negli Usa il dibattito e’ gia’ infuriato: le aziende e le associazioni che le rappresentano sono infatti convinte che basta “educare” i navigatori a difendersi dalle insidie del web. Ma secondo i consumatori questo non basta, ci vogliono le leggi che come abbiamo visto invece sono osteggiate dalle associazioni di categoria.
Secondo i dati forniti dalla Federal Trade Commission i reati di abuso dei dati personali dei consumatori nel 2002 sono stati 162.000. Le associazioni dei consumatori ribattono pero’ che questi numeri non sarebbero che la punta dell’iceberg.
Le aziende, infatti, preoccupate di non far scappare i clienti piuttosto che di proteggerli, evitano di denunciare le violazioni delle proprie banche dati e continuano a considerare la lotta contro questo tipo di frode solo come una spesa in piu’.
Anche il nostro Garante per la protezione dei dati personali ha manifestato piu’ volte seria preoccupazione per questi possibili “furti d’identita’” non solo a proposito delle impronte digitali, ma specialmente avuto riguardo al materiale genetico ed alle relative informazioni.
Il problema della protezione dell’identita’ dai suoi possibili “furti”, gia’ imponente nel settore del commercio elettronico e che esige cautele particolari per le impronte digitali, puo’ divenire drammatico se il furto riguarda materiale che consente di ottenere informazioni genetiche. Un recente caso di cronaca puo’ illustrare la questione in modo semplice e persuasivo. Una persona ben nota e’ stata seguita, e ci si e’ impadroniti di un suo fazzoletto di carta buttato via dopo essersi soffiato il naso. Il materiale genetico cosi’ raccolto e’ stato poi adoperato, ovviamente all’insaputa dell’interessato, per effettuare accertamenti riguardanti la sua paternita’.

Secondo il Garante la violazione della sfera privata, in se’ gravissima, diviene ancor piu’ inquietante se si tiene conto del fatto che, grazie ai dati ricavabili da qualsiasi frammento di materiale genetico (saliva, capelli, pelle, sangue), e’ possibile ottenere informazioni relative non soltanto all’identita’ della persona, ma anche di tipo “predittivo”. E, poiche’ il genoma costituisce il tramite tra le generazioni, i dati riguardanti una singola persona forniscono informazioni su tutti gli appartenenti al suo gruppo biologico. Passato, presente e futuro, dunque, possono essere scandagliati attraverso i dati genetici.
Lo stesso Rodota’ e’ convinto che in un tempo in cui si puniscono con severita’ eccessiva violazioni della proprieta’ intellettuale, i legislatori debbano riflettere su questa possibilita’ di impadronirsi di un aspetto dell’identita’ altrui che tocca le radici stesse dell’esistenza individuale e di gruppo, prevedendo anche una adeguata tutela penale. Verrebbe cosi’ efficacemente integrato un sistema di tutela dei dati necessario anche per consentire a tutti di godere al massimo dei benefici della ricerca genetica.
Benefici grandi, che ampliano le possibilita’ di prevenzione e di cura di un numero crescente di malattie, di trattamenti farmacologici personalizzati, in generale di compiere scelte di vita in modo piu’ consapevole. Ma la condizione prima di questo arricchirsi della liberta’ e della tutela della salute e’ un ricorso ai dati genetici strettamente limitato alle finalita’ prima indicate. L’esperienza internazionale insegna che le persone spesso preferiscono rinunciare ai benefici loro offerti dalla genetica se temono che i loro dati possano poi essere utilizzati da altri in modo discriminatorio.

Intanto, pero’, oggi le potenziali aggressioni del diritto all’identita’ personale non provengono esclusivamente da atti, fisici o immateriali, che comportano un’invasione della propria sfera privata. L’evoluzione tecnologica, infatti, se da un lato ha reso sempre piu’ semplici ed accessibili i meccanismi attraverso i quali la pretesa di solitudine dell’individuo tende ad essere compressa, dall’altro ha offerto forme di protezione e di prevenzione dalle intrusioni indesiderate che consentono di risolvere o quanto meno di attenuare in radice questo fenomeno. Cosicche’ diventa essenziale non tanto evitare che altri violino il pur diritto fondamentale di essere lasciati soli, quanto consentire che ogni individuo possa disporre di un agile diritto di controllo rispetto alle tante informazioni di carattere personale che altri possano aver assunto.

Difatti, nell’attuale era tecnologica le caratteristiche personali di un individuo possono essere tranquillamente scisse e fatte confluire in diverse banche dati, ciascuna di esse contraddistinta da una specifica finalita’. Su tale presupposto puo’ essere facilmente ricostruita la c.d. persona elettronica attraverso le tante tracce che lascia negli elaboratori che annotano e raccolgono informazioni sul suo conto.
Allo stato attuale sono evidenti, quindi, sia il timore che la semplificazione delle procedure e la dimensione globale delle reti informatiche possano tradursi in un appiattimento e svuotamento dei diritti delle persone fisiche e giuridiche, sia la consapevolezza della oggettiva utilita’ di tali strumenti che trascendono l’ambito nazionale sia  la necessita’ di armonizzare quei diritti con la realizzazione di interessi pubblici e collettivi, dando attuazione, anche nel nostro ordinamento, alle applicazioni comunitarie in materia.

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