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Net indicatori, in ripresa l’e-commerce

14 Aprile 2004 Commenta

E’ stato un anno di transizione per la Net Economy, dopo che il 2002 non fu molto positivo a causa della congiuntura economica sfavorevole accompagnata dall’acuirsi delle tensioni internazionali, secondo le rilevazioni dei net indicatori.
In effetti gia’ alla fine dell’anno passato si sono registrati diversi segnali positivi dopo i primi mesi di generale incertezza. Le aziende non hanno smesso di investire, ma lo fanno in maniera molto piu’ mirata nonostante molte siano ancora orientate a logiche di breve periodo. Si assiste ad un maggior grado di consapevolezza del ruolo delle nuove tecnologie sul livello di competitivita’ generale dell’azienda.
In Italia, le transazioni B2C nell’anno solare 2003 sono state di circa 1.500 milioni di euro, cifra che diventa significativa se si considera che l’anno passato non toccava il miliardo e l’anno prima era praticamente inesistente. Significativo anche il dato del B2B, che ha avuto una crescita superiore al 27% rispetto al 2002, raggiungendo la quota di 26,7 miliardi di euro, circa un decimo del valore Europeo.
Un ulteriore sintomo positivo del mercato viene dal trend di crescita del Nuovo Mercato, che dopo due anni negativi ha invertito la tendenza raggiungendo una capitalizzazione superiore ai 10 miliardi di euro. Cio’ sta a indicare buone performance e ottimismo sugli andamenti futuri. Le connessioni a larga banda hanno registrato una decisiva accelerazione nella loro diffusione e si stanno affermando come un fenomeno di accettazione di massa da parte delle famiglie italiane.
Questo e’ dovuto soprattutto ad un’offerta molto dinamica, con l’introduzione di abbonamenti sempre piu’ diversificati (ultima l’offerta a consumo), e collegamenti di maggior qualita’, oltre al lancio di nuovi servizi fruibili via Internet. Si ipotizza che il 2004 confermera’ questa tendenza, con una possibile ulteriore accelerazione nel caso in cui anche l’offerta di content specifici per la banda larga si ampliera’, soddisfacendo aspettative finora disattese.
Quindi l’Internet pervasivo si consolida non giocando piu’ sulla quantita’, ma lavorando sulla qualita’ e sull’efficienza, sia nel mondo consumer che nel mondo imprese.

Come e’ noto con i Net Indicatori si puo’ controllare ogni trimestre la “temperatura” della New Economy in Italia. I Net Indicatori descrivono l’andamento di specifici fenomeni che determinano l’andamento generale della New Economy e sono frutto di un’indagine continuativa condotta da Mate sullo sviluppo dell’e-Business presso le piccole e medie imprese. In particolare misurano il grado di maturita’ nell’utilizzo della Rete come canale di business. L’indicatore si riferisce al volume delle transazioni sia tra imprese (B2B), che quelle tra l’azienda e il consumatore finale (B2C).

Il 2003 ha sancito definitivamente la ripresa nel mondo del commercio elettronico. Sia il B2B che il B2C hanno visto incrementare i loro valori assoluti. Il B2B ha fatto registrare 26,7 miliardi di euro nel 2003, con una crescita del 27% rispetto al 2002, mentre il B2C ha segnato un piu’ 66% toccando quota 1,5 miliardi di euro (contro gli 0,9 miliardi del 2002).
Le previsioni per il futuro sono positive, anche guardando come si comportano i mercati esteri, USA in testa. L’economia americana e’ tornata su tassi di crescita abbastanza sostenuti, a cui e’ seguito anche un incremento dell’eCommerce.
A dicembre 2003 la capitalizzazione del Nuovo Mercato ha superato la soglia dei 10 miliardi di euro (10,196). La crescita iniziata nel secondo trimestre del 2003 non si e’ ancora attenuata, infatti anche a febbraio 2004 l’indice ha continuato ad incrementare sfiorando gli 11 miliardi di euro.
Nonostante la diminuzione di 2 societa’ quotate e alcuni interventi di fusione e incorporazione nell’arco del 2003, il Nuovo Mercato ha continuato il suo trend positivo, trend che sta a indicare buone performance e ottimismo sugli andamenti futuri.
Inoltre nel corso del mese di dicembre, in Italia il numero di abbonamenti ADSL ha superato i 2,2 milioni di unita’, evidenziando una crescita in linea con il trimestre precedente.

