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ORACLE: PRONTE RISPOSTE A OBIEZIONI UE SU FUSIONE PEOPLESOFT

29 Marzo 2004 Commenta

(ANSA) – NEW YORK, 29 MAR – Ricevuta, lo scorso 15 marzo, unalista di obiezioni al suo piano di fusione con Peoplesoft daparte della Commissione europea, Oracle passa al contrattacco. Secondo quanto riportato dalla edizione americana del Financial Times, la societa’ guidata da Larry Ellison presentera’ ai regolatori europei – in giornata – un proprio memorandum mentre, mercoledi’ e giovedi’, sosterra’ un faccia a faccia a porte chiuse con la Commissione. La societa’ statunitense avra’ a disposizione circa seisettimane per tentare di convincere l’Ue della bonta’ della suaofferta ostile da 9,4 miliardi di dollari: la decisione dellaCommissione dovrebbe arrivare, infatti, entro la primaquindicina di maggio. L’avanzata dei regolatori europei – all’inizio di marzo – aveva seguito quella del Dipartimento di Giustizia americano cheaveva apertamente dichiarato di volere interveniregiudizialmente per bloccare l’offerta di acquisto ostilelanciata da Oracle nei confronti di Peoplesoft. Il dibattimento sull’offerta di acquisto ostile da 9,4miliardi di dollari avanzata da Oracle nei confronti diPeoplesoft era stato richiesto lo scorso 26 febbraio dallostesso Dipartimento, il quale aveva presentato davanti allaCorte distrettuale di San Francisco un’azione legale (la cuidiscussione sara’ avviata in giugno) per bloccare la possibilefusione tra le due aziende. ”Crediamo – aveva osservato il procuratore generale delladivisione antitrust del Dipartimento, Hewitt Pate – che l’intesasia lesiva della competizione” e per questo si e’ deciso diagire in via legale. La decisione del Dipartimento di Giustizia di portare davantiad una Corte la possibile fusione tra Oracle e Peoplesoft eraarrivata al termine di una valutazione avviata dalle autorita’americane la scorsa estate. Nel mese di giugno, infatti, Oracle aveva deciso dipresentare a Peoplesoft una offerta d’acquisto ostile da 5,1miliardi di dollari – subito finita al centro delle perplessita’del Dipartimento – elevata, a luglio, a 7,3 miliardi di dollarie poi spinta a 9,4 miliardi lo scorso 4 febbraio. Mosse valutatein maniera poco benevola dagli stessi uomini del Dipartimento iquali – dopo mesi di analisi – avevano scelto di adire le vielegali in modo da bloccare una fusione definita”anticoncorrenziale”, e negativa per l’ intero settore deisoftware per computer. (ANSA).

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