INFORMATICA: IMPRESE ITALIANE TROPPO PICCOLE E TERRITORIALI
(ANSA) – ROMA, 17 OTT – Aziende piccole e fortemente radicate nel territorio, aspetto che rappresenta un limite a un maggiore sviluppo ma che e’ anche una risorsa fondamentale per la propria esistenza. Questo il ritratto delle imprese italiane che operano nell’Information technology cosi’ come emerge dal rapporto ”Lo stato dell’offerta It” realizzato dall’Anasin (Associazione nazionale aziende e servizi di informatica e telematica), con il contributo del ministero delle Attivita’ produttive. Lo studio, elaborato su un campione di 1.000 aziende rappresentativo di oltre 15mila realta’ produttive e presentato stamani a Roma, mette subito in evidenza le debolezze del settore. Per cominciare le dimensioni delle imprese (la meta’ delle quali non raggiunge i 500mila euro di fatturato), che per il 69% contano tra due e cinque addetti, mentre quelle con oltre 50 sono solamente il 2,7%. Si tratta quindi di un universo molto frammentato, che per di piu’ opera soprattutto su base locale (l’81% del fatturato e’ realizzato su clienti localizzati proprio all’interno della Regione) e in attivita’ a modesto contenuto tecnologico. Limiti che tuttavia rappresentano anche una risorsa in un contesto di crisi generale del settore, dal momento che il radicamento sul territorio permette di registrare performance positive grazie alla fidelizzazione del cliente e alla limitazione degli impatti della concorrenza. Analizzando infatti la variazione dei ricavi delle imprese tra il 2002 e il 2001, quindi proprio nel momento di massima crisi dell’Ict a livello mondiale, si nota che il 32% ha messo a segno un incremento dei ricavi, mentre appena il 10% ha registrato una flessione. Tra gli aspetti di forza che caratterizzano il settore, poi, il rapporto individua la capacita’ di offrire soluzioni e la voglia di innovazione. Le imprese italiane di informatica, insomma, sopravvivono dignitosamente, ma limiti strutturali e anche fattori esterni impediscono loro di crescere, cosi’ come vorrebbero loro stesse, anche a livello internazionale. Oltre alle dimensioni e al provincialismo, il rapporto mette infatti in evidenza altri fattori critici. A partire dalle resistenze all’attivita’ di Ricerca e sviluppo: e’ vero che il 40% delle aziende si applica in questo settore, ma solo il 6% collabora con le Universita’ e gli Istituti di ricerca. Poi c’e’ la difficolta’ di reperire finanziamenti, ai quali ricorre solo il 17%, spesso per mancanza di progetti da proporre o per la non conoscenza di di crediti agevolati. Infine la collaborazione tra imprese e’ latitante e comunque limitata ancora al territorio d’appartenenza. Tutti fattori, insieme alla difficolta’ di reperire competenze, allo scarso appoggio istituzionale e alla mancanza di informazioni, che limitano un maggiore sviluppo del settore e in particolare impediscono la crescita all’estero, tanto che appena l’8% del campione attua forme di internazionalizzazione delle attivita’. Ecco una tabella che mostra la variazione del valore dei ricavi delle imprese tra 2002 e 2001 (percentuale di imprese)================================================================Dimensione Aumentato Invariato Calato—————————————————————-2-5 addetti 33,2% 40,3% 9,3%6-19 addetti 27,9% 25,8% 11,9%20-49 addetti 38,4% 17,2% 8,8%50 e oltre 37,5% 26,9% 9,7%—————————————————————-Totale 32,4% 35,3% 9,9%. (ANSA). /RED
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