Home » Internet & Tecnologia

Scint: Ci Sara’ Vera Innovazione? E Le Pmi?

20 Febbraio 2004 Commenta

Lecce – Il recente bando di agevolazioni finanziarie per l’ICT, emesso daiMinisteri per l’Innovazione Tecnologica e le Attivita’ Produttive efinalizzato a portare sviluppo nel settore delle nuove tecnologie e dellaricerca, pone un quesito al quale dobbiamo cercare di rispondere un po’tutti, cercando di sfruttare proprio i vantaggi e i benefici offerti dallenuove tecnologie, vale a dire l’opportunita’ di formulare un giudizio cherappresenti, per quanto possibile, l’espressione di molti, anzi moltissimi.Lo ha detto Davide Diurisi – Responsabile dell’Area Aziendale dello StudioAssociato D&L – (http://www.scint.it/altaformazione): se per alcuni aspettiil Ministro Stanca sta portando avanti egregiamente la politica diinnovazione del sistema Paese, sul fronte attivita’ produttive e’ opportunoriflettere e comprendere bene come si sta muovendo il Governo. Il bando ICT- prosegue Diurisi – e’ uno strumento estremamente interessante, chepromuove e sostiene la ricerca e sviluppo, agevolando non poco le impreseche intendano “fare innovazione”. Ma al momento di definire e capire cosa siintende per innovazione, viene da chiedersi se il sistema impresa italiano,quello delle numerosissime piccole e medie imprese (ma parliamo sempre dipiccole realta’, e nella stragrande maggioranza dei casi e’ veramentedifficile arrivare a soddisfare i parametri di media impresa .), possarisultare, alla fine, realmente beneficiario di tali opportunita’. Al finedi utilizzare al meglio le risorse disponibili, il Bando ICT pone(giustamente) una serie di criteri e condizioni da rispettare, sia a livelloformale che sostanziale; cio’ significa che da una rapida analisi deicriteri e relativi punteggi che vengono attribuiti, la “posizione dibeneficiario” per un’impresa che intenda inoltrare richiesta di agevolazionia velere sulle risorse finanziarie del bando, risulta essere distante oquantomeno improbabile per la maggiorparte, a meno che non si tratti di unamedia impresa, possibilmente aderente ad un consorzio o in raggruppamentocon altre, con la presenza – nel progetto – di Enti di ricerca e/odipartimenti universitari. Il sistema produttivo piu’ “bisognoso” diinnovazione probabilmente evidenzia un tessuto di piccole realta’, il cuimodello di business potrebbe senza dubbio beneficiare di innovazione; madobbiamo anche sottolineare che per innovazione non bisogna guardarenecessariamente alla ricerca&sviluppo piu’ impegnativa, ma proprio all’ICT(Information-Communication-Technology), a quei sistemi di comunicazione chegrazie alle enormi potenzialita’ della rete agevolano la trasmissione diconoscenza, informazioni, contatti e opportunita’, per poter sviluppareprodotti e servizi migliori, piu’ competitivi. D’altronde, lo stesso BandoICT pone l’accento sulle infrastrutture info-telematiche, evidenziandol’importanza dell’innovazione nei processi aziendali . rischiando, pero’, lacontraddizione quando si indicano le percentuali di premialita’. Ottimonegli intenti, appropriato nella situazione attuale di crescita del sistemaimpresa, ma ancora una volta poco indicato per chi ha maggiori necessita’ disviluppo e sostegno, il Bando porta inevitabilmente a selezionare a monte latipologia di richiedenti, lasciando spazio per pochi grandi progetti cheavranno scarse ricadute economiche sul tessuto produttivo nazionale; unproblema cui e’ certamente difficile dare delle soluzioni (a suo tempo si e’discusso sulla logica assunta dalla Legge 488/92, strumento pri’ncipe inmateria di sostegno agli investimenti, ma ormai scarsamente utile per lamaggior parte degli investitori di piccole-medie dimensioni). L’innovazionetecnologica, peraltro, va assumendo un’importanza sempre meno accessoria sulmercato. Se fino a poco tempo il vantaggio competitivo derivantedall’innovazione aziendale si giocava fra quei soggetti che “decidevano” difrequentare la rete e sfruttare processi innovativi di gestione dellaproduzione, con il progressivo e rapido diffondersi dell’innovazione, ilmercato si e’ spostato su un piano piu’ alto, integrando sempre maggiorifunzioni e relazioni (anche di natura ed a livello internazionale). Propriol’integrazione delle funzioni porta oggi a richiedere strumenti e tecnologieinnovative alle piccole realta’ imprenditoriali, rischiando di generare ungap strutturale sempre maggiore, se non si dispone di risorse a sostegno deinecessari investimenti. Ultimo ma non ultimo, l’elemento relativoall’internazionalizzazione del sistema produttivo. Argomento particolarmentecaro, che mi fa pensare alla necessita’ di innovare e sviluppare l’impresaper uscire dai confini nazionali, con prodotti e servizi competitivi, degnidella migliore tradizione del made in Italy, ma pronti a sfidare i mercatiinternazionali, dove la battaglia si fa piu’ aspra, ma le opportunita’ dimercato sono senza dubbio interessanti. Ritornando al Bando ICT, ormai diprossima scadenza (ma per le prossime iniziative, il dibattito e’ aperto.),sarebbe forse il caso di avviare una fase di monitoraggio diffusa, ma subase regionale, per far emergere le caratteristiche produttive locali efornire risposte piu’ puntuali, quindi creare strumenti differenti per lapiccola impresa e le sue tante priorita’. Questo – ha concluso Diuresi -vuole essere un primo, rapido confronto sulla situazione attuale delleagevolazioni alle imprese, che potra’, poi, assumere connotati piu’ tecniciman mano che si andra’ avanti e si esamineranno gli strumenti nel dettaglio.

Scritto da

Commenta!

Aggiungi qui sotto il tuo commento. E' possibile iscriversi al feed rss dei commenti.

Sono permessi i seguenti tags:
<a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>