INTERNET: 32% INTERNAUTI NEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO
21 Novembre 2003Commenta
(ANSA) – GINEVRA, 21 NOV – Il numero di utenti di Internet aumenta piu’ rapidamente nei Paesi in via di sviluppo (Pvs) che nei Paesi sviluppati: alla fine del 2002 – rivela l’ ultimo rapporto dell’ Onu sul commercio elettronico – i Pvs ospitavano circa il 32% dei 591 milioni di internauti nel mondo, contro il 28% dell’ anno precedente ed il 50% che potrebbe essere raggiunto nel 2008. Tuttavia – sottolinea il rapporto annuale sull’ E-commerce della Conferenza delle Nazioni Unite per il commercio e lo sviluppo (Unctad) – oltre il 95% del commercio elettronico riguarda i Paesi sviluppati. L’ Africa e l’ America latina vi partecipano solo per l’ 1%. Inoltre, nei Paesi sviluppati la crescita del commercio elettronico resta forte, mentre divari sono visibili tra i Pvs. Il rapporto osserva che non tutti ma molti dei vantaggi promessi da Internet sul piano economico si stanno realizzando e che le imprese agiscono di conseguenza: mentre l’ investimento totale nelle tecnologie dell’ informazione e’ crollato del 6,2% dal 2001, alcune stime evocano un aumento dell’ 11% nel 2002 dei crediti destinati al commercio elettronico. Il 95% del commercio elettronico riguarda le imprese e la vendita al dettaglio su Internet occupa ancora uno spazio ridotto delle vendite globali (circa 1,5% negli Usda e nell’Ue), precisa l’ Unctad. Alcuni Pvs registrano importanti difficolta’ ad individuare il potenziale delle Tic ed a trarne profitto per il loro sviluppo economico. Ma attualmente un numero crescente di governi e di imprese nei Paesi in via di sviluppo tenta di eliminare gli ostacoli all’ introduzione delle tecnologie dell’ informazione e delle comunicazioni (Tic). Secondo il rapporto, gli effetti di questa politica non sono immediati, ne’ sempre spettacolari, ma a termine il migliore contesto per il commercio elettronico dovrebbe consentire guadagni di produttivita’. Le Tic – afferma il rapporto – hanno un effetto positivo su tutti i fattori che influenzano la produttivita’ e che sostengono la crescita in un buon numero di Paesi dove sono effettivamente presenti. E per gli esperti dell’ Unctad i governi dei Pvs dovrebbero adottare misure in grado di facilitare l’ accesso alle connessioni Internet a banda larga poco costose e l’ uso di software ad un costo accessibile. Molto importanti anche la formazione e l’ educazione. Tra gli ostacoli allo sviluppo dell’ economia elettronica figurano inoltre il basso livello di reddito e l’ assenza di sistemi di pagamento che consentano le transazioni on-line, osserva l’ Unctad. Stando ai dati disponibili, sarebbero i Paesi nordici, il Regno Unito e gli Stati Uniti (circa il 38%) ad ospitare il piu’ alto numero di internauti che hanno compiuto acquisti online.(ANSA). XBV
INTERNET: 32% INTERNAUTI NEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO
20 Novembre 2003Commenta
(ANSA) – GINEVRA, 20 NOV – Il numero di utenti di Internet aumenta piu’ rapidamente nei Paesi in via di sviluppo (Pvs) che nei Paesi sviluppati: alla fine del 2002 – rivela l’ ultimo rapporto dell’ Onu sul commercio elettronico – i Pvs ospitavano circa il 32% dei 591 milioni di internauti nel mondo, contro il 28% dell’ anno precedente ed il 50% che potrebbe essere raggiunto nel 2008. Tuttavia – sottolinea il rapporto annuale sull’ E-commerce della Conferenza delle Nazioni Unite per il commercio e lo sviluppo (Unctad) – oltre il 95% del commercio elettronico riguarda i Paesi sviluppati. L’ Africa e l’ America latina vi partecipano solo per l’ 1%. Inoltre, nei Paesi sviluppati la crescita del commercio elettronico resta forte, mentre divari sono visibili tra i Pvs. Il rapporto osserva che non tutti ma molti dei vantaggi promessi da Internet sul piano economico si stanno realizzando e che le imprese agiscono di conseguenza: mentre l’ investimento totale nelle tecnologie dell’ informazione e’ crollato del 6,2% dal 2001, alcune stime evocano un aumento dell’ 11% nel 2002 dei crediti destinati al commercio elettronico. Il 95% del commercio elettronico riguarda le imprese e la vendita al dettaglio su Internet occupa ancora uno spazio ridotto delle vendite globali (circa 1,5% negli Usda e nell’Ue), precisa l’ Unctad. Alcuni Pvs registrano importanti difficolta’ ad individuare il potenziale delle Tic ed a trarne profitto per il loro sviluppo economico. Ma attualmente un numero crescente di governi e di imprese nei Paesi in via di sviluppo tenta di eliminare gli ostacoli all’ introduzione delle tecnologie dell’ informazione e delle comunicazioni (Tic). Secondo il rapporto, gli effetti di questa politica non sono immediati, ne’ sempre spettacolari, ma a termine il migliore contesto per il commercio elettronico dovrebbe consentire guadagni di produttivita’. Le Tic – afferma il rapporto – hanno un effetto positivo su tutti i fattori che influenzano la produttivita’ e che sostengono la crescita in un buon numero di Paesi dove sono effettivamente presenti. E per gli esperti dell’ Unctad i governi dei Pvs dovrebbero adottare misure in grado di facilitare l’ accesso alle connessioni Internet a banda larga poco costose e l’ uso di software ad un costo accessibile. Molto importanti anche la formazione e l’ educazione. Tra gli ostacoli allo sviluppo dell’ economia elettronica figurano inoltre il basso livello di reddito e l’ assenza di sistemi di pagamento che consentano le transazioni on-line, osserva l’ Unctad. Stando ai dati disponibili, sarebbero i Paesi nordici, il Regno Unito e gli Stati Uniti (circa il 38%) ad ospitare il piu’ alto numero di internauti che hanno compiuto acquisti online.(ANSA). XBV
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