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Informazioni del settore pubblico, al via licenze per il riutilizzo

4 Maggio 2004 Commenta

Il Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione ha costituito un gruppo di lavoro (referente: Pierluigi Ridolfi, componente CNIPA; coordinatore: Gabriele Lazzi; Elettra Cappadozzi, Mauro Draoli, Caterina Lupo, Franco Ronci) che, in una prima fase, dara’ supporto al Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie nell’elaborazione di una progettata direttiva nazionale e nelle attivita’ per il recepimento della Direttiva europea n. 2003/98/CE relativa al riutilizzo dell’informazione del settore pubblico; curera’ l’avvio di un’indagine conoscitiva sulle possibilita’ di accelerare l’interscambio ed il riuso di dati pubblici; fornira’ assistenza alle pubbliche amministrazioni e promuovera’ azioni di comunicazione e promozione sul tema. Inoltre, anche con la collaborazione della societa’ Allaxia, selezionata attraverso un’indagine di mercato, lavorera’ per individuare alcune specifiche aree di possibile riuso su cui attivare confronti e progetti sperimentali.

La Direttiva Comunitaria n. 2003/98/CE approvata il 17 novembre 2003 e pubblicata nella Gazzetta ufficiale n. L 345 del 31/12/2003 individua nelle informazioni del settore pubblico (di tipo sociale, economico, geografico, climatico, turistico, in materia di affari, di brevetti, di istruzione…) “un’importante materia prima per i prodotti e i servizi imperniati sui contenuti digitali”, da riutilizzare per “sfruttarne il potenziale e contribuire alla crescita economica e alla creazione di posti di lavoro”.
La Direttiva invita pertanto gli Stati membri a favorirne il riuso, incoraggiando gli enti pubblici a rendere disponibili i documenti, creando indici on-line dei documenti disponibili, provvedendo licenze standard per il riutilizzo. Per documento si intende “qualsiasi contenuto, a prescindere dal suo supporto” e per riutilizzo “l’uso di documenti in possesso di enti pubblici da parte di persone fisiche o giuridiche a fini commerciali o non commerciali diversi dallo scopo iniziale nell’ambito dei compiti di servizio pubblico per i quali i documenti sono stati prodotti”. Si precisa anche che lo scambio di documenti tra enti pubblici in adempimento dei loro compiti istituzionali non costituisce riutilizzo.
La Direttiva si applica solo a documenti e informazioni privi di vincoli (di proprieta’ intellettuale, di sicurezza, ecc.), escludendo esplicitamente le informazioni detenute da emittenti di servizio pubblico, istituti d’istruzione e di ricerca, musei, biblioteche, archivi ed altri enti culturali. Sono anche esclusi, naturalmente, i dati personali.
La Direttiva disciplina il riutilizzo indicando che i documenti debbono esser messi a disposizione del richiedente, ove possibile per via elettronica, entro un lasso di tempo ragionevole (normalmente 20 giorni);  i documenti sono messi a disposizione in qualsiasi formato e lingua preesistente, senza obbligo di adeguarli o di crearne di nuovi per soddisfare la richiesta; l’eventuale corrispettivo in denaro non deve superare i costi di raccolta, produzione, riproduzione e diffusione, maggiorati di un congruo utile sugli investimenti; gli enti pubblici possono autorizzare il riutilizzo incondizionato di documenti o imporre condizioni, anche attraverso una licenza; le condizioni poste per il riutilizzo di documenti non debbono comportare discriminazioni per categorie analoghe di riutilizzo; sono possibili licenze con diritti esclusivi, rese pubbliche, soggette a riesame periodico e con scadenza periodica, solo per l’erogazione di servizi d’interesse pubblico.

Con tale Direttiva, che deve essere recepita dagli Stati membri dell’Unione entro diciotto mesi dalla pubblicazione, non v’e’ dubbio che vengono riproposti concetti di indubbio valore.
Innanzitutto l’informazione pubblica, ossia l’insieme delle informazioni e dei dati raccolti, prodotti ed elaborati dalla Pubblica Amministrazione nell’esercizio delle proprie attivita’ istituzionali, rappresenta una risorsa infrastrutturale, la cui valorizzazione e’ un presupposto indispensabile allo sviluppo della partecipazione e della trasparenza, all’efficace esercizio dell’attivita’ di governo, allo sviluppo sociale ed economico del paese.
Inoltre la disponibilita’ in formato elettronico delle informazioni e dei dati pubblici ne facilita l’accesso, l’interscambio e la fruibilita’ e ne accentua sostanzialmente le possibilita’ di effettivo utilizzo e valorizzazione, altrimenti spesso soltanto teorica.
Non bisogna dimenticare che l’informazione pubblica ha una significativa valenza economica, sia come possibilita’ di commercializzazione a diretto vantaggio della Pubblica Amministrazione, sia come supporto alla crescita economica e produttiva, una volta messa a disposizione ad operatori che possano utilizzarla per confezionare nuovi servizi da veicolare sul mercato.
Come sottolineato in sede istituzionale il patrimonio informativo pubblico e’ tuttora insufficientemente diffuso e non adeguatamente valorizzato. Anche la sua qualita’, in genere non controllata, e’ spesso incerta, con persistenza di aree di ridondanza. E’ importante quindi una strategia di azione per valorizzare la “risorsa informazione”, capace di operare contemporaneamente su vari versanti.
In particolare e’ opportuno: definire, garantendone la diffusione universale e gratuita, un nucleo di informazioni “essenziali”, necessarie all’esercizio di diritti di cittadini e imprese e capaci di favorire partecipazione e trasparenza; favorire e organizzare l’interscambio sistematico di informazioni tra differenti amministrazioni pubbliche, riducendo le richieste di informazioni a cittadini e imprese, eliminando duplicazioni e ridondanze, migliorandone la qualita’, essenziale anche per l’erogazione di migliori servizi; rendere concretamente disponibili ad altri soggetti i dati pubblici ai fini di riuso, definendo modalita’ e condizioni eque di cessione e realizzando cataloghi ed altri canali per conoscere e localizzare le informazioni d’interesse.

Tra le maggiori difficolta’ che si incontrano nell’espletamento di tali attivita’ si annoverano la compresenza di problematiche diverse, che presuppongono anche soluzioni specifiche, nei vari ambiti dell’informazione pubblica (informazioni geografiche, territoriali e ambientali, meteorologiche, giuridiche, finanziarie e commerciali, statistiche, sociali, scientifiche ecc.); l’esigenza di collaborazione e di accordo tra differenti soggetti; la necessita’ di omogeneizzare ed arricchire i contenuti informativi attraverso informazioni aggiuntive (“metadati” che descrivono le informazioni disponibili e le loro caratteristiche) e identificatori universalmente riconosciuti (quali, ad es. in codice fiscale per le persone fisiche).
A cio’ si aggiunge la necessita’ che ogni forma di interscambio o riuso sia pienamente coerente con l’esigenza di assicurare i diritti esistenti (copyright, proprieta’..), di rispettare le regole di privacy sui dati personali e, naturalmente, le politiche di sicurezza.
E’ proprio per risolvere tali problematiche che e’ stato costituito il gruppo di lavoro presso il CNIPA.

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