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Stanca, superati i dati Istat su imprese on line

11 Gennaio 2004 Commenta

Secondo una recente indagine Istat, strumenti quali l’e-mail e la rete Internet sono diffusi in almeno tre imprese su quattro, mentre quasi la meta’ e’ provvista di un sito web (47,3%). Scarsa, inoltre, risulta la diffusione delle reti chiuse quali Intranet (29,1%) ed Extranet (13,9%). Le imprese informatizzate con Internet privilegiano ancora il modem (39,5%) e una connessione ISDN (58,9%), ma in alcuni settori emerge la scelta per modalita’ di accesso piu’ veloci del tipo xDSL che si attesta al 18,0% per il complesso dei settori considerati.
Dall’indagine emerge che le imprese valutano che nell’utilizzo di Internet ci siano molteplici ostacoli da superare di tipo normativo, organizzativo, informativo e di sicurezza: il 54,6% delle imprese informatizzate percepisce la sicurezza informatica come l’ostacolo maggiore all’utilizzo di Internet e piu’ della meta’ considera come ostacoli al commercio elettronico la sicurezza dei pagamenti e l’incertezza del quadro legale di riferimento (normativa contrattuale, termini di consegna, garanzie, controversie).
In generale, le aziende italiane utilizzano Internet soprattutto per ottenere servizi finanziari e per ricercare informazioni utili all’analisi del mercato e solo in minima parte per effettuare transazioni on line. Nell’anno 2001 l’8% circa delle imprese ha effettuato acquisti on line per un valore complessivo pari al 3,8% degli acquisti totali. Inoltre la concentrazione degli acquisti on line e’ elevata: tra le imprese che effettuano acquisti elettronici, quelle che usano esclusivamente Internet sono la grande maggioranza (87,0%), ma il valore coperto e’ basso, pari al 9,4% del totale degli acquisti on line; al contrario, sebbene solo il 10,3% delle imprese che effettuano acquisti on line utilizzi tecnologie EDI, il valore coperto e’ molto alto, pari al 90,5% di quello on line.
Analogamente agli acquisti on line, anche in questo caso la maggior parte delle imprese (75,5%) ha venduto solo tramite la rete Internet, ma lo ha fatto per una quota in valore bassa (12,0%) rispetto all’87,9% che rappresenta la quota di venduto via EDI dal 21,1% di imprese che effettuano vendite on line. Quanto ai rapporti tra banche e imprese che si realizzano tramite Internet, a gennaio del 2002 quasi 1 impresa su 2 ha utilizzato servizi bancari informativi offerti sulla rete relativi ai conti correnti e poco meno della meta’ delle imprese si e’ avvalsa dei servizi di natura dispositiva (pagamenti, incassi, bonifici, ecc.).
Infine, circa il 53% delle imprese utilizza la rete anche per usufruire dei servizi informativi offerti sui siti web dalla Pubblica Amministrazione e in particolare per avere informazioni su norme, regolamenti e circolari, mentre solo l’11,8% delle imprese utilizza i servizi di pagamento on line offerti dalla PA.

