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A Lezione Di Web Semantico

19 Novembre 2003 Commenta

Bologna – Che cos’e’ il c.d. Web Semantico? A spiegarlo e’ proprio Tim Berners-Lee, il padre del World Wide Web, che apre le nostre menti a un nuovo modo di concepire la rete. Una modalita’ davvero innovativa che entrera’ (si spera) presto nell’uso quotidiano di ogni surfer e che trasformera’ Internet in un enorme database fruibile e intelligibile sia dall’uomo sia dalle macchine. Secondo una traduzione di primo acchito, si potrebbe pensare che il c.d. Semantic Web stia a indicare il “Web che ha significato”, oppure il “Web che e’ significativo”. Certo, detta in questi termini, la traduzione non potrebbe essere appagante. Bisogna, percio’, tradurre Semantic Web come quel procedimento in base al quale vengono applicati al World Wide Web i principi della semantica. Dal greco “sema’ino” (indico), la semantica e’ lo studio del complesso significativo del linguaggio. Anche se e’ difficile spiegare con semplici parole che cosa sia effettivamente il Web Semantico (come ha ammesso lo stesso Tim Berners-Lee), si puo’ dire che esso costituisca una modalita’ nuova per dare ai dati (presenti in rete) maggior significato. Per conferire questo significato “aggiuntivo”, questa sorta di surplus, e’ necessario utilizzare i c.d. “meta dati”, cioe’ i “dati sui dati”, che descrivono come e quando e da chi un particolare gruppo di dati e’ stato realizzato e come sono stati formattati i dati medesimi. Aggiungendo metadati al Web (per come esso esiste), il Web Semantico permettera’ sia agli umani sia alle macchine di trovare e usare dati con modalita’ che prima non erano possibili. Portando un esempio di Tim Berners-Lee, si pensi a una determinata notizia posta sul Web per essere appresa, per esempio la notizia di un avvenimento futuro. Questa notizia conterra’ il luogo dell’avvenimento, l’orario d’inizio, quello della fine, un numero di telefono da chiamare per ottenere maggiori informazioni, ecc. Ma questo genere di informazioni (per quanto possano essere utili) non possono essere lette dalle macchine, ma solo dagli umani. Tuttavia i metadati potrebbero essere inseriti in quei determinati “datapoints” che informano le altre macchine dove essi si trovino (all’interno della rete). Di conseguenza, un utente interessato alla notizia, potrebbe cliccare per appuntarsi la notizia dell’avvenimento e (indifferentemente dal programma di calendario che egli stia usando) quella persona potra’ immediatamente inserire nell’agenda quella notizia, con tutte le informazioni in essa contenute. Certamente, anche senza l’ausilio del Web Semantico, sarebbe possibile prendere un appunto su quella notizia. Ma questo, dice Berners-Lee, non e’ il modo di “sfruttare” al meglio le potenzialita’ del Web. Appare lapalissiano, dunque, che una modalita’ cosi’ nuova ed efficace di gestire e “vivere” il Web come questa potra’ decisamente innovare il mondo della rete. Siamo di fronte a una vera e propria rivoluzione, che (seppure in fase ancora di sviluppo) dara’ all’uomo una nuova possibilita’ di interagire con le macchine e di comprendere le infinite applicazioni e potenzialita’ che la rete Internet ci offre. Per il giurista, inoltre, si schiudono le porte di una ricerca giuridica mai concepita finora, sempre piu’ efficace e appagante. (L’analisi del Web Semantico continua nella seconda parte dell’articolo).]]>

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A lezione di web semantico

19 Novembre 2003 Commenta

G. Cavaliere, Bologna – Che cos’e’ il c.d. Web Semantico? A spiegarlo e’ proprio Tim Berners-Lee, il padre del World Wide Web, che apre le nostre menti a un nuovo modo di concepire la rete. Una modalita’ davvero innovativa che entrera’ (si spera) presto nell’uso quotidiano di ogni surfer e che trasformera’ Internet in un enorme database fruibile e intelligibile sia dall’uomo sia dalle macchine.

