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Editoria Italiana? Vende Sempre Piu’ Diritti All’Estero

25 Marzo 2004 Commenta

Milano – L’editoria italiana? Vende sempre piu’ diritti all’estero, inparticolare nei settori dei libri per bambini e ragazzi, dei libriillustrati, dei libri religiosi, della saggistica e della narrativa. E,sorpresa, con un crescente successo sui nuovi mercati emergenti. E’ quantorisulta dall’indagine sull’import – export dei diritti d’autore in Italia,proposta dall’Associazione Italiana Editori (AIE) e realizzata dall’IstitutoDoxa per conto dell’Istituto nazionale per il Commercio Estero (ICE),all’interno delle attivita’ previste dall’Accordo di Settore, con lacollaborazione del Ministero delle Attivita’ Produttive. L’indagine,condotta da Doxa e presentata oggi, 25 marzo, a Milano dal presidente EnnioSalamon, si legge in una nota, si e’ basata su un campionamento di 700editori sull’universo delle 2.541 case editrici italiane che nel 2002 hannopubblicato almeno una novita’. Quanto si esporta e si importa: Il 15% deglieditori italiani ha acquistato e/o venduto diritti all’estero negli ultimitre anni: in media si puo’ stimare che, sempre negli ultimi tre anni,l’editoria italiana importi circa 5700 titoli ogni anno e ne ceda per 2100.Un trend in crescita, visto che tra 2001 e 2003 e’ cresciuto del 32,2%l’export (passando da 1800 titoli ceduti nel 2001 ai 2380 del 2003) e del7,4% l’import (si e’ passati da 5070 titoli acquistati nel 2001 ai 5800 nel2003). Cosa si esporta: L’export e’ dominato per il 30% dai titoli di libriper bambini, con una leggera crescita (era il 27% nel 2001), seguito poi,per il 20%, dai libri religiosi e per il 19% dal settore dei libriillustrati (d’arte, fotografici, ecc.). E cosa si importa: Nell’acquisto didiritti la narrativa per adulti ha un peso importante, (29%), seguita dallasaggistica (26%) e dai libri per ragazzi (21%). Seguono i libri illustrati(5-6%) e i libri religiosi (4-5%). Nel complesso la narrativa per adulti, ilibri per bambini e ragazzi e la saggistica coprono tre quarti (76%) delleimportazioni, seguono la saggistica (11%) e la narrativa per ragazzi (11%).I Paesi interessati: Negli ultimi tre anni due terzi dei diritti sono statiacquistati dagli editori italiani in Paesi di lingua inglese. Per l’export,quattro quinti degli accordi (79%) sono fatti dagli editori italiani inEuropa e un quinto (21%) negli altri continenti. Per gli acquisti di dirittidall’Italia in Europa guidano Spagna, Francia, Polonia e gli altri Paesidell’Est, con una tendenza all’aumento per questi paesi, negli ultimi anni.I commenti: “Questa ricerca, commissionata dall’Istituto nazionale per ilCommercio Estero e dall’AIE, e’ una delle poche che sono state condotte inEuropa sull’import-export dei diritti d’autore – ha detto il presidentedell’ICE, Beniamino Quintieri – L’Ice, per assicurare alle aziende italianetutte le informazioni utili per una migliore conoscenza dei mercati esteriin un settore in cui esistono notevoli margini di miglioramento, mette adisposizione il know how e l’esperienza della sua rete estera. Consideriamoimportante sostenere la presenza di stand italiani alle fiere italiane edestere, palcoscenici importanti su cui i nostri attori hanno la possibilita’di far valere le qualita’ che piu’ ci contraddistinguono: la nostrafantasia, la nostra creativita’, il gusto italiani. Occorre poi realizzarestrategie articolate a seconda dei diversi contesti geografici, dellatipologia di libri e della dimensione delle imprese italiane, all’interno diuna visione strategica unitaria definita nell’ambito dell’Accordo di settoretra l’Ice, il Ministero delle Attivita’ Produttive e l’AIE”. “La ricerca -ha sottolineato a conclusione della nota il presidente degli editoriitaliani, Federico Motta – colma una lacuna conoscitiva ponendoci tra ipaesi piu’ avanti in Europa sotto questo profilo: non sono molte leesperienze simili negli altri paesi. Ma, in particolare, evidenzia un quadrodi luci ed ombre che ci permettono di avere consapevolezza tanto dei puntidi forza quanto di quelli di debolezza. Questa e’ la base per determinare lestrategie di azione delle nostre singole imprese, dell’Associazione e dellepolitiche pubbliche”.

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