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TLC: UIT, DIVARIO DIGITALE MENO GRANDE DEL SUPPOSTO

4 Dicembre 2003 Commenta

(ANSA) – GINEVRA, 04 DIC – Quanto e’ grande il ‘divario digitale’, il fossato che separa i ricchi che hanno accesso ad Internet dai poveri senza neanche un televisore? Nessuno lo sa con esattezza ma e’ probabilmente meno grande di quanto si credeva, ha affermato oggi a Ginevra l’autore dell’ultimo rapporto dell’Unione internazionale delle telecomunicazioni (Uit), Michael Minges. Una recente indagine in Messico ha cosi’ rivelato che gli utenti di Internet nel paese sono il doppio di quanto supposto in precedenza, ovvero quasi 10 abitanti su cento contro i 4,6 su 100 stimati prima dello studio. Anche in Jamaica, una ricerca ha fatto balzare la stima di utenti Internet nel Paese dal 5 al 23%. In realta’ – afferma l’Uit – in molti Paesi in via di sviluppo i dati sull’accesso a Internet sono spesso semplici supposizioni che tendono a sottovalutare il numero di utenti Nei Paesi ricchi, si registra invece la tendenza opposta, ha detto Minges presentando il ‘World telecomunication development report 2003′. Lo studio e’ stato pubblicato a pochi giorni dall’avvio del Vertice mondiale sulla societa’ dell’informazione (10-12 dicembre a Ginevra) che dovra’ in primo luogo discutere dei mezzi per ridurre il divario digitale tra ricchi e poveri. Ma per gli autori del rapporto, proprio l’assenza di dati accurati e paragonabili sull’accesso alle tecnologie dell’informazione e della telecomunicazione (Tic) ostacola la comprensione del divario digitale e la lotta contro tale fenomeno. Il rapporto, che non nega l’esistenza del divario digitale, insiste su altri aspetti. ”La rete di telefonia mobile e fissa e’ cresciuta enormemente nell’ultimo decennio nei paesi in via di sviluppo e se effettivamente solo lo 0,3% degli abitanti dell’Etiopia possiede un telefono, l’80 della popolazione puo’ usare facilmente un telefono pubblico”, afferma l’Uit. Inoltre, ben il 95% della popolazione mondiale vive in regioni dove e’ possibile ascoltare la radio, la percentuale e’ dell’80% per la elevisione ed e’ dell’81% per quanto concerne il telefono (cellulare, pubblico o privato). Per Michael Minges, l’ostacolo principale all’accesso alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Tic) non e’ quindi costituito dall’assenza di infrastrutture: il ricorso alle Tic dipende piu’ dalla disponibilita’ dei soldi e delle conoscenze necessarie, ha sottolineato. Stando alle statistiche dell’Uit, il 70% degli utenti di Internet e’ costituita da persone con un reddito alto (pari al 16% della popolazione mondiale) e solo il 5% degli utenti di Internet ha un basso reddito (40% della popolazione). Il rapporto riprende inoltre la classifica del Digital Access Index (Dia), indice che misura le capacita’ degli abitanti di un paese ad accedere alle Tic. La graduatoria e’ guidata dalla Svezia, seguita da Danimarca, Islanda e Corea el Sud. L’Italia e’ al 22/o posto con un punteggio di 0,72 contro lo 0,85 della Svezia. Ultimi in classifica, Mali, Burkina Faso e Niger con i rispettivi punteggi di 0.09, 0,08 e 0,04. Il rapporto – che contiene altre numerose statistiche – si sofferma anche sul particolare contributo che l’accesso alle Tic puo’ fornire per la riduzione della poverta’, la fame ed altri obiettivi stabiliti dalle Nazioni Unite. Le nuove tecnologie sono infatti obiettivo, ma anche strumento di sviluppo, ha detto Minges. Il vertice mondiale sulla societa’ dell’informazione e’ chiamato ad approvare una dichiarazione ed un piano d’azione. Al vertice promosso dall’Onu parteciperanno oltre 60 capi di stato o di governo. (ANSA).

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