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Occorreva l’ICT per gli stanziamenti per lo sviluppo del mezzogiorno?

1 Aprile 2004 Commenta

1,5 miliardi di euro stanziati per l’innovazione tecnologica, la ricerca e la Societa’ dell’Informazione per le aree svantaggiate e soprattutto per il Sud: il Governo si sarebbe impegnato in uno sforzo senza precedenti.
Nel corso del convegno di apertura di “
SmauMenti@ contatto 2004″, tenutosi a Napoli, il Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie Lucio Stanca ha sostenuto che le tecnologie dell’informazione e della comunicazione possono essere uno strumento nodale per la crescita del Mezzogiorno.
Il ministro ha sottolineato che per la prima volta il Governo italiano ha adottato una politica specifica per lo sviluppo della Societa’ dell’Informazione nel Sud. Una politica sostenuta anche in sede europea e grazie alla Iniziativa Europea per la Crescita, promossa dalla Presidenza Italiana del Semestre, i fondi strutturali europei finanzieranno anche le infrastrutture digitali nel Sud del nostro Paese e nelle altre aree svantaggiate dell’Europa.
Il Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie ha specificato che il CIPE, il 9 maggio e il 13 novembre 2003, ha gia’ assegnato 1.440 milioni di euro a Ricerca e Societa’ dell’Informazione. Solo per quest’ultima sono disponibili tre rilevanti tranche di finanziamento: la prima, di 300 milioni di euro, per realizzare servizi capaci di promuovere l’utilizzo della larga banda; la seconda, di 126 milioni, per un programma di innovazione articolato su 9 diverse aree di intervento (dalla sanita’ alle imprese, all’e-Government); la terza, di 100 milioni, per il sostegno e la promozione dei ‘territori di eccellenza’, cui vanno assommati fondi regionali in misura almeno pari ad un co-finanziamento del 50%.


A queste risorse devono essere addizionati i fondi per l’e-Government, che gia’ sono stati destinati alle Regioni del Mezzogiorno, ed i fondi per la Ricerca, stanziati dal CIPE, fra cui i 300 milioni di euro della delibera del novembre per il potenziamento delle reti di ricerca (di cui 240 milioni di euro, finalizzati al rafforzamento, con attivita’ di formazione, di laboratori pubblico-privati in molteplici ambiti tecnologici, come la diagnostica medica avanzata, i sistemi avanzati di produzione, la genomica applicata al miglioramento delle specie vegetali, la bioinformatica, lo studio della crosta terrestre per la mitigazione del rischio sismico).
Inoltre sul versante del capitale umano, 20 milioni di euro sono stati concessi per il finanziamento di rilevanti progetti di alta formazione e 40 milioni per la realizzazione di iniziative volte a favorire un piu’ efficace collegamento scuola-lavoro, nell’ambito dei corsi di istruzione e di formazione professionale anche durante il ciclo scolastico.
Complessivamente, ha precisato Stanca, la cifra stanziata per lo sviluppo dell’informazione tecnologica nel Sud supera abbondantemente 1 miliardo e mezzo di euro, senza contare le risorse che autonomamente le Regioni gia’ indirizzano a tale obiettivo nell’ambito dei fondi strutturali.

Ultimamente, sempre per il mezzogiorno e’ stata dedicata molta attenzione a programmi di sviluppo che prevedono investimenti per l’ampliamento dei servizi regionali a larga banda del Sistema Pubblico di connettivita’, per l’estensione dei servizi informativi integrati per la gestione del territorio e di Sistemi avanzati per la connettivita’ sociale, cioe’ la possibilita’ per i cittadini ed i liberi professionisti di accedere ai servizi socialmente rilevanti ed a quelli erogati dalla Pubblica Amministrazione direttamente dal proprio domicilio, dal luogo di lavoro o presso luoghi pubblici attrezzati.

Non bisogna, inoltre, dimenticare che recentemente proprio nell’ottica di potenziare le politiche per lo sviluppo della Societa’ dell’Informazione, il Ministro ha ottenuto l’approvazione da parte del CIPE di un programma aggiuntivo per il Mezzogiorno di 226 milioni di euro, di cui oltre 10 milioni di euro per i Distretti Digitali nel Sud. In particolare per la regione Campania sono previsti interventi orientati al settore tessile e dell’abbigliamento per creare sinergie con gli interventi previsti dal Piano Regionale di Sviluppo, con finanziamenti disponibili gia’ a partire dai primi mesi del 2004.
In sintonia con il piano di modernizzazione del “Sistema Italia” e il recupero del divario tra le aree sottoutilizzate con il resto del Paese avviato dal Governo, tutti i progetti sopramenzionati rientrano nelle direttrici strategiche previste dalle “Linee guida del Governo per lo sviluppo della Societa’ dell’Informazione nella legislatura”, approvate dal Consiglio dei Ministri nel 2002.
In particolare le Linee Guida hanno approvato il modello della programmazione negoziata come il piu’ adeguato per definire e finanziare gli interventi del Piano nazionale di e-government a sostegno dello sviluppo locale della Societa’ dell’Informazione.
La programmazione negoziata e’ uno strumento che consente di far cooperare su obiettivi comuni e condivisi, in un quadro di rapporti paritetico, diversi soggetti istituzionali pubblici (Amministrazioni statali, Autonomie Locali, autonomie funzionali, ecc.) e soggetti privati. Tutti questi soggetti concorrono nell’attuazione e nel finanziamento degli accordi di programma, o degli altri strumenti con i quali la programmazione stessa diventa operativa.
La programmazione negoziata risulta un approccio efficiente ed efficace, soprattutto per promuovere interventi mirati, strategici e di rilevante entita’. Essa si basa sul ricorso a fonti molteplici di finanziamento alle quali attingono i diversi partecipanti. In questo modo, diventa possibile dare maggiore ordine e coerenza e finalizzazione all’utilizzo dei fondi pubblici, evitandone anche gli sprechi da sottoutilizzo o duplicazione.
Sul piano operativo si e’ previsto di definire con ogni sistema regionale un “accordo di programma”. Un ruolo determinante per l’avvio e il coordinamento degli interventi a livello locale sara’ quello della Commissione Permanente per l’innovazione e le tecnologie, che deve elaborare ed approvare le priorita’ d’intervento, il numero di accordi da avviare ogni anno e la loro ampiezza e articolazione territoriale, l’individuazione e l’eventuale riorientamento delle risorse disponibili.

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