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INTERNET: 13.000 ADOLESCENTI ‘CHATTANO’ SU DIO

19 Maggio 2004 Commenta

(ANSA) – CATANZARO, 19 MAG – Dialogare e confrontarsi su Dio per cercare di trovare nella fede le certezze che mancano nella societa’ contemporanea: adolescenti veneti e calabresi sono, in Italia, i piu’ sensibili a dibattere in ”chat” su questi temi. Il dato e’ emerso dai risultati di un’ inchiesta realizzata dal comitato scientifico dell’ Osservatorio sui Diritti dei Minori e mirata a comprendere le dinamiche adolescenziali contemporanee. L’ indagine, realizzata ”on line” nella settimana che va dal 10 al 15, ha monitorato cinque tra i portali Internet maggiormente frequentati dagli adolescenti. In particolare, gli esperti dell’ Osservatorio, sotto le mentite spoglie di un inesistente movimento giovanile, hanno attivato stanze di dialogo denominate semplicemente ”Dio”. Risultato? ”In appena 6 giorni – spiega Antonio Marziale, presidente dell’ Osservatorio – abbiamo registrato 13.316 distinti nickname ad ognuno dei quali e’ stato espressamente chiesto di rendere nota ai dialoganti soltanto l’ eta’ e la regione di residenza. Tutti hanno aderito volentieri alla nostra richiesta e ben 9.728 si sono dichiarati soggetti anagraficamente inferiori ai 18 anni d’ eta’ risultando, dal punto di vista strettamente geografico,cosi’ distribuiti: 11% veneti; 9% calabresi e lombardi; 7% abruzzesi, friulani e laziali; 5% pugliesi, siciliani, trentini e umbri; 4% campani, piemontesi e sardi; 3% emiliani,marchigiani, molisani e toscani; 2% liguri, lucani e valdostani”. Per Marziale ”fra sicurezze ed incertezze sull’ esistenza di Dio, e’ emersa forte l’ esigenza dei dialoganti di trovare nel ‘mistero’ quelle certezze che la contemporaneita’ socio-politica non offre. Molte le dissertazioni sul significato intrinseco del conflitto in Iraq che inevitabilmente finisce per infiammare confronti tra differenti culture religiose, ritenuti impropri dai dialoganti. Da rilevare una commistione tra sacro e profano resa intelligibile dalla stragrande maggioranza dei dialoganti con argomentazioni a sfondo magico-miracolistico nel tentativo di esorcizzare le paure incombenti di una guerra che al momento sembra non trovare sbocchi per una rapida conclusione”. Ma qual e’ il quadro indicativo che, dell’ adolescenza ”on line” italiana, viene fuori dall’ inchiesta? ”I dati, dal punto di vista strettamente tecnico, – spiega Marziale – confermano la Calabria e la Lombardia quali terre di ‘chattomani in erba’ e qui e’ da evidenziare il contrasto motivazionale che spinge i ragazzi ad entrare in chat: carenze socio – strutturali per i calabresi e progressismo tecnologico per i lombardi. Il Veneto, invece, conferma la propria vocazione cattolica proprio perche’ non e’ tra le regioni in cui i soggetti in eta’ evolutiva spiccano particolarmente per ‘chattomania”. ”Internet, che piaccia o no, – conclude il presidente dell’ Osservatorio – e’ divenuta una delle primarie agenzie di socializzazione e proprio per questo andrebbe governata con alto senso di responsabilita’ e ripulita dal marciume che si frappone sulle strade di chi vorrebbe usufruirne per cercare quelle risposte che il mondo cosiddetto reale non riesce evidentemente a dare. Da notare che, come vicini di casa, le nostre stanze di dialogo avevano camere con denominazione chiaramente a sfondo pornografico. Ebbene: erano pressoche’ vuote?”.(ANSA).

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