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TECNOLOGIA: STANCA, RIVOLUZIONE DIGITALE MOLTIPLICA I MEDICI

5 Aprile 2004 Commenta

(ANSA) – MILANO, 5 APR – La rivoluzione digitale moltiplica per tre, per quattro o forse anche di piu’ i medici di famiglia a disposizione di ogni paziente: ”Una rivoluzione che comincia dalle 8 regioni dell’Italia meridionale dove, con una dotazione iniziale di 25,8 milioni di euro in tre anni, gia’ approvati dal Cipe, e’ decollato il progetto Utap, che permettera’ a piu’ medici di condividere le informazioni di un solo paziente”. Lo ha annunciato il ministro per l’ Innovazione e le Tecnologie Lucio Stanca, al Forum Sanita’ Futura, promosso dal ministero della Salute, i cui lavori sono cominciati stamani a Cernobbio. Grazie al progetto Utap (Unita’ territoriale di assistenza primaria) la connessione alla rete digitale di piu’ medici, cambiera’ nel sud soprattutto la tradizionale figura del ‘medico condotto’, consentendo un piu’ rapido ed efficace servizio ai pazienti che abitano in zone disagiate. Passati i tre anni, il progetto verra’ via via esteso anche alle altre regioni italiane. Non solo, la stessa rete supportera’ i servizi di farmaco-vigilanza, di formazione a distanza (e-learning), di informazione ai cittadini e di monitoraggio delle prescrizioni. ”Mettiamo a disposizione le nuove tecnologie – ha detto il ministro Stanca – per abbattere le barriere territoriali che in molte zone del sud non consentono un facile accesso da parte dei cittadini alle strutture sanitarie e che oggi sono alla base di un maggior tasso di mortalita’ della popolazione rispetto al dato medio del Paese”. Stanca ha sostenuto che la rivoluzione digitale nella sanita’ italiana e’ gia’ cominciata ”a partire dal progetto ‘Sanita’ Elettronica’, da poco varato dal Governo con una dotazione di 44 milioni di euro, per un grande programma nazionale di innovazione digitale della Sanita’, con l’obiettivo – ha precisato il ministro – di innalzare i livelli esenziali di assistenza e prevenzione, incrementare la qualita’ dei servizi, offrire ai cittadini migliori trattamenti sanitari a costi minori, ridurre i tempi di attesa e, non ultimo, conseguire rilevanti risparmi nella spesa”. (ANSA).

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