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Per Il Parlamento Italiano L’Attuale Disciplina Della Privacy Non E’ Ancora Soddisfacente

19 Gennaio 2004 Commenta

ROMA. La Camera dei Deputati, nella seduta del 14 gennaio 2004, approvandole mozioni Folena ed altri e Leone ed altri, ha impegnato il Governo adadottare un’iniziativa volta a favorire una riforma della disciplina vigenteche miri a rafforzare la tutela della privacy sulla rete Internet, conparticolare riguardo alla gestione degli indirizzi di posta elettronica,allo spamming, alla conservazione dei dati riguardanti il traffico inentrata e uscita del singolo utente, che rimuova tutte le normepotenzialmente lesive dei diritti di riservatezza previsti dalle legginazionali e dalla normativa europea in materia, nonche’ dall’articolo 15della Costituzione; a dare seguito all’attuazione della Convenzione sullabiomedicina; a promuovere, in sede di Unione europea, l’attribuzione alGarante europeo di poteri di vigilanza piu’ stringenti sul modello dellaBanca centrale europea; a promuovere, in sede Onu, una convenzioneinternazionale per la tutela dei dati sensibili; ad individuare glistrumenti normativi piu’ idonei per regolamentare in modo piu’ efficace iltrattamento dei dati di traffico della telefonia mobile, al fine di tutelareil diritto degli individui, nonche’ di quelli relativi all’ubicazione, inparticolare al fine di garantire il diritto dei cittadini a non esserelocalizzati.Inoltre il Governo e’ tenuto, anche ad adottare le opportune iniziativedirette ad evitare la strumentalizzazione dei dati sanitari per i testgenetici ed a salvaguardarne la riservatezza.L’iniziativa parlamentare parte dal preoccupante resoconto del Garante perla protezione dei dati personali contenuto nella Relazione annuale del 2002sullo stato di attuazione della legge n. 675 del 1996. In tale relazione ilGarante poneva una serie di inquietanti problematiche che non potevanopassare inosservate.Difatti il Garante denunciava il preoccupante incremento del fenomeno dellospamming (posta elettronica indesiderata), che negli Stati Uniti aveva gia’superato il 40 per cento dell’intero traffico su Internet e costavaall’economia americana quasi 9 miliardi di dollari nel corso del 2002.Inoltre lo stesso Garante sottolineava come il progresso delle biotecnologieed in particolare la possibilita’ di decifrare il genoma umano, ponessero illegislatore di fronte alla necessita’ di regolamentare tale materia, al finedi tutelare gli aspetti concernenti la tutela della riservatezza, ad esempiorispetto a malattie o predisposizioni a particolari patologie, in modo daevitare qualsiasi discriminazione in base al codice genetico degliindividui. La preoccupazione principale del Garante era che il problemadella protezione dell’identita’ dai suoi possibili “furti”, gia’ imponentenel settore del commercio elettronico e che esige cautele particolari per leimpronte digitali, potesse divenire drammatico in caso di furto diinformazioni genetiche.Se, infatti, grandi sono le opportunita’ offerte dalla genetica, altrettantograndi sono i rischi di utilizzazioni dei dati genetici che possonodeterminare discriminazioni nell’accesso al lavoro o al credito, nellaconclusione di contratti di assicurazione vita o malattia, o attraversoforme di schedatura genetica di massa.Il Garante, quindi, raccomandava la necessita’ di controllare la legittimita’ di ogni forma di trattamento dei dati genetici ed approntare un sistema ditutela dei dati necessario anche per consentire a tutti di godere al massimodei benefici della ricerca genetica.Inoltre sempre il Garante denunciava come si stesse diffondendo sulla reteInternet l’acquisto di test genetici, in particolare per la determinazionedella paternita’, che possono tra l’altro divenire elemento di turbativadelle relazioni familiari.

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