Da segnalare l’aumento gratuito della velocita’ massima di connessione della rete ADSL di Telecom (e di conseguenza anche degli altri operatori che utilizzano la stessa rete) passata da 320 kbps a 640 kbps a partire da marzo 2004 in concomitanza con il lancio del portale
RossoAlice.it effettuato in data 15/03.
L’aumento della velocita’ e’ presupposto per la fruizione di nuovi servizi che verranno offerti dagli operatori per captare una ulteriore fascia di utenti soddisfacendo aspettative finora disilluse.
In sostanza le maggiori attese si concentrano sul 2004, quando le migliori condizioni congiunturali e l’allentarsi della pressione sui budget ICT dovrebbero favorire una spinta alla spesa da parte delle aziende, che si muovera’ secondo logiche sempre piu’ mirate e guidate dalla concretezza rispetto agli obiettivi di fondo.
Tra i settori di maggiore rilievo si ricorda innanzitutto il mercato delle tlc e la notevole crescita della banda larga.
In effetti, secondo l’osservatorio ICT, tale mercato (servizi, apparati, reti e sistemi) in Italia alla fine del 2003 si e’ attestato sopra i 40,5 miliardi di euro, con un leggero miglioramento sul 2002, frutto di andamenti molto differenti per i segmenti del settore: la rete fissa a fine anno si e’ posta sopra i 20 miliardi di euro; la rete mobile si colloca tra i 18 ed i 20,6 miliardi di euro; la banda larga si avvicina ai 2 milioni di euro, con una flessione delle linee PSTN dovuta alle sostituzioni non solo con collegamenti ISND e a banda larga, ma anche con le linee mobili.

In particolare, la telefonia mobile chiude il 2003 con una crescita del 3,8% delle linee attive, arrivando a sfiorare la quota complessiva di 50 milioni. Risultato attribuibile sia alla forte crescita delle utenze Gprs, sia all’avvio dei servizi commerciali su rete Umts, i cui clienti sono previsti a fine 2003 in 823 mila e in piu’ di 3 milioni alla fine del 2004.
Altro settore trainante e’ indubbiamente rappresentato dalla rete Internet che ormai conta quasi 23 milioni di utenti. Questa continua crescita e’ sostenuta dalla dinamicita’ del segmento famiglie. La casa, infatti, e’ il luogo preferito per accedere al Web: oltre 17 milioni di utenti, quasi il 20% in piu’ rispetto al 2002. Dopo l’impennata degli anni scorsi ed il rallentamento del ritmo di crescita del 2002, il numero degli utenti che accede ad Internet dall’ufficio sembra destinato a proseguire lo sviluppo a tassi percentuali superiori al 10%.
L’Osservatorio ICT ha, inoltre, constatato che uno dei fenomeni piu’ interessanti e’ la progressiva tendenza alla mobilita’, che apre la strada a nuovi modelli di accesso ad Internet e di fruizione di contenuti digitali (Gsm, Gprs, Umts).

Anche l’e-commerce, come si e’ visto in precedenza, sta iniziando a raggiungere discreti livelli di sviluppo, difatti le transazioni on line superano i 6,4 miliardi di euro.
Le incertezze che hanno condizionato l’ICT non hanno rallentato, difatti, lo sviluppo del commercio via Internet. La crescente familiarita’ con il Web associata con le innumerevoli opportunita’ che il canale on-line offre hanno sostenuto la crescita del mercato.
In particolare, le imprese si stanno ben avvicinando all’e-Business soprattutto per gli approvvigionamenti e acquisti con l’obiettivo di migliorare l’efficienza mediante la razionalizzazione dei processi e la riduzione dei costi di acquisto. Sono questi i presupposti alla base del forte sviluppo del settore che ha portato a chiudere il 2003 con un valore complessivo dello specifico settore di 48,2 miliardi di euro.
Inoltre si registrano nel campo dei media un totale di 2,6 milioni di abbonati alla Tv digitale. Nell’ultimo biennio in Italia c’e’ stato un considerevole sviluppo infrastrutturale, sia sul fronte della trasmissione via cavo (compresa la fibra ottica) con 1,8 milioni di collegamenti, sia sul fronte del satellite (6,1 milioni di collegamenti). Il panorama della televisione digitale a pagamento nel nostro Paese e’ dominato dalla piattaforma satellitare, dato che accomuna l’Italia al resto dell’Unione Europea.

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