Secondo il Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie Lucio Stanca la fotografia che l’Istat ha scattato al mondo delle imprese italiane, per cogliere il loro utilizzo delle nuove tecnologie informatiche ed in particolare di Internet, e’ superata in quanto risale a ben due anni fa, come e’ espressamente dichiarato. In realta’, sostiene il Ministro, la situazione nel nostro Paese e’ migliorata, anche se di strada da compiere ce n’e’ ancora parecchia.
Secondo Stanca, proprio grazie all’azione del Governo sul fronte della innovazione tecnologica e alle specifiche iniziative promozionali e infrastrutturali, come quelle per la banda larga e i distretti industriali, a livello nazionale e’ maturata una diffusa presa di coscienza delle reali potenzialita’ e, soprattutto, delle molte convenienze e delle utilita’ che l’uso di queste tecnologie comporta, sia per le famiglie, i cui accessi lo scorso anno sono aumentati del 20%, sia per le imprese, soprattutto quelle medio-piccole, non solo in termini di prodotti ma anche di processi, fino al punto di elevarne la competitivita’ e migliorare il profilo organizzativo e dei costi.
Ad esempio, ha detto ancora il Ministro sul fronte dell’e-commerce ad utilizzare il canale on-line per gli acquisiti sono proprio le imprese al fine di migliorare la gestione del magazzino, razionalizzare gli approvvigionamenti ed ottimizzare gli immobilizzi finanziari ad essi connessi. In particolare, secondo le valutazioni IDC, lo scorso anno le transazioni tra aziende e consumatori sono state superiori ai 6,4 miliardi di euro, quasi doppie rispetto al 2002, mentre nei rapporti tra aziende nel 2003 le transazioni on-line sono ammontate a 48,2 miliardi di euro, rispetto ai 26,4 miliardi dell’anno precedente.
A tale proposito il Ministro ha affermato che la grande attenzione delle aziende italiane a questi processi innovativi e’ testimoniata dal fatto che il secondo bando per i sostegni alla diffusione dell’e-commerce nel settore tessile, per 100 milioni di euro, promosso dal ministro per le Attivita’ Produttive di concerto con il Ministero per l’Innovazione, sono andati esauriti nella stessa giornata di collocamento, il 27 febbraio 2003, a fronte degli oltre 7.500 progetti presentati per 743 milioni di euro.
Inoltre in questi giorni e’ in corso un nuovo bando, per 62 milioni di euro, per sostenere lo sviluppo dell’innovazione tecnologica digitale nelle piccole e medie imprese.

Le dichiarazioni del Ministro rispetto a dei dati Istat piuttosto discordanti sono, per la verita’, solo in parte condivisibili in quanto sul fronte dell’e-commerce la situazione e’ ancora difficile per gli ostacoli sia tecnici che giuridici che molte imprese continuano ad incontrare.

Il primo di essi e’ rappresentato sicuramente dalla sicurezza dei sistemi di pagamento on line, purtroppo ancora non raggiunta. L’utilizzo delle carte di credito on line diventa spesso fonte di preoccupazione a causa delle numerosi frodi messe in atto da criminali informatici senza scrupoli. Diversi sono gli standards di sicurezza adottati, ma ancora il problema non puo’ definirsi completamente superato.
Altro ostacolo alla piena diffusione del commercio elettronico e’ rappresentato dalla famigerata firma elettronica, originariamente prevista dall’abrogato D.P.R. n. 513/97, che ancora non ha trovato una completa regolamentazione di carattere tecnico e normativo.
Solo ultimamente e’ stato emanato il D.P.R. n. 137 del 7 aprile 2003 contenente il “regolamento recante disposizioni di coordinamento in materia di firme elettroniche a norma dell’articolo 13 del decreto legislativo 23 gennaio 2002, n. 10”. Il provvedimento, nel rispetto di quanto prescritto dalla direttiva europea 1999/93/CE ed attraverso un intervento integrativo e sostitutivo di diverse norme del D.P.R. 445/2000 ha disciplinato in maniera piu’ dettagliata le c.d. firme elettroniche nelle quali ovviamente rientra anche la nostra firma digitale e liberalizzato l’attivita’ di certificazione attraverso la riconfigurazione di nuovi servizi di certificazione e la fissazione dei requisiti necessari per lo svolgimento dell’attivita’ dei certificatori.

Purtroppo, pero’, allo stato attuale gli effetti applicativi di questo decreto sono praticamente nulli. Del resto attualmente non e’ possibile valutare positivamente nemmeno gli effetti del Decreto Legislativo n. 70 del 9 aprile 2003 che ha dato attuazione alla direttiva n. 2000/31/CE relativa a taluni aspetti giuridici dei servizi della societa’ dell’informazione nel mercato interno, con particolare riferimento al commercio elettronico.
Il Decreto in argomento ha promosso la libera circolazione dei servizi della societa’ dell’informazione, fra i quali il commercio elettronico ed e’ entrato in vigore il 14 maggio 2003 tra tanti dubbi ed incertezze.

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