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INTERNET: 31.000 ATTACCHI L’ANNO, COLPITA 1 AZIENDA SU 2

24 Marzo 2004 Commenta

(ANSA) – ROMA, 24 MAR – Sono stati 31.000 gli attacchi informatici nel mondo nel 2002, una media di 85 ‘colpi’ al giorno che colpiscono oltre un’azienda su 2. La questione sicurezza diventa dunque prioritaria ma la spesa in questo settore si aggira ancora attorno all’1-3% sul totale degli investimenti per l’informatica. A fotografare la situazione e’ stato oggi un convegno al ministero delle Comunicazioni organizzato insieme agli istituti Fub, Isimm, Iscti. Il problema ha dimensioni macroscopiche. Secondo i dati di Computer Economics, diffusi nel corso del convegno, i costi imputabili alle ‘epidemie’ informatiche sarebbero stati, solo negli Usa, 125 miliardi di dollari nel 2003, cosi’ come il fenomeno dello spamming riguarda 26 miliardi di e-mail ogni giorno. L’unica strada e’ quella di dare maggiore ruolo agli enti certificatori e di investire di piu’ in sicurezza informatica. Secondo dati dell’Idc entro la fine del 2005 gli investimenti in sicurezza saranno pari a 6 miliardi di dollari in Europa, di cui 600 milioni in Italia. ”Le autostrade informatiche sono diventate le nuove vie della seta – ha detto Enrico Manca, presidente dell’Isimm – attaccate dai briganti”. Manca ha sottolineato che l’attenzione e’ tutta incentrata sugli ”attacchi visibili”, (hacker e virus) ma in realta’ ”possono essere potenzialmente piu’ pericolose le illegalita’ meno palesi”, come la lettura delle e-mail, la divulgazione dei dati personali, il furto di identita’. ”La sicurezza – ha sottolineato – diventa dunque elemento portante della societa’ dell’informazione. Un sistema sicuro al 100% non esiste e dunque bisogna avere una maggiore consapevolezza della complessita’ dei rischi connessi alle vulnerabilita’ informatiche e della decisivita’ del processo di certificazione”. Il direttore della Fondazione Ugo Bordoni, Guido Salerno, ha rilevato che in Italia ”la normativa ha fatto importanti passi in avanti” e che l’incremento degli investimenti in sicurezza dovra’ essere dettato piu’ che da esigenze ‘difensive’ dalla volonta’ di incrementare il proprio giro d’affari. (ANSA).

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