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DDL GASPARRI: I PUNTI CALDI; SIC, DIGITALE E RAI

29 Aprile 2004 Commenta

(ANSA) – ROMA, 29 APR – Per il ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri e per la maggioranza, la riforma del sistema tv e’ una legge che apre al futuro. Per l’opposizione, e’ cucita su misura degli interessi del Presidente del Consiglio. In ogni caso si tratta di un provvedimento destinato a ridisegnare il mondo dei media, modificando le norme precedenti (la Mammi’ del 1990 e la Maccanico del 1997), dopo la mancata approvazione del ddl 1138 nella scorsa legislatura. Uno dei cardini della legge e’ sicuramente il Sic, il sistema integrato delle comunicazioni, il paniere in cui confluiscono tutte le risorse del mondo dei media e in base al quale vengono calcolati i nuovi tetti Antitrust: nessun operatore puo’ controllare ricavi superiori al 20%, limite che scende al 10% per Telecom Italia. Ma quanto vale il Sic? Secondo il Sole 24 Ore, il valore totale del sistema sarebbe di 26 miliardi di euro (rispetto ai 32 della versione originaria, sottoposta a cura dimagrante dopo il rinvio della legge al Parlamento da parte del Presidente Ciampi). Il grosso dei ricavi e’ rappresentato dalla pubblicita’: sempre in base alle stime del Sole, vale 4.123 milioni di euro quella per la tv nazionale, 330 per le tv locali, 1.705 per i quotidiani, 1.165 per i periodici, 329 per le radio nazionali, 140 per quelle locali, 103 per il cinema. Nel Sic rientrano, tra l’altro, anche le sponsorizzazioni, il canone Rai, il cinema, le agenzie di stampa, le provvidenze pubbliche, le convenzioni, l’editoria elettronica: insomma, si tratta di un paniere ampio – ma anche eterogeneo, hanno sottolineato le Autorita’ di garanzia -, secondo Gasparri, perche’ sta al passo con i tempi e tiene conto degli intrecci ormai sempre piu’ numerosi tra i diversi settori dei media. Sempre in base alle stime del Sole, la Rai potra’ raddoppiare il suo fatturato, mentre Mediaset potra’ crescere del 55%. A beneficiare della legge, secondo l’opposizione, sarebbe dunque il duopolio. La replica e’ che la tv digitale supera i vincoli del passato e offre opportunita’ di crescita a tutti, anche ai gruppi editoriali che potranno aggiungere alle loro attivita’ tradizionali anche quelle televisive, anche fornendo contenuti alle grandi piattaforme gia’ esistenti. Spettera’ in ogni caso all’Autorita’ per le Comunicazioni il compito di quantificare il Sic e di verificare che vengano rispettati i limiti: quella stessa Autorita’ che entro il 30 aprile deve concludere l’istruttoria sul presunto sforamento del tetto delle risorse (il 30%, in base alla legge Maccanico) nel periodo 2001-2003 da parte di Rai, Rti e Publitalia 80. E sempre entro la stessa data l’organo di garanzia guidato da Enzo Cheli deve verificare l’effettivo ampliamento del pluralismo attraverso la diffusione del digitale in base a tre parametri: la quota di popolazione coperta dal segnale, la presenza sul mercato di decoder a prezzi accessibili, l’offerta di programmi ad hoc. Il digitale e’ appunto l’altro architrave della legge, che all’evoluzione tecnologica e alla possibilita’ dell’ingresso di nuovi competitor sul mercato televisivo affida l’ampliamento del pluralismo. Superando, cosi’, la sentenza 466 del 2002 della Corte Costituzionale, che fissava alla fine del 2003 il termine per la fine del regime transitorio e per il rispetto dei limiti antitrust fissati dalla legge Maccanico: conseguenza, il passaggio di Retequattro sul satellite e lo stop alla pubblicita’ su Raitre. Uno scenario gia’ tramontato grazie al decreto salvareti, poi inglobato nella stessa Gasparri. Infine, la Rai. La legge attribuisce ampi poteri alla commissione di Vigilanza, chiamata a nominare sette dei nove membri del cda e soprattutto a dare parere favorevole, a maggioranza di due terzi, alla nomina del presidente. Un meccanismo in cui l’opposizione intravede il rischio di un ulteriore asservimento della tv pubblica alla politica. In linea teorica, la scadenza dell’attuale cda si avvicinerebbe a quella naturale (marzo 205). Ma l’approvazione del provvedimento cade in un momento particolarmente caldo per Viale Mazzini, con la presidente di garanzia Lucia Annunziata che – dopo l’ennesimo scontro con il direttore generale e il resto del cda – proprio ieri si e’ appellata alle forze politiche affinche’ azzerino i vertici dell’azienda. E 184 esponenti dell’opposizione hanno scritto al Presidente della Camera Casini affinche’ con il Presidente del Senato Pera rimetta Annunziata in condizioni di operare. Oggi, una lettera uguale e contraria, di deputati della Cdl che sottolineano i risultati economici e di ascolti dell’attuale gestione. (ANSA).

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