TECNOLOGIA: DA TESTO VIRTUALE TEORIE DI ARCHIMEDE
(ANSA) – ROMA, 28 APR – Far rivivere teorie e trattati di Archimede partendo dalle deboli tracce contenute in un manoscritto palinsesto del X secolo dopo Cristo. E’ l’obiettivo al quale sta lavorando l’Istituto di scienza e tecnologie dell’informazione (Isti) del Cnr, in collaborazione con il Walters art museum di Baltimora, che tentera’ di far riaffiorare il pensiero dello scienziato siracusano proprio attraverso il restauro virtuale dell’antico testo. Teorie e trattati di Archimede, morto nel 212 a.C., sono infatti conservati in deboli tracce nel manoscritto palinsesto, ossia una pergamena il cui testo originario e’ stato cancellato e sostituito da uno piu’ recente. Ma come si puo’ leggere un testo cancellato? In questo caso, sotto un testo religioso vergato nel 1239 e danneggiato da umidita’, cera di candele, muffe, restauri mal eseguiti e disastrose falsificazioni, si celano alcuni trattati di Archimede (tra cui il Metodo dei teoremi meccanici) copiati da uno scriba nel X secolo d.C., attingendo presumibilmente a una fonte molto vicina all’originale. ”Il testo archimedeo – ha spiegato Emanuele Salerno dell’Isti-Cnr – e’ ora visibile solo in deboli tracce sotto il testo piu’ recente, e riuscire a renderlo piu’ evidente aiutera’ molto gli studiosi impegnati nella sua trascrizione”. L’approdo del manoscritto al Walters art museum di Baltimora, dove e’ conservato, puo’ dirsi davvero fortuito, simile alla trama di un film di Indiana Jones. Da Costantinopoli, infatti, il codice, accuratamente rilegato, passa in un monastero bizantino dell’Italia meridionale dove il testo originale viene sostituito con un altro. Lo si ritrova poi a Gerusalemme e di nuovo a Costantinopoli. Qui lo studioso Costantine von Tischendorf, nel 1846, scoprendo ”un palinsesto di argomento matematico” di un certo interesse, ne stacca due pagine portandole via. Solo nel 1906 il palinsesto viene identificato dal filologo Johan Heiberg. Il codice sparisce poi durante la prima Guerra mondiale, passa tra collezionisti e case d’asta, per essere poi acquistato per due milioni di dollari da un anonimo collezionista che, a sua volta, lo affida al museo americano. Per il progetto di restauro virtuale, realizzato in collaborazione con il Walters art museum di Baltimora, i ricercatori del Cnr adotteranno tecniche da loro sperimentate con successo in radioastronomia. L’equipe dell’Isti, ha spiegato Emanuele Salerno, ” lavorera’ su immagini multispettrali acquisite con tecniche sofisticate presso il Rochester institute of technology, nello stato di New York, e la Johns Hopkins university di Baltimora, e ottenute registrando l’intensita’ della luce riflessa dall’antica pergamena a diverse lunghezze d’onda che si manifestano come diversi colori”. Il restauro virtuale, tentato a Pisa, consiste nel cercare una combinazione delle immagini dalla quale possano riemergere quelle relative ai due testi. Cio’ e’ possibile, ha affermato l’esperto, ” perche’ i materiali di cui sono costituiti gli inchiostri e gli altri componenti, quali muffe, imperfezioni, degradazioni, riflettono quantita’ diverse di luce alle differenti lunghezze d’onda”. Come mai prima, ha concluso Salerno, ”sara’ finalmente possibile penetrare il vero pensiero di Archimede”. (ANSA).
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