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ICT: Joint venture tra ONU e Governo Italiano

11 Dicembre 2003 Commenta

Nel corso del 1° Summit mondiale dell’ONU sulla Societa’ dell’Informazione, Mark Malloch Brown, amministratore dell’UNDP, il Programma dell’ONU per lo Sviluppo, e Lucio Stanca, Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie, hanno firmato a Ginevra un accordo che prevede lo stanziamento italiano di un contributo di 2,3 milioni di dollari per promuovere l’applicazione delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (ICT) alla Pubblica amministrazione dei Paesi del Medio Oriente, Mediterraneo e Balcani. Questa Joint venture tra l’ONU e il Governo Italiano ha l’obiettivo di favorire la diffusione e l’applicazione delle nuove tecnologie digitali nei Paesi del Medio Oriente, Mediterraneo e Balcani, al fine di consentire la crescita socio-economica e l’affermazione del “buon governo”.
La firma e’ avvenuta davanti ad una sessantina di capi di Stato o di Governo e ben 16 mila delegati e operatori pubblici e privati in rappresentanza di 180 Paesi.
L’Italia e’ il primo Paese europeo ad aderire al Thematic Trust Fund dell’UNDP, specifico per le Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione, e attingera’ le risorse tra quelle della Cooperazione per lo Sviluppo, del Ministero degli Affari Esteri, con specifico riferimento all’iniziativa Italiana di e-Government per lo Sviluppo, lanciata dal Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, alla Conferenza internazionale sull’e-Government di Palermo.
Nel ringraziare il Ministro Stanca per il contributo dell’Italia, Mark Malloch Brown ha spiegato che le risorse saranno usate per sostenere la realizzazione del “buon governo” (good governance) nei Paesi in Via di Sviluppo, aumentando cosi’ l’efficienza e la trasparenza della loro azione amministrativa, ma anche il monitoraggio delle operazioni e transazioni del governo pubblico.

Una pregevole iniziativa del Governo Italiano che si pone in linea di stretta continuita’ con l’impegno che lo stesso Governo ha assunto verso i partner G8 e la comunita’ internazionale di fornire un contributo efficace ed originale alla conoscenza, attuazione e realizzazione dell’e-Government anche in quei paesi che non hanno ancora sfruttato questo importante strumento per colmare i divari sociali ed economici, o che lo hanno fatto solo in parte.

Il Presidente del Consiglio ha affidato la pianificazione e l’esecuzione della “Iniziativa italiana eGovernment per lo sviluppo” al Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie, Lucio Stanca.

La “Iniziativa Italiana eGovernment per lo Sviluppo” si pone quindi come componente operativa, concreta ed orientata ai progetti in un ampio quadro di “consenso” globale sul ruolo fondamentale della good governance e dell’esercizio di questa tramite le ICT nei processi di sviluppo e crescita sostenibili. Il ruolo della good governance e dell’uso delle ICT per lo sviluppo non solo e’ stato chiaramente individuato dalla DOT Force, ma e’ stato anche sancito da importanti atti, documenti e consessi internazionali, quali la Millenium Assembly delle Nazioni Unite, lo Human Development Report dell’UNDP (2001), il Monterrey Consensus della Conferenza delle Nazioni Unite “Financing for Development” (marzo 2002), il Development Report 2002 della World Bank (Capitolo 5), e piu’ recentemente durante il Vertice Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile di Johannesburg (settembre 2002).
L’Iniziativa “e-government per lo Sviluppo” e’ stata lanciata a Palermo nell’Aprile 2002 durante la Conferenza internazionale “e-Government for Development”.
La Conferenza, organizzata dal Governo italiano in collaborazione con il Dipartimento degli Affari Economici e Sociali delle Nazioni Unite (UNDESA) e’ stata l’occasione per presentare alla comunita’ internazionale le potenzialita’ dell’e-Government come strumento di sviluppo sociale ed economico oltre che un fondamentale momento di incontro, riflessione e divulgazione dell’Iniziativa Italiana. All’evento hanno partecipato piu’ di 90 Paesi con circa 700 delegati ad alto livello, inclusi cinque Primi Ministri (Italia, Albania, Costa d’Avorio, Mozambico, Tunisia) e numerosi Ministri.