Secondo una traduzione di primo acchito, si potrebbe pensare che il c.d. Semantic Web stia a indicare il “Web che ha significato”, oppure il “Web che e’ significativo”. Certo, detta in questi termini, la traduzione non potrebbe essere appagante. Bisogna, percio’, tradurre Semantic Web come quel procedimento in base al quale vengono applicati al World Wide Web i principi della semantica. Dal greco “sema’ino” (indico), la semantica e’ lo studio del complesso significativo del linguaggio. Anche se e’ difficile spiegare con semplici parole che cosa sia effettivamente il Web Semantico (come ha ammesso lo stesso Tim Berners-Lee), si puo’ dire che esso costituisca una modalita’ nuova per dare ai dati (presenti in rete) maggior significato. Per conferire questo significato “aggiuntivo”, questa sorta di surplus, e’ necessario utilizzare i c.d. “meta dati”, cioe’ i “dati sui dati”, che descrivono come e quando e da chi un particolare gruppo di dati e’ stato realizzato e come sono stati formattati i dati medesimi.
Aggiungendo metadati al Web (per come esso esiste), il Web Semantico permettera’ sia agli umani sia alle macchine di trovare e usare dati con modalita’ che prima non erano possibili. Portando un esempio di Tim Berners-Lee, si pensi a una determinata notizia posta sul Web per essere appresa, per esempio la notizia di un avvenimento futuro. Questa notizia conterra’ il luogo dell’avvenimento, l’orario d’inizio, quello della fine, un numero di telefono da chiamare per ottenere maggiori informazioni, ecc.
Ma questo genere di informazioni (per quanto possano essere utili) non possono essere lette dalle macchine, ma solo dagli umani. Tuttavia i metadati potrebbero essere inseriti in quei determinati “datapoints” che informano le altre macchine dove essi si trovino (all’interno della rete). Di conseguenza, un utente interessato alla notizia, potrebbe cliccare per appuntarsi la notizia dell’avvenimento e (indifferentemente dal programma di calendario che egli stia usando) quella persona potra’ immediatamente inserire nell’agenda quella notizia, con tutte le informazioni in essa contenute. Certamente, anche senza l’ausilio del Web Semantico, sarebbe possibile prendere un appunto su quella notizia. Ma questo, dice Berners-Lee, non e’ il modo di “sfruttare” al meglio le potenzialita’ del Web. Appare lapalissiano, dunque, che una modalita’ cosi’ nuova ed efficace di gestire e “vivere” il Web come questa potra’ decisamente innovare il mondo della rete.

Siamo di fronte a una vera e propria rivoluzione, che (seppure in fase ancora di sviluppo) dara’ all’uomo una nuova possibilita’ di interagire con le macchine e di comprendere le infinite applicazioni e potenzialita’ che la rete Internet ci offre. Per il giurista, inoltre, si schiudono le porte di una ricerca giuridica mai concepita finora, sempre piu’ efficace e appagante.


Per quanto lo studio sul Web Semantico sia ancora alla fase embrionale, gia’ si possono ipotizzare alcune (delle tante) possibilita’ che si potranno realizzare e applicare anche al mondo del diritto.
L’ipotesi piu’ vicina alla realta’ prossima futura potrebbe essere sicuramente quella di implementare e migliorare le ricerche giuridiche all’interno dei numerosi database e archivi giuridici di ogni sorta. Si tratta di un notevole passo in avanti per tutti i giuristi in senso lato che si devono cimentare con nuove (e a volte estenuanti) ricerche per cercare sentenze, leggi, regolamenti, ecc. Gia’ l’utilizzo dei computer e delle banche di dati su archivi ottici ha di gran lunga migliorato la vita di chi si occupa di questa attivita’, ma oggi le prospettive di vantaggio risultano sicuramente aumentate in maniera esponenziale. Sara’ possibile, infatti, condurre ricerche giuridiche mirate non solo per chi e’ gia’ esperto del settore, ma anche per chi non lo sia affatto.
Per capire i motivi di un cosi’ importante passo in avanti, occorre soffermarsi per comprendere come i dati (per esempio inclusi in una banca di dati giuridica) acquistino “spessore” e “significato”. Ciascun metadato, infatti, e’ costituito di una serie di informazioni aggiuntive, che possono orientare l’utente nel raggiungimento dello scopo della propria ricerca. Da un lato, infatti, i metadati suggeriscono all’utente molte piu’ indicazioni che in passato, dall’altra, inoltre, gli agenti software che possono essere implementati nella ricerca svolgeranno gran parte del lavoro dell’uomo, sollevandolo dal compito di spogliare e analizzare ciascun dato della ricerca stessa.
Di conseguenza, il supporto che viene fornito all’uomo dalla macchina (grazie a queste particolari informazioni aggiuntive) non ha eguali nella nostra epoca.
L’evoluzione futura degli studi condotti sul Web Semantico nel mondo giuridico potrebbero portare altresi’ a inimmaginabili e futuristiche opportunita’. Si allude alla possibilita’ che – mediante l’ausilio di complessi sistemi di metadati associati ad agenti software – il computer possa trovare la soluzione a specifici casi giuridici, pronunciandosi con una “decisione” sul punto. Si tratterebbe di qualcosa molto simile alle sentenze e alle decisioni in generale dei giudici, ma questo – si ribadisce – e’ solo un’ipotesi. Non sarebbe senza dubbio sostituibile l’apporto decisionale e istituzionale dei giudici, ma si conviene sicuramente su un altro tipo di considerazione. Ben vengano le soluzioni informatiche che possono consentire l’alleggerimento del carico di lavoro dei giudicanti, magari applicando alcune tecniche di Web Semantico a situazioni di facile soluzione o alla risoluzione di altrettanto semplici problemi routinari.
Si e’ aperta una nuova prospettiva di sviluppo e di interazione fra uomo e macchina che, come si e’ appena visto, potra’ portare benefici a molte vicende della vita quotidiana, contribuendo altresi’ alla crescita di un consapevole e razionale utilizzo di quello che la tecnologia odierna ci offre e ci offrira’ in futuro.

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