Durante la Conferenza sono state presentate numerose best practice internazionali, dal nord e dal sud del mondo, ed e’ stata un’importante piattaforma per leader, rappresentanti di governo, alti funzionari, rappresentanti di organizzazioni di societa’ civile dei paesi in via di sviluppo e dei paesi con economie in transizione, per scambiare punti di vista sulle opportunita’ offerte dall’e-Government nel processo di sviluppo economico e sociale, e per esplorare l’uso dell’e-Government nel promuovere democrazia, efficienza e trasparenza.
L’Iniziativa Italiana e’ stata condivisa con gli altri leader G8 al summit di Kananaskis (Canada, maggio 2002), momento in cui si e’ conclusa la fase strategica e progettuale dell’Iniziativa, che, a partire dall’autunno del 2002, ha visto l’inizio della fase di lancio ed implementazione dei progetti concreti in cinque Paesi beneficiari iniziali: Giordania, Albania, Nigeria, Mozambico e Tunisia.

L’obiettivo dell’iniziativa non e’ quello di produrre studi o documentazioni cartacee ma di contribuire fattivamente alla realizzazione di progetti specifici, congiuntamente identificati con i Paesi beneficiari e coerenti con il framework dell’eModel per dare un apporto complessivo all’informatizzazione delle amministrazioni pubbliche e delle loro funzioni.
A tal fine, il Governo italiano, mediante consultazioni a livello tecnico e politico, sta discutendo con i primi Paesi beneficiari alcune aree per essi prioritarie per far partire dei progetti iniziali.
Un’iniziativa progettuale cosi’ ampia ed in espansione richiede la mobilitazione di un ammontare di risorse idoneo a sostenerla. Per questa ragione il Governo italiano ha provveduto a stabilire accordi finanziari con le principali organizzazioni internazionali, quali le Nazioni Unite, la Banca Mondiale, la Gateway Foundation, la Banca Inter-Americana per lo sviluppo, stanziando per l’Iniziativa 20 milioni di dollari americani per il 2002. Inoltre, per aumentare le disponibilita’ finanziarie, si sta attualmente lavorando per catalizzare forze e risorse da altri Governi G8, fondazioni, agenzie nazionali di cooperazione, settore privato ed organizzando e coordinando azioni ed iniziative satellite per i progetti anche collaborando con il settore non-profit.

Al fine di supportare e gestire la fase operativa dei progetti pilota si e’ insediata presso il Dipartimento per l’innovazione e le tecnologie una Unita’ tecnica. Di pari passo alla crescita dell’Iniziativa, cresce anche l’impegno diretto del Governo tramite il coinvolgimento permanente di altre expertise, organizzate dall’Unita’, tra le quali quella della Ragioneria Generale dello Stato, della CONSIP (Concessionaria Servizi Informativi Pubblici), dell’Agenzia del Territorio, dell’ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica) ecc.
Si ricorda che il forte impegno dei Governi G8 per ridurre il divario digitale fra paesi piu’ ricchi e quelli in via di sviluppo (PVS) si e’ concretizzato per la prima volta durante il Summit di Kyushu-Okinawa del luglio 2000 con l’approvazione della Carta sulla Societa’ Globale dell’Informazione e con la creazione di una task force internazionale, la DOT Force (Digital Opportunity Task Force), con il mandato di elaborare un Piano d’Azione da presentare al successivo Summit G8.
“Opportunita’ Digitali per Tutti: Vincere la Sfida” e’ il significativo titolo del Rapporto e del Piano d’Azione presentato dalla DOT Force al Summit G8 di Genova, nel quale si puo’ scorgere una doppia valenza: da una parte s’identifica chiaramente la necessita’ di estendere i benefici della rivoluzione digitale a tutti – sancendone cosi’ una volta per tutte la reale importanza ai fini dello sviluppo – dall’altra si sottolinea la difficolta’ dell’impresa, che viene definita come una sfida ancora da vincere.

L’impiego delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) nelle attivita’ economiche e sociali puo’ infatti offrire enormi opportunita’ a tutti i paesi per ridurre le disuguaglianze ed innescare processi di crescita sostenibile e durevole.
Lo sviluppo dell’e-Government puo’ rappresentare il punto di partenza ed il motore di questi processi, incentivando l’efficienza del sistema economico, aumentando la qualita’ e la trasparenza delle procedure della pubblica amministrazione e del decision making, fattori questi di oggettivo richiamo per gli investimenti esteri e, specialmente per i paesi in via di sviluppo, di assistenza finanziaria multilaterale e bilaterale.
Ridurre la distanza fra il cittadino e lo Stato e rendere piu’ efficienti e trasparenti le amministrazioni pubbliche sono solo due dei possibili risultati che un uso efficace delle tecnologie digitali puo’ produrre e non sono certo obbiettivi da poco. Il concetto di rivoluzione digitale non e’ mai stato piu’ appropriato e la decisione di focalizzare l’attenzione sui governi in maniera prioritaria sembra essere il modo migliore per concentrare gli sforzi e diffondere i benefici.

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